FOSSANO - L’estintore esploso ferì un operaio a Fossano, ma l’azienda non è responsabile

Nel 2016 un dipendente perse la milza dopo un grave incidente sul lavoro. Il giudice ha stabilito che non ci fu negligenza sulla sicurezza

a.c. 05/07/2019 16:35


Si è risolto con una sentenza di piena assoluzione il processo intentato contro D.S., 48enne residente a Racconigi e titolare di un’azienda di attrezzature antincendio e antinfortunistiche a Fossano.

L’imprenditore era accusato di lesioni personali colpose in seguito a un grave incidente sul lavoro che nel febbraio 2016 colpì il suo dipendente P.C., mentre stava ricaricando un estintore portatile a polvere: nel fare questo l’addetto avrebbe utilizzato il gas di una bombola d’azoto fino a raggiungere una pressione di circa 90 bar, con una sollecitazione dell’apparecchio oltre il carico di rottura. Dopo averlo capovolto, l’estintore era scoppiato provocandogli un grave trauma addominale e la perdita della milza.

Solo una settimana prima, peraltro, una manovra incauta durante la ripressurizzazione aveva provocato un infortunio simile in Veneto, con la morte di un lavoratore. Sebbene l’operaio non incolpasse i titolari per l’incidente di cui era stato vittima, una prima deposizione tecnica spinse la Procura ad individuare diverse responsabilità in capo a D.S. e a due coindagati, la cui posizione è stata in seguito archiviata.

In particolare, si ipotizzava una negligenza sulle norme di sicurezza perché il documento di valutazione del rischio redatto dall’azienda era privo di informazioni sugli estintori e le bombole di azoto e lo stesso P.C. sarebbe stato privo di un’adeguata formazione in materia di ricarica degli estintori portatili.

Circostanza, quest’ultima, smentita dall’avvocato difensore di D.S., Claudio Streri: “La vittima dell’incidente stava svolgendo un’operazione per lui abitudinaria ed è in possesso di un attestato come manutentore degli estintori”. Inoltre, la ricostruzione iniziale adottata dall’accusa “collideva fin da subito con la deposizione della persona offesa, che ha descritto una dinamica di assoluta imprevedibilità”.

Un’ulteriore perizia disposta dal giudice Marco Toscano è stata dirimente: si è così potuta accertare, ha confermato il procuratore Gianluigi Datta, che la versione fornita da P.C. era realistica. Non si trattò quindi di mancata manutenzione ma di un evento impossibile da prevedere, ha concluso il pubblico ministero chiedendo il proscioglimento dell’imputato. La vittima dell’incidente, che ha continuato a lavorare per la stessa impresa, ha comunque già ricevuto un risarcimento per l’infortunio subito.

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