SAVIGLIANO - Parla l’uomo che ha denunciato la “iena” Giulio Golia: “Mi ha diffamato”

Il saviglianese Silvio Galfione era stato accusato nel servizio tv di aver “scippato” un’invenzione: “Falso, lavoravo da tempo al brevetto: lo dissi nell’intervista”

Andrea Cascioli 21/03/2022 18:00

C’è una complessa vicenda di brevetti incrociati e conflitti tra inventori all’origine del processo che ha portato alla sbarra, davanti al giudice di Cuneo, un imputato illustre: la “iena” Giulio Golia.
 
Si discute di una possibile diffamazione, conseguente alla messa in onda su Italia 1 di un servizio intitolato “L’uomo a cui hanno rubato le gambe”. La storia è quella di Fulvio Marotto, un artigiano di Treviso che nel 2003 aveva patito una terribile infezione da meningococco. A causa del virus, Marotto aveva subito l’amputazione di entrambe le gambe e aveva deciso di costruirne un paio con l’aiuto di un amico - poi vittima, a sua volta, di un’amputazione conseguente a un incidente motociclistico.
 
Il modello “fai da te” di Marotto ha suscitato nel tempo l’interesse di numerosi esperti di settore, tra i quali un tecnico ortopedico saviglianese, Silvio Galfione. I due, conosciutisi durante una fiera sanitaria nel 2010, avevano collaborato per qualche tempo. Quando nel marzo 2012 Galfione aveva presentato un brevetto relativo a una protesi, Marotto si era sentito defraudato della sua invenzione. Le Iene si erano occupate della vicenda nella puntata del 21 ottobre 2018, intervistando sia Marotto, sia Galfione. A carico di quest’ultimo, Golia non aveva lesinato giudizi critici: la frase “da una parte abbiamo il classico inventore e dall’altra il classico furbetto che, fiutato il business, si è intascato l’idea”, in particolare, è quella che ha spinto il tecnico ortopedico a chiedere al tribunale di dirimere la questione.
 
Stamane in aula Galfione ha ricostruito la genesi dell’intervista e dei suoi rapporti con Marotto: “Ero stupito che si fosse costruito da solo le protesi. Dopo l’incontro in fiera ho firmato un accordo di riservatezza e abbiamo cominciato a collaborare. Ma sono rimasto deluso, perché mi aspettavo qualcosa di diverso”. Anche il test effettuato con un suo paziente, ha spiegato il tecnico, avrebbe dato esito negativo. Di qui la decisione di interrompere la sperimentazione, comunicata a Marotto nel gennaio 2012: solo tre mesi prima della presentazione del brevetto. “Ci lavoravo già da prima di conoscere Fulvio” precisa, negando quindi di essersi appropriato dell’invenzione altrui: “Il metodo di Marotto non mi sembrava molto professionale né efficace e l’idea di base era comunque già nota”. Galfione smentisce, a questo proposito, di aver commesso una gaffe mostrando alle Iene uno studio scientifico la cui pubblicazione - secondo Golia - era posteriore e non precedente alla data del suo brevetto: “La ricerca che ho mostrato a Golia è del 1999 e si riferisce a un sistema sviluppato già negli anni Settanta”.
 
Circa le modalità dell’intervista, il saviglianese ha molto da ridire. Non solo per quanto riguarda le tempistiche (“ho parlato per un’ora, hanno selezionato cinque minuti”), ma perché la troupe avrebbe ignorato la sua esplicita richiesta di non mandare in onda il colloquio: “Già durante la trasmissione sono cominciati ad arrivare messaggi di insulti via Facebook, a centinaia: una persona ha scritto a mia figlia, dicendo che si sarebbe vergognato di un padre come me. Poi i giornali locali hanno preso a parlarne”. In ogni caso, precisa ancora la parte offesa, da parte di Marotto non è mai arrivata nessuna azione legale nei suoi confronti: “Dopo il brevetto per un periodo ho provato a commercializzare le protesi, insieme a un socio. È stato un fallimento e ho chiuso la società solo un mese dopo il servizio delle Iene, ma non a causa di questo”.
 
L’altro protagonista della vicenda, Fulvio Marotto, era anche lui a deporre quest’oggi. Ha confermato la versione offerta alle telecamere, spiegando di aver saputo del brevetto di Galfione da un centro di ricerche con cui era in contatto: “Non sapevo ancora di cosa si trattasse, ma potevo immaginarlo. Per questo ho depositato a mia volta una richiesta di brevetto”. Anche la sua era stata accettata dall’ufficio preposto: “Credo si tratti di un errore, perché quando ho visto il video di presentazione di Galfione non ho notato differenze”. Quanto alla scelta di non rivalersi del presunto “scippo”, il trevigiano osserva: “Volevo incaricare un avvocato, ma poi ho visto che la società svizzera di Galfione era stata chiusa e ho rinunciato all’azione legale”.
 
Il 30 giugno, insieme agli ultimi testimoni, sarà in aula anche Giulio Golia per rispondere alle domande del giudice e delle parti. La sentenza è attesa per il 18 luglio.

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