PAESANA - Nel frontale a Paesana morì un 17enne. L’accusa contro un automobilista: “Aveva bevuto e invaso la corsia”

“Alcol? Solo tre bicchieri di vino” sostiene l’imputato. A morire nell’ottobre 2018 fu il giovanissimo Fabio Perlo: viaggiava verso Sanfront a bordo di un fuoristrada

in foto: Fabio Perlo, il 17enne rimasto ucciso nell'incidente

a.c. 29/12/2021 18:31

Una tragedia che molti in valle Po ricordano tuttora, sebbene sia stata solo una delle tante, troppe, accadute in questi anni sulle strade insanguinate della nostra provincia. A morire poche ore dopo quell’incidente fu Fabio Perlo, un ragazzo di Sanfront.
 
Fabio aveva appena diciassette anni, frequentava l’Ipsia a Savigliano, amava la montagna, i funghi e la caccia. La sera del 16 ottobre 2018, pochi minuti dopo la mezzanotte, si trovava a bordo di un fuoristrada Suzuki insieme al conducente e a un altro passeggero. Lungo la Provinciale 26, poco oltre Paesana, il veicolo su cui viaggiavano aveva impattato con tremenda violenza contro una Golf che procedeva in direzione opposta. Le speranze per Fabio si erano spente dopo un giorno di ricovero al CTO di Torino, dove era arrivato già in gravissime condizioni: i suoi genitori avevano acconsentito alla donazione degli organi.
 
Gli esami alcolemici sul guidatore della Golf, A.A., cittadino marocchino residente a Paesana, avevano dato esito positivo: 1,90 g/l dopo la prima rilevazione, 1,61 g/l alla seconda. Il conducente del Suzuki Jimny era invece risultato negativo all’alcol test. Anche questa circostanza è contestata all’automobilista dalla Procura di Cuneo, che procede nei suoi confronti per omicidio stradale. Secondo i rilievi del perito d’accusa, l’ingegner Paolo Occelli, sarebbe stata la Golf a invadere la corsia opposta mentre affrontava la curva dei Morena. In questo senso, a detta del consulente, depongono i riscontri sui danni subiti dalle due auto.
 
Concorda con questa ricostruzione il perito incaricato dal giudice, ingegner Giovanni Bersani: “Plausibile affermare che ci sia stata un’invasione di corsia della Golf, senza una correzione di traiettoria. Il conducente del Jimny, vedendo la corsia occupata, fece una manovra di emergenza a sinistra”. La conclusione è contestata dal geometra Alberto Modena, consulente della difesa, per il quale “tutti e due hanno invaso l’altra corsia, ma non è possibile stabilire chi lo abbia fatto per primo”. Nel corso dell’ultima udienza ha avuto luogo un confronto tra i due tecnici, relativo in particolare al punto d’urto e alla perdita di aderenza dei due veicoli.
 
A parlare è stato quindi l’imputato, il quale a sua volta ha negato di aver invaso la corsia opposta: “Ho visto il Jimny arrivare dalla parte opposta e tagliare la curva. Quando me ne sono accorto ero ormai a una quarantina di metri” ha sostenuto. La Golf, a detta del conducente, procedeva a circa 75 km all’ora al momento dell’urto. Fino a cinque minuti prima il maghrebino era rimasto seduto in un bar di Paesana con alcuni amici: “Ho bevuto tre bicchieri di vino fino a una mezzora prima e mangiato alcuni stuzzichini”. A domanda del pubblico ministero, l’uomo ha negato invece di aver assunto farmaci prima di mettersi alla guida: “Subito dopo l’incidente ho preso due pastiglie di Xanax perché tremavo e non avevo più forze. Ero anche spaventato dalla reazione degli altri”. Uno dei carabinieri intervenuti, in precedenza, aveva precisato che A.A. appariva alterato dall’alcol: “Faticava a parlare e a soffiare nell’etilometro. Aveva l’alito vinoso ed era agitato”.
 
All’11 marzo è fissata la prosecuzione dell’istruttoria. L’avvocato difensore ha già anticipato la volontà di richiedere un giudizio con rito abbreviato.

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