CAVALLERLEONE - Sorpassò il trattore che stava svoltando, automobilista condannato per omicidio stradale

Per la morte del 65enne Luigi Vignola a Cavallerleone il giudice ha ritenuto responsabile l’altro guidatore. La Procura aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato

a.c. 12/07/2023 17:40

Non è bastata la richiesta assolutoria del pubblico ministero a convincere il giudice della non colpevolezza di V.G., agente di commercio torinese, accusato di omicidio stradale per la morte di Luigi Vignola.
 
Il pensionato 65enne, ex operaio, morì a Cavallerleone il 22 aprile di due anni fa, dopo essere stato sbalzato dal trattore che stava guidando lungo via Murello. La Volkswagen Tiguan gli si era accodata, per poi cercare di superarlo in prossimità dell’incrocio con via Cascinetta. Proprio in quel momento, però, il trattore aveva effettuato una repentina svolta sulla sinistra. Nell’impatto con l’auto, nonostante la bassa velocità, il mezzo agricolo si era ribaltato e Vignola era stato travolto, subendo lesioni che l’avrebbero portato alla morte.
 
L’automobilista ha in seguito risarcito i familiari del defunto, non costituitisi nel procedimento penale. L’iniziale contravvenzione che i carabinieri gli avevano elevato, per sorpasso all’incrocio, era stata impugnata e annullata dal giudice di pace di Saluzzo, insieme alla contestuale sospensione della patente. Pare infatti che l’intersezione non fosse segnalata in modo corretto. Sul tema si sono confrontati i periti dell’accusa e della difesa: secondo l’ingegner Roberto Storace, consulente della Procura, il cartello era visibile ed era stato infatti fotografato durante i rilievi, alcune settimane dopo. All’opposto l’ingegner Fiorenzo Zublena, l’esperto della difesa, rileva che “l’unico cartello era divelto e appoggiato a una staccionata”. I tecnici concordano comunque sul fatto che l’impianto elettrico del trattore fosse inefficace e che il guidatore non avesse inserito la freccia prima di svoltare: “L’automobilista andava piano, se avesse avuto consapevolezza avrebbe potuto frenare prima” sostiene Storace. “Quel trattore non poteva circolare su strada” afferma Zublena, stigmatizzando l’assenza di verifiche sulla revisione e l’assicurazione del veicolo: in ogni caso, sottolinea, “non funzionavano né le frecce né gli stop”.
 
Prima della discussione l’imputato ha reso le sue dichiarazioni, precisando di aver visto il trattore in lontananza: “Andavo a 50 chilometri all’ora, mi sono accodato ma era molto lento. Allora ho iniziato il sorpasso, ma lui ha svoltato all’improvviso. Non è stata una vera e propria collisione, la mia auto non ha avuto danni ma il trattore si è ribaltato e il guidatore è stato sbalzato fuori”.
 
“Mancano elementi decisivi per affermare la colpevolezza dell’imputato” ha concluso il sostituto procuratore Alberto Braghin: “Se il trattore avesse avuto cinture e dispositivi di sicurezza il Vignola non sarebbe stato sbalzato dall’abitacolo. L’automobilista ha tenuto una condotta regolare, non è determinante il fatto che il cartello ci fosse o meno”. Concorde l’avvocato Colla, difensore dell’imputato: “Il trattore era un veicolo del 1968, non revisionato, senza cintura di sicurezza e senza frecce e luci. Non avrebbe dovuto circolare su strada pubblica”.
 
Per il giudice Sandro Cavallo, però, sussiste una responsabilità in capo all’agente di commercio, il quale è stato perciò condannato alla pena di un anno di reclusione.

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