Una storia costellata di continue vessazioni e maltrattamenti, che si sarebbero protratti anche dopo la fine della loro relazione, nel 2017. Finché la donna ha denunciato per minacce e danneggiamento il suo ex compagno e padre della sua bambina, ora a processo a Cuneo.

 

L’episodio più grave, da cui è scaturita la querela, risale al febbraio 2019: “Mi aveva riportato la bambina accusandomi di averle messo degli abiti che puzzavano di fritto” ha ricordato la donna, residente a Caramagna Piemonte. Ne sarebbe nata un’accesa discussione sotto casa di lei, culminata in minacce e insulti. Infine, quando era ormai rientrata, la donna aveva sentito un rumore provenire dalla strada: “Tornai indietro e mi accorsi che aveva spaccato lo specchietto retrovisore della mia auto”.

 

L’autrice della denuncia ha detto al giudice di non ricordare con precisione tutte le minacce proferite nel tempo da I.P., il suo ex compagno: “Me ne ha dette tante, anche dopo questo episodio”. Di una in particolare, però, sarebbe stato testimone il suo ex datore di lavoro che la accompagnava a riprendere la bambina: “Lui non voleva riportarla a casa mia, così sono dovuta andare io. In macchina, al telefono con il mio datore di lavoro, gli disse ‘non finirà finché non la vedrò sotto terra’”.

 

Anche i carabinieri di Savigliano, che avevano raccolto la querela, hanno riferito di aver trovato la donna molto scossa e spaventata dopo l’episodio dello specchietto rotto. Lei ha ammesso di continuare a temere le possibili conseguenze di quegli screzi: “Timore ne ho ancora e non abbasso mai la guardia, anche se attualmente sembra esserci un po’ più di calma. L'ultima minaccia mi è arrivata durante il lockdown a marzo”.

 

Il processo è stato aggiornato al prossimo 2 dicembre per ascoltare i testi a difesa.