SALUZZO - Stalking alla ex inquilina, condannato un artigiano di Saluzzo

La donna, titolare di un’attività commerciale, ha denunciato tra l’altro il danneggiamento dei macchinari in negozio: “Era stato versato acido da un lucernario”

a.c. 07/07/2022 18:05

L’auto imbrattata, le serrature del negozio riempite di colla, l’acido versato sui macchinari del negozio. E poi ingiurie, insulti, minacce in luoghi pubblici di Saluzzo, anche in presenza dei clienti. È quanto ha denunciato la proprietaria di un’attività commerciale situata in corso Piemonte, datando l’inizio della persecuzione al 2016.
 
Nell’autunno precedente la donna aveva acquistato i muri del negozio, in accordo con il proprietario al quale - da tredici anni - corrispondeva l’affitto. Mai nessuno screzio prima di quella compravendita, giurano entrambe le parti in causa: “Era stato lui stesso a insistere perché comprassi” ha precisato l’autrice della denuncia. Dopo, però, qualcosa si è incrinato fino a portare alla querela per stalking nei confronti di V.C., artigiano, accusato di persecuzioni dalla sua ex affittuaria e dal marito di lei. In tribunale la querelante non ha saputo spiegare cosa potesse esserci all’origine di tanto risentimento: “Forse ha pensato che avessi mandato i vigili da lui per denunciare alcuni lavori che stava facendo in casa. In realtà non l’ho mai fatto, è accaduto invece che una vigilessa entrasse in divisa nel mio negozio perché è mia amica e cliente”. Per l’imputato, si tratta di soldi che la ex inquilina avrebbe dovuto versare a saldo dell’acquisto.
 
“A marzo - ha raccontato la donna - ho trovato la mia auto imbrattata con una sostanza viscosa che il mio carrozziere mi ha detto essere usata dagli imbianchini. In estate ho cambiato le serrature perché la toppa era stata riempita di vinavil. A quel punto ho piazzato le telecamere”. Se in un primo tempo non aveva nemmeno pensato all’ex proprietario, in seguito l’ostilità sarebbe diventata palese: “Nei due anni successivi ha preso a minacciarmi e ingiuriarmi quando mi incontra, anche in presenza di mia figlia piccola. Al sabato poi si piazzava all’uscita infastidendo le mie clienti: le minacciava e pitturava le loro auto, tanto che ho dovuto chiudere in quel giorno perdendo grossi incassi”. La commerciante si dice inoltre convinta che il suo presunto persecutore abbia più volte lanciato immondizia e feci di cane davanti al negozio. Ma soprattutto che sia responsabile di aver arrecato un danno ingente alle attrezzature del suo locale: “Quel giorno l’ex moglie di V.C. mi aveva detto di averlo visto aggirarsi nei dintorni. Quando sono tornata in negozio ho sentito un forte odore di acido e ho trovato i macchinari che avevo comprato da poco completamente rovinati. L’acido era stato versato dall’alto attraverso un finestrone che avevo lasciato aperto. Si parla di danni per 10-15mila euro se oltre a quello che ho dovuto ricomprare aggiungiamo i vandalismi alla mia auto e a quella di mio marito”.
 
Tra i vari addebiti a lui mossi, l’imputato si è attribuito la responsabilità di un solo episodio, quella della colla nella serratura. A tutto il resto si è detto invece estraneo: “Non mi sono mai appostato per infastidire la clientela del negozio e nemmeno ho gettato spazzatura. Ho anch’io un’attività in zona e pulisco ogni mattina”. L’artigiano, assistito in tribunale dagli avvocati Pierpaolo Lingua e Alessandra Piano, si è detto a sua volta vittima di azioni moleste e intimidazioni: “Per quattro volte mi hanno bucato le gomme, il mio furgone è stato rigato. In negozio mi hanno buttato olio e gettato in terra i vasi: ho presentato una serie di denunce, anche per un furto in casa”. A suo carico il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto la condanna a un anno e due mesi di detenzione.
 
Il giudice Sandro Cavallo ha accolto le richieste della Procura così formulate, disponendo la sospensione condizionale della pena subordinata al pagamento della provvisionale. Alle due parti civili, moglie e marito, assistite dall’avvocato Vittorio Sommacal, andranno rispettivamente 5000 e 2500 euro, più i danni da liquidare in sede civile.

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