CUNEO - La "casa" di una generazione

Storie e ricordi del Nuvolari: uno spazio vivo, all'aria aperta, sempre pieno di musica. Nel 2016 gli Airportman, con Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, salivano sul palco prima degli Esterina

Fotografia: Francesco Pala

Francesca Barbero 19/02/2023 07:30

Una rubrica per raccontare il palco più importante della provincia cuneese, che oggi non esiste più: il palco del Nuvolari. Per rendere eterno un luogo nei ricordi di chi quel palco l'ha vissuto sopra, sotto e nel backstage. Un palco che in 27 anni - il Festival del Nuvolari Libera Tribù durava tutta l'estate - ha dato più di una scossa a una cittadina di provincia immobile e sonnolenta. Non un semplice amarcord per i tanti, troppi, nostalgici ma piccole istantanee dei live, della magia post concerto che, ogni notte, si ripeteva nel parco e di vita vissuta. Prove dell'esistenza di un'epoca in cui la scena musicale era più viva che mai. Un'idea nata per caso che non avrebbe mai preso forma senza le band, che hanno aperto i loro cassetti della memoria, e senza il prezioso aiuto di Andrea Ceraso, musicista, regista e amico. E ovviamente senza il Genius Loci del Nuvolari, con la sua capacità di dare vita a una dimensione particolarmente intima che avvicinava artisti e pubblico in modo unico. A tutti loro va il mio grazie.
 
"Entravo, percorrevo la prima parte di quel corridoio e arrivavo davanti al bar centrale dove intravedevo la testa di Castoldi sopra tutte le altre. Là con lo sguardo alto, fiero e orgoglioso della sua creatura. È il ricordo fotografico del Nuvolari più impresso nella mia memoria". Castoldi, nell'immagine del chitarrista degli Airportman Giovanni Risso, come moderno Prometeo che, nella versione cuneese, dona la musica live alla silenziosa provincia? Sicuramente il Nuvo è stata una creatura diversa e ribelle, a volte incompresa ma amata da molti e dal suo creatore. "La casa" di più generazioni di ragazzi, non solo di musicisti, dove stringere amicizie e fare conoscenze. Un aspetto fondamentale che va sottolineato per capire l'essenza del luogo. Un contenitore artistico e culturale dove stare bene, ascoltare e fare buona musica , questo l'intento del suo creatore. Gli Airportman, band post rock cuneese dell'interiorità, nati nel 2022 dal sodalizio di Giovanni Risso e Marco Lamberti, hanno suonato al Nuvolari in molte occasioni ,"dall'apertura alla chiusura". L'ultima volta  l'11 agosto 2016 con Tommaso Cerasuolo dei Peturbazione, in apertura degli Esterina. "Un concerto meraviglioso e tra amici. Gli Esterina si erano già esibiti qui all'uscita del loro primo disco, quando ancora non erano conosciuti". Altra peculiarità della creatura plasmata da Castoldi era di permettere ad artisti non ancora affermati di salire su quel palco. "Un palco di cui ricordo ogni particolare, compresi i pomeriggi di soundcheck e la trepidante attesa prima di salire, ogni volta una gioia infinita, un palco che è stato fondamentale per tutta la scena musicale, e non solo per quella locale. Il palco di un festival unico nel suo genere e ambitissimo da moltissime band, per noi un modo di avere, a Cuneo, il nostro spazio 211 e anche per far sentire la nostra musica". La possibilità per i gruppi locali di farsi ascoltare non era limitata al momento dell'esibizione perché per tutta l'estate si potevano incontrare musicisti noti. "Arrivavo il prima possibile per poter scorgere le band che ancora stavano mangiando le pizze e cercavo di salutare e lasciare un demo. Ne ho sparsi parecchi in giro per il Nuvo" racconta Giovanni. Oggi, abituati alla musica in streaming e alle piattaforme digitali, sembra un gesto di un'altra epoca, di una bellezza quasi romantica. Ma oltre ad essere uno scambio importante per un musicista, era, soprattutto, un gesto vero che avveniva fuori dagli schermi di pc o smartphone. La creatura Nuvolari metteva in relazione le esistenze nel mondo reale favorendo la nascita di legami e amicizie. "Per noi ragazzi degli anni '80, insieme al Capolinea, è stato il primo punto di riferimento per anni oltre che un palco desiderato ad ogni stagione. In primavera si preparava la scaletta per l'estate e speravi di essere inserito nel calendario degli eventi e, ovviamente, poter leggere il tuo nome sul piccolo libretto della programmazione". Quel libretto di grande valore anche per i suoi frequentatori: una guida da sfogliare che sapeva di carta stampata, "reliquia" che ancora alcuni custodiscono gelosamente. Giovanni, come tutti i componenti delle band locali, è stato anche assiduo frequentatore: "Andavo già al circolo Nuvolari di via Sette Assedi e entrare per la prima volta qui, all'inaugurazione, è stato straordinario. E lo era anche per chi arrivava da fuori. Uno spazio così vivo, all'aria aperta, sempre pieno di musica anche prima dei concerti, per chi si nutre di musica da mattina a sera una vera manna. È triste pensare che il nostro Nuvo non ci sarà più. Certo i tempi cambiano, e se fosse ancora in vita sarebbe cambiato anche lui. Spero che chi ha preso l'impegno di far rinascere quello spazio riesca a dargli il giusto senso e a ricreare quella casa che è stata per la nostra generazione".

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