SAVIGLIANO - A ottobre il processo per diffamazione contro Giulio Golia

Il giudice ha respinto la richiesta di trasferire il procedimento da Cuneo a Monza. A denunciare la “iena” di Italia 1 è stato un tecnico ortopedico di Savigliano

Andrea Cascioli 27/05/2021 16:29

Resterà a Cuneo il processo per diffamazione contro Giulio Golia. Il noto inviato della trasmissione “Le Iene” era stato denunciato da un tecnico ortopedico di Savigliano, Silvio Galfione.
 
L’autore della querela sostiene che alcune affermazioni contenute in un servizio del programma di Italia 1, nella puntata andata in onda il 21 ottobre 2018, fossero lesive nei suoi confronti. Il reportage intitolato “L’uomo a cui hanno rubato le gambe” raccontava la vicenda del trevigiano Fulvio Marotto, un ex artigiano che nel 2003 aveva subito l’amputazione di entrambe le gambe a causa di una grave infezione. Poiché trovava poco funzionali le protesi che gli erano state fornite, Marotto aveva sfruttato le sue abilità per costruirsene un paio da solo, con l'aiuto di un amico.
 
L’inventore aveva suscitato l’interesse di vari tecnici, tra cui il saviglianese Galfione. Secondo quanto riferito da Marotto nell’intervista con “Le Iene”, l’ortopedico avrebbe infranto il patto di riservatezza a cui era stato vincolato e brevettato il prototipo all’insaputa del suo vero autore. Nello stesso servizio Golia aveva intervistato anche Galfione, il quale negava di aver defraudato Marotto della sua invenzione: l’ispirazione gli sarebbe venuta da uno studio americano che però, obietta Golia, sarebbe stato pubblicato solo dopo la registrazione del brevetto da parte del professionista 60enne. Il commento dell’inviato “da una parte abbiamo il classico inventore e dall’altra il classico furbetto che, fiutato il business, si è intascato l’idea” è stato ritenuto diffamatorio da parte del saviglianese, il quale ha denunciato l’autore del servizio e si è costituito in giudizio come parte civile.
 
Il fascicolo era stato assegnato inizialmente al giudice Emanuela Dufour, che si è dichiarata incompetente perché in veste di gip aveva già disposto il rinvio a giudizio dell’imputato. L’avvocato Martina Carluccio, in rappresentanza della difesa di Golia, ha chiesto al nuovo giudice Giovanni Mocci di trasferire il procedimento al foro di Monza, competente su Cologno Monzese dove hanno sede gli studi Mediaset, oppure a quello di Velletri, essendo l’imputato residente in Lazio.
 
Sull’istanza difensiva hanno espresso parere negativo sia il pubblico ministero Rosa Alba Mollo che l’avvocato Filippo Perlo per la parte civile. La legge Mammì prevede infatti che la competenza venga individuata nel luogo di residenza della persona offesa per i casi in cui la diffamazione consiste nell’attribuzione di un fatto determinato nell’ambito di un servizio televisivo: “La ratio - ha spiegato l’avvocato Perlo - è il tentativo di porre rimedio al disequilibrio tra la vittima della diffamazione e l’emittente televisiva: è una sorta di sfida Davide contro Golia, nel caso di specie anche un nome evocativo”.
 
Il giudice ha accolto questo parere rigettando l’eccezione di incompetenza territoriale e ha disposto che anche Mediaset venga citata in giudizio in qualità di responsabile civile. Il processo è rinviato al 4 ottobre.

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