SAVIGLIANO - Automobilista morì nel frontale contro un tir a Levaldigi: l’accusa è omicidio stradale

La vettura invase la corsia su cui viaggiava il mezzo pesante, di fronte all’aeroporto. “Ho fatto il possibile per evitarlo” dice il camionista finito a processo

in foto: Biser Tsvetkov, la vittima dell'incidente mortale

a.c. 23/01/2023 17:30

È finito a processo per omicidio stradale, malgrado l’evento scatenante del sinistro fosse stata un’invasione di corsia da parte dell’altro guidatore. “Mi dispiace tantissimo per quello che è accaduto, ho fatto tutto il possibile per evitarlo ma non ci sono riuscito” ha raccontato in aula il camionista oggi imputato, M.N., un 54enne di origini senegalesi residente a Centallo.
 
La Procura, sulla scorta dei rilievi effettuati dalla Polstrada e delle perizie, ha ipotizzato che il tir viaggiasse agli 80 all’ora in un tratto di strada dove vige il limite dei 70 chilometri orari. Si tratta del rettilineo della Statale 20 di Levaldigi, nel punto che si trova proprio di fronte all’ingresso dell’aeroporto. Qui, nella prima mattina del 27 luglio di tre anni fa, la Mazda 6 guidata da Biser Tsvetkov impattò contro l’altro veicolo dopo aver invaso la corsia opposta. Nulla da fare per il 47enne alla guida, un bulgaro residente a Orange, in Francia, dove era diretto al momento del tragico schianto. A provocarne la morte potrebbe essere stato un colpo di sonno o un malore.
 
I successivi esami tossicologici eseguiti sull’autista del camion hanno dato esito negativo sia per gli alcolici che per gli stupefacenti. Nessun accertamento è stato possibile per stabilire quale fosse la velocità della Mazda. Circa il fatto che il camionista avrebbe potuto evitare l’urto, decelerando, è scettico anche il perito dell’accusa, ingegner Lorenzo Giordano. È verosimile anzi che in caso di improvvisa decelerazione l’urto si sarebbe concretizzato in posizione ancora più frontale e con gli stessi esiti, ha precisato il consulente. Se però il guidatore si fosse mantenuto entro i limiti fin dall’inizio del rettilineo, lo scontro si sarebbe potuto scongiurare.
 
Non concorda con questa conclusione l’ingegner Luciano Petrillo, consulente dell’assicurazione, sentito come testimone nell’ultima udienza: “La ricostruzione va riferita a quando inizia il sinistro e cioè all’invasione di corsia. Da quel momento il conducente dell’autocarro ha fatto ciò che poteva per correggere la traiettoria, frenando e sterzando a destra: è un mezzo pesante, non un’auto”. In conclusione, ammette l’esperto, “c’è un leggero superamento del limite di velocità, ma non c’era il tempo necessario per attuare l’arresto del camion ed evitare l’urto”.
 
Il giudice ha fissato per il 4 maggio la discussione del procedimento.

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