SAVIGLIANO - Savigliano, rubò un portafoglio in un bar: il giudice lo condanna nonostante il risarcimento

Il pregiudicato era stato colto sul fatto dalle telecamere, ma non gli è bastato restituire il maltolto per evitare il verdetto

a.c. 09/01/2020 14:01

 
Non gli è bastato ammettere la colpa e risarcire il maltolto per evitare la condanna: C.D., pregiudicato accusato di furto, è stato condannato a sei mesi di reclusione.
 
I fatti risalgono all’ottobre del 2018 e riguardano la sottrazione di un portafoglio che una signora genovese di 56 anni aveva lasciato nella borsa, incustodita, all’esterno di un bar nel pieno centro di Savigliano. Un attimo di distrazione, ha ammesso la vittima, giustificato dal desiderio di fotografare suo figlio che si era allontanato per suonare insieme a un gruppo di artisti di strada.
 
Solo quando è arrivato il momento di riaccompagnare il figlio in ospedale, dove era ricoverato in seguito a un complesso intervento chirurgico, si è accorta di non avere più il portafoglio: “Quando sono tornata al bar mi hanno detto di averlo ritrovato nel bagno. C’erano il bancomat e i documenti, ma i soldi erano spariti”.
 
Per fortuna una telecamera di sorveglianza collocata nei pressi del dehor del locale aveva consentito di inchiodare la ‘mano lesta’. Le riprese mostravano l’uomo, seduto a uno dei tavoli in compagnia di un’altra persona, allungare la mano verso la borsa incustodita della signora ed entrare poco dopo nel bar. Il carabiniere che aveva raccolto la denuncia aveva riconosciuto subito C.D., già segnalato per vari furti commessi nella zona e fermato in due occasioni, una decina d’anni fa, per aggressione e minaccia: dopo il licenziamento da una ditta di Revello, si era appostato nei pressi dell’azienda molestando gli ex colleghi.
 
“Avevo notato l’uomo seduto al tavolo vicino insieme a una donna, perché con loro c’era anche un cane” ha aggiunto la parte offesa nella sua deposizione. La signora è stata risarcita da C.D. dell’intera somma sottratta, ma ha deciso comunque di non ritirare la querela.
 
Il giudice Sabrina Nocente, in ragione del risarcimento, ha escluso l’aggravante che la Procura aveva contestato, ma ha comunque riconosciuto colpevole l’imputato.

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