SALUZZO - Saluzzo, maghrebino condannato per truffa e spaccio di banconote false

Sentenza con ‘fuori programma’ a Cuneo: l’avvocato Luca Schera è stato sostituito perché colpito da misura cautelare. Avrebbe prodotto falsi permessi di soggiorno

a.c. 21/11/2019 16:11

 
Un anno e sette mesi di condanna è la pena comminata dal giudice Sabrina Nocente a un cittadino marocchino residente a Torino, E.M.B., giudicato colpevole di truffa e spaccio di banconote false.
 
L’uomo era stato denunciato il 21 novembre di tre anni fa dal titolare di un’azienda agricola di Saluzzo, accortosi del fatto che il cliente gli aveva rifilato una banconota da cento euro falsa. Un falso ben realizzato, in realtà, tanto che solo dai riscontri forniti dalla Banca d’Italia era stato possibile appurare la verità.
 
Pur senza accorgersi subito della truffa, il venditore si era già insospettito perché E.M.B. aveva acquistato ben 15 kg di mele senza nemmeno chiedere di quale varietà fossero. Per questo, dopo aver consegnato la merce, l’agricoltore aveva pensato bene di appuntarsi il numero di targa dell’auto guidata dal maghrebino.
 
Una precauzione che si sarebbe rivelata fondamentale per mettere i Carabinieri di Saluzzo sulle tracce dell’uomo, già condannato dal tribunale di Cuneo per vicende analoghe che risalgono allo stesso periodo. Il querelante, dopo aver riconosciuto E.M.B. sia durante gli interrogatori che in udienza, ha anche precisato che sarebbe stato disposto a ritirare la denuncia se avesse riavuto indietro i suoi cento euro.
 
A far notizia non è solo la condanna ma il ‘fuori programma’ verificatosi in aula. Luca Schera, l’avvocato che assisteva E.M.B., è infatti stato attinto dall’obbligo di dimora in seguito a una vasta operazione del Comando provinciale dei Carabinieri di Torino che nella giornata di ieri (mercoledì 20 novembre) ha portato a otto misure cautelari nei confronti di soggetti accusati di far parte di una rete del crimine internazionale. Secondo gli investigatori, il legale torinese avrebbe falsificato le pratiche per i permessi di soggiorno di numerosi immigrati, agevolando l’attività di un gruppo di trafficanti provenienti dal subcontinente indiano.
 
A causa dell’oggettivo impedimento dell’avvocato Schera, il giudice ha disposto la sua sostituzione con il collega Fabrizio Filipponi, che ha affrontato la discussione finale per la difesa.

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