SAVIGLIANO - “Ti faccio trasferire in Sardegna” non è una minaccia: assolto il guidatore intemperante

L’uomo, un pregiudicato fermato dai carabinieri a Savigliano, è stato comunque condannato per guida in stato di ebbrezza: aveva rifiutato l’alcol test

Andrea Cascioli 08/07/2023 12:20

Sarà che ormai i collegamenti aerei - compreso quello da Levaldigi - hanno sfatato la nomea di “inaccessibilità” della Sardegna. Sarà che anche a Cuneo, in quanto a collegamenti difficili e scarsa apertura al mondo, c’è poco da scherzare. Sta di fatto che intimare a un carabiniere “ti faccio trasferire in Sardegna” non è reato. Lo è, in compenso, la guida in stato di ebbrezza. Solo per questo il tribunale ha condannato N.C., classe 1986, pregiudicato di origini salernitane residente in Svizzera.
 
L’uomo era stato fermato nel novembre 2021 da una pattuglia di carabinieri, impegnati in un normale controllo nel territorio di Savigliano. Poiché alla vista era apparso “alticcio” ai militari, gli era stato richiesto di sottoporsi all’alcol test. Il guidatore non soltanto aveva rifiutato, ma si era scagliato verbalmente contro i carabinieri, specie durante gli adempimenti in caserma. Gli autori della denuncia hanno registrato, tra le voci dal sen fuggite, frasi come “io ho fatto delle rapine e il mio avvocato è talmente bravo che mi ha fatto prosciogliere, mentre tutti gli altri indagati sono stati condannati”.
 
Oltre ad “autoincriminarsi” per non meglio precisati reati, il 35enne aveva minacciato di ritornare il giorno dopo e “denunciare per falso” i carabinieri, sostenendo che alla guida non ci fosse lui ma la sua compagna (“la mia magica Veronique”, nelle sue parole). Poi aveva rivolto a un vice brigadiere la fatidica frase “ti faccio trasferire in Sardegna”: per suprema ironia, l’appuntato scelto che era insieme a lui in quel momento era in effetti un carabiniere di origini sarde.
 
In tribunale il pubblico ministero ha chiesto la condanna a nove mesi di arresto e 1500 euro di ammenda per entrambi i reati. La difesa ha rimarcato comunque l’insussistenza degli elementi propri della minaccia, dal momento che difficilmente l’imputato avrebbe davvero potuto dar seguito a queste azioni. Il giudice, concorde, ha assolto da questa accusa N.C. perché il fatto non sussiste, condannandolo invece a sei mesi di arresto e 1500 euro di multa per la guida in stato di ebbrezza. Nei suoi confronti, poiché la patente svizzera non può essere sospesa dall’autorità amministrativa italiana, è stata disposta la sanzione aggiuntiva dell’inibizione alla guida in territorio nazionale per la durata di un anno.

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