L’ossessione per il tradimento coniugale è all’origine di una persecuzione durata mesi, nel 2020, nei confronti del presunto “rivale” in amore, un ragazzo più giovane di lui, residente in un centro del Saluzzese. A.I., cittadino rumeno residente a Savigliano, classe 1983, è stato condannato a nove mesi di carcere con il beneficio della pena sospesa, per lesioni e molestie.
Nella denuncia contro di lui l’altro uomo parlava anche di un vero e proprio agguato in strada: l’allora 37enne accusato era sceso dall’auto colpendolo con un bastone fino a rompergli un braccio. “Per difendersi lui aveva parato i colpi con la mano, di qui la lesione alla mano confermata dal referto e dalla testimonianza della moglie” ha ricordato nella requisitoria il pubblico ministero Alessandro Bombardiere, chiedendo una pena di 8 mesi e 800 euro di ammenda. La coppia, formata da due ventenni anche loro di origini straniere, lamentava anche molteplici tentativi di mettersi in contatto con loro tramite telefono e social: “C’è una serie di chiamate dall’agosto all’ottobre 2020, fin quando marito e moglie sono stati costretti a cambiare utenza per evitare le molestie telefoniche. Non era bastato dismettere i collegamenti via Whatsapp e Instagram perché l’imputato, con altri profili, aveva cercato di ricontattarli”.
I messaggi erano sempre gli stessi: “Tuo marito ti tradisce” il tenore degli invii rivolti a lei. Tutto ciò, secondo la pubblica accusa, ha prodotto “uno stato d’ansia che è sfociato in problemi lavorativi per la donna e nel ricorso a uno psicologo”. I due giovani si sono costituiti in giudizio con l’avvocato Francesco Hellmann: “Dimostrato che A.I. abbia commesso l’aggressione, anche la frattura all’avambraccio coincide con la descrizione fornita. La persona offesa è poi stata costretta a interrompere la malattia per motivazioni di carattere economico”. Quella portata avanti, sostiene la parte civile, è un comportamento “quasi sconfinato nello stalking” e tale da cagionare anche danni economici ai destinatari.
Per la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Monica Giannini, in merito alle lesioni si rileva invece l’“inattendibilità” del querelante: “In istruttoria ha dichiarato di non aver mai colpito A.I. e averlo solo allontanato con le mani. Ciò contraddice il certificato medico del pronto soccorso, da cui risulta un trauma cranico dell’imputato con accesso in pronto soccorso la stessa sera”. Quanto alle molestie, sottolinea la legale, “la Cassazione ha escluso che si verifichi il reato di molestie quando c’è la possibilità di sottrarsi all’interazione”.
Il giudice Emanuela Dufour ha disposto nei confronti del condannato anche il versamento di una provvisionale di 2mila euro in favore dell’aggredito. La quantificazione del successivo risarcimento è rimessa al tribunale civile.