È stata una telecamera sotto i portici di Moretta a incastrare un pregiudicato torinese di Carignano, Andrea Zanda, condannato a cinque anni per una tentata rapina. Nel video, lo si vedeva rivolgere un rapido cenno di saluto a un passante, nei pressi di una tabaccheria. Quando i carabinieri hanno acquisito le immagini hanno capito che il soggetto ripreso poteva essere il malvivente che pochi istanti dopo aveva cercato di derubare un 65enne. La vittima aveva appena ritirato il contante dal postamat ed era entrato in auto. Il rapinatore lo aveva raggiunto, infilando il braccio nel finestrino aperto della macchina parcheggiata: “Dammi i soldi o ti taglio la gola” la frase di minaccia udita più volte dal pensionato. L’uomo, però, ha mostrato una grande prontezza: “D’istinto l’ho bloccato - ha raccontato - e gli ho risposto ‘i soldi sono miei, ho lavorato quarantaquattro anni’. Lui ha iniziato a spingere, allora mi è venuta l’idea di premere il clacson”. Il rapinatore a quel punto si era dato alla fuga. Il riconoscimento sarebbe arrivato solo dopo qualche giorno. Dapprincipio, infatti, il pensionato aveva indicato due diversi soggetti, entrambi risultati poi estranei. Le incertezze iniziati si sono dissipate grazie a quel video. La persona filmata nell’atto di rispondere al saluto del sospettato ha riconosciuto sé stessa e l’imputato nei fotogrammi mostrati. Un elemento decisivo per il sostituto procuratore Francesca Lombardi che ha chiesto la condanna a otto anni nei confronti del pregiudicato, oggi 38enne. A suo carico pesava anche il sequestro di un paio di bermuda e scarpe da ginnastica “di uso comune ma perfettamente coincidenti con quelli indossati al momento dei fatti”. L’avvocato Giuliana Vicinanza, legale dell’accusato, ha invece rimarcato le incertezze nella fase del riconoscimento, riconosciuta dallo stesso pm come “il vero tasto dolente di questo processo”. “Poteva anche trovarsi sotto il portico il giorno dei fatti - ha osservato la difesa - ma le telecamere di videosorveglianza riprendono il portico, non la piazza in cui è stata commessa la rapina. Era estate e sicuramente non c’era solo lui con indosso un cappellino e pantaloni corti”. Tra l’altro, ha aggiunto, “la persona offesa aveva parlato di pantaloni lunghi”. Oltre ai cinque anni di reclusione per il condannato c’è una sanzione pecuniaria di duemila euro, più ulteriori tremila euro di provvisionale da versare alla parte civile, in attesa di quantificare il risarcimento.