RACCONIGI - “Sono il figlio di Antonio, ti ricordi?”: in due a processo per i furti con la cassetta di frutta

A bordo di un furgone fermavano anziani per strada, fingendo di conoscerli e di volergli consegnare frutta. Poi fuggivano con le banconote “sfilate” alle vittime

Andrea Cascioli 27/11/2023 16:00

Il modus operandi era lo stesso ogni volta, cambiavano solo le destinazioni e - ovviamente - le vittime designate, perlopiù anziani. I malintenzionati li avvicinavano con modi affabili, fingendo di riconoscerli e muovendosi in pochi istanti: sceso dal furgone, uno dei due insisteva per lasciare una cassetta di frutta al vecchio “amico di famiglia”. Un regalo, anzi, una consegna in cambio di una piccola offerta. Il tempo di mostrare un’indecisione e il ladro sfilava banconote dal portafoglio del malcapitato, dandosi poi alla fuga insieme al complice-autista.
 
Con questo sistema la “banda del Doblò” ha colpito in diversi centri della provincia Granda, nella seconda metà del 2018: a Carrù (due volte), Fossano, San Michele Mondovì, Racconigi, Revello. Quello che non sapevano è che la Polstrada di Torino era sulle loro tracce fin da gennaio, dopo la denuncia di un derubato. Il passante aveva fatto in tempo a prendere il numero di targa del furgone, un Fiat Doblò di colore chiaro. Era risultato intestato a un individuo residente a Napoli, con vari precedenti analoghi. Dietro al furto, avevano scoperto gli investigatori, c’era una vera e propria organizzazione: all’incirca ogni due settimane, i malviventi salivano in Piemonte dalla Campania, alloggiando in un residence nel Torinese. A disposizione avevano diversi furgoni dello stesso tipo, tutti intestati a persone di loro conoscenza. La frutta “offerta” era merce scadente, reperita con facilità nei mercati generali.
 
Un 72enne di Racconigi, avvicinato con questa tattica, ha ricostruito l’episodio avvenuto nei pressi del cimitero cittadino: “Ero al passaggio a livello, in attesa di raggiungere il camposanto. Un ragazzo è passato sostenendo di conoscermi, siccome sono un docente in pensione ho pensato si trattasse di un ex allievo. Aveva una trentina d’anni e la barba, parlava con inflessione meridionale. Dal finestrino del furgone, sorridendo, mi ha detto ‘sono il figlio di Antonio’”. Il fantomatico “Antonio” lo avrebbe incaricato di consegnargli una cassetta di frutta: “Ha aperto lo sportello - ricorda ancora il testimone - e ho visto che era frutta marcia. Benché perplesso, ho fatto il gesto di aprire il borsello per fargli una piccola offerta. Lui ha afferrato cinquanta euro senza lasciarmi il tempo di reagire”. Subito dopo due agenti in borghese, qualificatisi con il tesserino, lo avevano fermato e gli avevano chiesto se fosse stato derubato.
 
Sul furgone la polizia aveva piazzato un gps per seguire gli spostamenti della banda, avvalendosi anche del tracciamento dei cellulari. Si è arrivati così all’individuazione di due pregiudicati, Raffaele Castiello detto Lello e Giuseppe Del Gaudio. Nelle intercettazioni i due venivano anche chiamati per nome e uno dei veicoli utilizzati per i furti in serie risultava intestato alla compagna di Castiello. “Il tracciato del gps coincide con le tempistiche dei furti denunciati” ha sottolineato il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, chiedendo la condanna di Castiello a quattro anni e una multa di 1300 euro e del coimputato Del Gaudio a tre anni e sei mesi più 1100 euro di multa. Alcuni dei capi d’imputazione in realtà sarebbero stati “sdoppiati” su un altro processo, mentre in due episodi Castiello era presente solo come passeggero e non è stato perciò incriminato. L’avvocato Antonio Rummolo, legale di entrambi gli imputati, ha chiesto per l’assoluzione anche per i furti contestati dalla Procura, alla luce del riconoscimento ritenuto non sufficientemente certo: “Gli operanti - ha detto il difensore - non affermano di averli visti sul posto durante il pedinamento”. Non c’è comunque prova, ha sostenuto il legale, che si trattasse di furti con destrezza, anziché di semplici truffe.
 
Il 21 dicembre è attesa la sentenza del giudice.

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