ALBA - NEUROCROMIE. Ai confini del sé perduto

Ad Alba la mostra del pittore Giancarlo Giordano. Pennellate viscerali che raccontano il dolore incontrato nei 23 anni da infermiere nell'ex manicomio di Racconigi

Pietro il pittore, 2023, olio e acrilico su tela
Germano, olio e acrilico su tela (particolare)
Internato, 2018, olio e acrilico su tela
Figura in un interno blu, olio e acrilico su tela

Francesca Barbero 31/08/2023 10:24

Venerdì 1 settembre, presso il palazzo Banca d'Alba, si inaugura "NEUROCROMIE. Ai confini del sé perduto", mostra di Giancarlo Giordano a cura di Anna Cavallera. L'esposizione rientra nel programma del Festival Culturale Profondo Umano e presenta una ventina di opere del pittore piemontese, originario di Racconigi, apprezzato dalla critica italiana e estera. L'artista, autodidatta e appassionato d’arte (con i suoi riferimenti nella pittura di Georges Rouault, Costant Permeke, Edvard Munch, Francis Bacon e Lucian Freud), nel 1969 fa la sua conoscenza con la sofferenza quando entra, in veste di infermiere,  nell'ex manicomio di Racconigi, struttura che, con la legge Basaglia del 1978, diventerà ospedale psichiatrico per chiudere definitivamente le sue porte nel 1997. Giordano lavorerà al suo interno fino al 1992. Ventitré anni durante i quali incontra il dolore di chi, affetto da una patologia mentale conclamata oppure presunta -in tanti ad essere reclusi in quanto persone socialmente scomode come dissidenti, reduci della seconda guerra mondiale, omosessuali, alcolisti, familiari indesiderati o donne che si ribellavano ai ruoli imposti dalla società- viene rinchiuso dentro un'istituzione che annienta e disumanizza gli individui, degradandoli e privandoli dell'identità, dentro le mura di una società parallela e nascosta dove la follia non è soltanto quella senza colpa delle persone affette da patologie psichiatriche, ma anche quella colpevole di un sistema macchiatosi dell'orrore di maltrattamenti, abusi e torture. Il pittore convive con la rassegnazione dell'uomo prigioniero dell'istituzione e trasferisce la sua esperienza del dolore e del male in una pittura viscerale -nel senso letterale di viscere- dalle pennellate profonde e istintive smosse, dall'interno, bituminose e espressioniste, dando vita a opere in cui protagoniste sono figure deformate, svuotate della linfa vitale, schiacciate dal peso di un'esistenza divenuta condanna, perse dentro il loro oblio. Figure che urlano in in silenzio la solitudine e la disperazione, spettri di chi, un tempo, era una donna, un uomo, un essere umano.
 
"NEUROCROMIE. Ai confini del sé perduto" 1-19 settembre
Palazzo Banca d'Alba, Via Cavour 4 (Alba)
Inaugurazione: venerdì 1 settembre ore 18.30
 
Orario di apertura:
Martedì, giovedì e venerdì: 15.00 – 19.30
Sabato e domenica: 10.00 – 12.30 / 15.00 – 19.30
 
Ingresso libero.
 
Informazioni e programma completo del Festival Culturale Profondo Umano QUI.

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