CUNEO - Alla scoperta del rifugio antiaereo di discesa Bellavista con il Fai

Le visite guidate organizzate in collaborazione con Cuneo Sotterranea oggi e domani, nell'ambito delle Giornate Fai di Primavera

Redazione 23/03/2024 10:59

A Cuneo i morti accertati sotto i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale furono oltre 97. Le prime bombe a cadere sulla città furono quelle dell’Armée de l’Air francese, la notte del 17 giugno 1940: cinque ordigni precipitarono davanti al Liceo “Silvio Pellico” (scambiato per una caserma) senza esplodere. Il 14 agosto 1944 fu invece bombardato l’Ospizio per cronici presso l’attuale corso Kennedy: trentasei i morti. L’11 febbraio 1945 fu colpito da aerei alleati l’edificio di corso Gesso presso l’attuale piazza Boves: venti morti. I bombardamenti riguardavano obiettivi militari, ma anche vie di collegamento, ponti, linee elettriche. Per questo la città fu costretta a dotarsi di una rete di rifugi antiaerei, puntellando le cantine delle abitazioni private e realizzando veri e propri “bunker” pubblici. Tra i ricoveri collettivi più grandi (e più sicuri) c’era quello situato in discesa Bellavista, che da stamattina e per tutto il fine settimana è aperto al pubblico nell’ambito delle Giornate Fai di Primavera. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con “Cuneo Sotterranea” e “All4You”, a fare da “Ciceroni” alcuni studenti dei licei “De Amicis”, “Silvio Pellico” ed “Ego Bianchi”, oltre ai volontari del Fai.
 
Il rifugio antiaereo di discesa Bellavista, come detto, è uno dei tanti rifugi pubblici interrati che, durante la seconda guerra mondiale, offrivano sicurezza ai cittadini durante i bombardamenti aerei. Il suo accesso principale è visibile nella scarpata a fianco della discesa, una semplice porta in ferro fra i cespugli, chiusa da lucchetti, che si ritrova identica poco più a monte, dove si apre il secondo accesso allo stesso rifugio (un rifugio “gemello” si trova invece sull’altro versante dell’altipiano, lungo la discesa delle Giuseppine).
 
Questo rifugio è stato progettato dall’ingegner Cesare Vinaj, ingegnere Capo dell'Ufficio Tecnico Comunale di Cuneo dal 1922 al 1960: è costituito da un semplice tunnel rettilineo con volta curva, largo tre metri e alto altrettanto, realizzato in cemento armato circa quattordici metri al di sotto della carreggiata di corso Kennedy. Ad esso si accede da due tunnel di sezione ridotta, posti ortogonalmente al suo asse, sfocianti nella scarpata laterale alla discesa Bellavista, con una semplice porta metallica nascosta dalla vegetazione. L'aerazione naturale era assicurata da camini di ventilazione che sfociavano fra i cespugli della riva. Al suo interno era previsto anche un piccolo locale per i servizi, costituiti da semplici latrine. Non era prevista illuminazione elettrica, ci si serviva di lampade a olio. Erano invece probabilmente presenti alcune panche in legno, unico allestimento del luogo. La popolazione veniva allertata degli imminenti bombardamenti tramite alcune sirene, che suonavano poi successivamente per annunciare il cessato allarme. Ogni rifugio aveva un responsabile, che si occupava di far confluire la popolazione nei bunker e di far rispettare una serie di regole: all'interno dei rifugi, per esempio, non erano ammesse armi e non era consentito fumare.
 
Le visite guidate proseguiranno nel pomeriggio, dalle 14 alle 18, e domani, domenica 24 marzo, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 (in entrambe le giornate ultimo ingresso alle 17.30): gli ingressi, a gruppi di quindici persone, saranno ogni mezz’ora.
 
QUI tutte le iniziative del Fai nel fine settimana in provincia di Cuneo.

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