SAVIGLIANO - Savigliano, sequestrata e violentata dal marito: ‘Pretendeva sesso dicendomi che ero sua’

La 45enne ha ricostruito in tribunale la tremenda notte del dicembre 2017 in cui venne pestata a sangue dal coniuge e costretta ad avere rapporti

a.c. 14/10/2020 20:01

 
“Mentre mi violentava diceva ‘tu sei mia moglie’. Lo aveva ripetuto sovente in altre occasioni, dicendo che dovevo fare sesso con lui anche quando non volevo”: con queste parole la donna, una 45enne di Savigliano, ha ricostruito in tribunale i momenti terribili della notte del 19 dicembre 2017.
 
A processo c’è il suo ex marito, un uomo di nazionalità albanese che lei aveva conosciuto nel 2014 a Marene, dove lui risiedeva, e sposato dopo meno di un anno di fidanzamento. Fin dall’inizio del matrimonio però i rapporti avevano cominciato a raffreddarsi: colpa - sostiene lei - delle discussioni sulle spese eccessive in famiglia e soprattutto della decisione di lui di trasferirsi per lavoro in un paese del Torinese. Dalla primavera del 2017 la convivenza era di fatto cessata. La moglie continuava seppur controvoglia a fare la spola tra casa sua e il nuovo alloggio del marito, che l’aveva invitata a raggiungerlo anche in quel giorno di dicembre.
 
All’arrivo l’aveva trovato già alterato dall’alcol: non era la prima volta che accadeva e in passato si era mostrato aggressivo in quelle occasioni, ha ricordato la presunta vittima. Dopo cena, quell’aggressività latente si sarebbe trasformata in un impeto di rabbia furiosa: “Mentre ero seduta sul divano ha cominciato a dirmi che gli nascondevo un amante e a insultarmi, poi mi ha presa per il collo e mi ha dato un pugno sul labbro, afferrandomi per i capelli e trascinandomi sul pavimento. Perdevo sangue dal naso e dalla bocca e gridavo aiuto, avevo paura che mi volesse uccidere”. Le violenze, secondo il suo racconto, non erano cessate nemmeno quando lei era già a terra: “Mi ha dato un calcio sulla coscia procurandomi un livido molto grande. Quando poi mi sono rialzata e ho preso il telefonino per chiamare la polizia me l’ha levato di mano e se l’è messo in tasca. Poi ha preso tutti i miei effetti personali e ha chiuso la mandata della porta, mettendosi la chiave in tasca”.
 
Solo dopo le tre di notte il marito, sempre più ubriaco, avrebbe acconsentito a lasciarla almeno riposare: “Speravo si mettesse anche lui a dormire, ma quando siamo stati a letto mi ha afferrata per i polsi levandomi i pantaloni e ha preteso un rapporto sessuale contro la mia volontà. Urlavo come una matta e chiedevo aiuto, ma nessuno mi ha sentita”. Alle prime luci dell’alba, la donna sarebbe riuscita finalmente ad approfittare del sonno profondo in cui era caduto il suo aguzzino per sottrargli le chiavi di casa e fuggire, camminando a fatica per il dolore. All’ospedale i medici avevano refertato le violenze sessuali, insieme alle lesioni sul viso e il corpo.
 
Per i fatti di quella notte l’uomo si trova ora imputato oltre che di violenza sessuale anche dei reati di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Ma stando alla ricostruzione accusatoria, quella violenza sarebbe stato solo l’epilogo di una relazione segnata fin quasi dall’inizio da un’idea malata e possessiva dei rapporti affettivi: “C’erano stati momenti affettuosi quando eravamo ancora fidanzati, ma quando ci siamo sposati lui è cambiato: è come se fossi diventata una sua proprietà”. Già in altre occasioni l’uomo avrebbe tentato di obbligarla a fare sesso: “Se non accondiscendevo mi spingeva giù dal letto a calci e mi insultava. Un giorno aveva cercato di violentarmi mentre dormivo ma ero riuscita a divincolarmi”.
 
Per queste ragioni la donna si era rivolta già nei primi mesi di matrimonio all’associazione anti-violenza Mai+Sole e a un avvocato, che le aveva consigliato di annotare ciò che le accadeva su un diario: “Non ho chiesto la separazione prima - ha spiegato - perché non sapevo come liberarmi di lui, che ha cercato di tornare a casa perfino dopo quei fatti. Avevo paura anche per i miei famigliari”.
 
Il 31 marzo 2021 è prevista l’audizione degli altri testimoni di accusa e parte civile.

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