SAVIGLIANO - Molestò due ragazzine, si attende il processo al predatore sessuale a Cuneo

L’udienza preliminare prevista per questa mattina è stata rinviata. Arrestato per le violenze su un’undicenne a Mestre, Massimiliano Mulas resta in carcere

Andrea Cascioli 12/12/2025 15:25

Un cambiamento di legale è all’origine del rinvio dell’udienza preliminare che si sarebbe dovuta tenere questa mattina a Cuneo nei confronti di Massimiliano Mulas. Il 45enne, arrestato lo scorso 10 aprile a Mestre dopo le violenze su una ragazzina di undici anni, è accusato per fatti analoghi anche nella nostra provincia: qui il predatore sessuale, plurirecidivo, risultava ancora residente al momento dell’arresto. Aveva abitato alcuni mesi a Cervere mentre lavorava per un’azienda di Fossano. Nel novembre 2024, secondo le accuse, avrebbe avvicinato una bambina di dieci anni e una ragazzina di quattordici, entrambe sfuggite alle molestie. Sempre nello stesso periodo era stato denunciato per un adescamento di minore avvenuto a Cervere: su questa ulteriore vicenda indaga, per competenza distrettuale, la Procura di Torino. Mulas resta comunque in carcere a Gorizia, in attesa di giudizio anche per i fatti più gravi commessi in Veneto: qui era stato rintracciato e fermato dopo aver seguito la giovanissima vittima fin sul portone di casa e aver abusato di lei. L’uomo era stato riconosciuto in quell’occasione e la sua presenza confermata dal marsupio che aveva dimenticato sul posto, con dentro il portafogli e i documenti di identità. Quando è stato fermato, Mulas stava con molta probabilità tornando verso la casa della undicenne, dopo essersi accorto della dimenticanza. Solo in seguito gli inquirenti erano riusciti a collegare a lui anche i precedenti episodi in provincia di Cuneo. Le perizie successive e l’esame dei comportamenti tenuti in carcere in questi mesi hanno escluso la sussistenza di profili di infermità mentale, che avrebbero determinato la non imputabilità. Il pluripregiudicato ha un curriculum criminale che rimonta alla fine degli anni Novanta, quando abitava ancora con la famiglia a Tempio Pausania, nel Sassarese. Nel 1998 aveva mozzato la testa di un cane facendola ritrovare in un fustino di detersivo, insieme a una lettera estorsiva, a una ragazza del paese: paga 300mila lire o farai la stessa fine, il senso della minaccia. Pochi anni dopo, nel 2002, una prima violenza sessuale ai danni di una turista in Trentino: Mulas in quel periodo lavorava a Pieve di Cavalese. Condannato a quattro anni e mezzo di carcere, aveva di nuovo rapinato e stuprato due donne nel 2006 a Padova. Si trattava, in quel caso, di studentesse universitarie. La spirale di violenza non si è interrotta nemmeno dopo la seconda carcerazione. Uscito nel 2013, senza una valutazione psichiatrica che lo indicasse come soggetto socialmente pericoloso, si è rivolto questa volta alle minorenni: era già stato coinvolto in un’indagine per un’aggressione sessuale di questo tipo a Perugia. A suo carico ci sono anche due distinti procedimenti penali presso la Procura di Spoleto, sempre in Umbria, con accuse di violazione di domicilio e porto abusivo d’armi.