RACCONIGI - Truffa sui contributi regionali, sotto accusa un imprenditore agricolo

Il titolare di un’azienda di Racconigi avrebbe gonfiato una fattura per ottenere un rimborso da oltre 37mila euro sull’acquisto di un mezzo

a.c. 14/10/2019 20:49


Avrebbe acquistato un mezzo agricolo al prezzo di 47mila euro, facendo però figurare - in accordo col venditore - un importo ‘gonfiato’ di 103mila euro in modo da poter riscuotere il contributo di 37400 euro che la Regione Piemonte aveva stanziato nel 2009 nell’ambito di un piano di sviluppo rurale. Per questo S.B., imprenditore agricolo di Racconigi, si trova ora a rispondere dell’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I fatti risalgono al dicembre 2013 e riguardano la compravendita di un sollevatore telescopico presso un’officina di riparazioni agricole. Tre anni più tardi, la segnalazione da parte dell’Agenzia delle Entrate di Saluzzo ha fatto scattare le indagini della Guardia di Finanza che hanno portato al rinvio a giudizio dello stesso S.B. e di S.P., l’uomo dal quale aveva acquistato il mezzo. Quest’ultimo, titolare di un’officina meccanica a Sant’Albano Stura, si sarebbe prestato ad agevolare la frode ideata dall’imprenditore racconigese. In un diverso procedimento, ha ammesso le sue responsabilità e patteggiato la pena, sostenendo di non aver ricevuto nessun compenso per la sua collaborazione. S.B. è invece intervenuto in aula nell’udienza odierna del processo che lo vede imputato, negando con forza qualsiasi addebito: “Solo nell’ambito dell’indagine fiscale sono venuto a sapere che S.P. aveva sostituito la regolare fattura di 103mila euro da me pagata con una di minore importo, allo scopo di abbattere l’Iva e l’imposta sui redditi” ha dichiarato davanti al giudice. L’imputato nega di aver mai ricevuto somme in contanti a titolo di ‘restituzione’ dopo il versamento degli assegni, come sostiene invece la Procura: “Ho pagato 123600 euro comprensivi di Iva in diversi assegni, il primo dei quali incassato il giorno della vendita e gli altri nei mesi successivi fino al 30 giugno 2011, come da accordi. Non ho mai ricevuto soldi a parziale rimborso del prezzo pagato, né da S.P. né da altri”. Un riscontro alle sue parole, secondo S.B., verrebbe dal fatto che il prezzo di 47mila euro per un veicolo nuovo di quel tipo è da considerarsi irrealistico: “È una cifra fuori mercato, a meno che non si tratti di un mezzo usato. Solo pochi giorni fa ho rivenduto quello stesso sollevatore, senza la benna, per 32mila euro più Iva”. Le battute finali del processo sono affidate al pubblico ministero e all’avvocato difensore Luca Martino nell’udienza che si svolgerà il 31 ottobre.

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