VERNANTE - La storia della Tourusela, il castello che da oltre settecento anni veglia su Vernante

La fortezza fu costruita tra il 1275 e il 1280 per volere del conte Pietro Balbo di Tenda: la sua posizione dominante permetteva di difendere la contea e di controllare la strada che scendeva dal colle di Tenda

Andrea Dalmasso 14/08/2021 09:24

Non solo i murales di Pinocchio, che hanno permesso alla fama di Vernante di varcare i confini della provincia di Cuneo e del Piemonte: nel piccolo centro della valle Vermenagna c’è un altro elemento caratteristico che ruba l’occhio di chiunque arrivi in paese. Si tratta della Tourusela, il castello medievale (o quel che resta di esso) che dalla fine del tredicesimo secolo veglia sull’abitato, ben visibile da quasi ogni zona di Vernante. La fortezza fu costruita tra il 1275 e il 1280 (la sua presenza è documentata con sicurezza a partire dal 1276) per volere del conte Pietro Balbo di Tenda: posta in posizione dominante sull’abitato, permetteva di difendere la contea e di avere una completa visuale sulla strada che scendeva dal colle di Tenda, a sinistra, e su quella che risaliva la valle dalla pianura, a destra.
 
La Tourusela appartiene alla prima tipologia di castelli eretti in epoca feudale (tra il 1100 e il 1300), ossia quella dei “castelli torrioni” o “castelli fortezze”. Il castello ha un unico torrione centrale a forma di esagono irregolare. Il mastio, all’epoca, presentava probabilmente diversi piani a ballatoio, comunicanti fra loro tramite botole e scale a pioli, ed era circondato da mura munite di altre tre torri. Una galleria sotterranea, ora praticamente inaccessibile, collegava il castello con il torrente Vermenagna, il che permetteva il rifornimento d’acqua per i cavalli. Il castello medievale di Vernante, utilizzato nel corso dei secoli come dimora saltuaria, come posto di guardia per le sentinelle, o ancora come prigione, è tuttora detto "castello Lascaris", dal nome dei suoi ultimi proprietari, i conti Lascaris di Tenda, discendenti del fratello di Pietro Balbo. Nel 1540 il castello divenne temporanea prigione di Onorato II Lascaris, catturato dal brigante francese Arcembaldo de Abzat dopo che egli ebbe preso d’assalto il maniero di Tenda. Il castello vernantino visse poi diverse altre vicissitudini: venne per esempio pesantemente danneggiato nel 1557 dalle truppe spagnole decise ad assediare Cuneo, scontratesi con un’orda di 400 vernantini. Il castello è sopravvissuto nella sua struttura originaria fino alla metà del XX secolo, come dimostrano diverse cartoline postali d’epoca dove viene rappresentata la torre di circa 15 metri di altezza. L’attuale sito presenta però importanti divergenze rispetto alla struttura originaria dell’edificio. Documenti e rilievi citati nell’unico studio sul bene evidenziano la presenza di un cisterna nel cortile e di un riparo per cavalli. La torre anticamente si sviluppava per circa 20 metri di altezza con una struttura esagonale che comprendeva cinque o sei piani.
 
L’ingresso era con ogni probabilità rialzato dal suolo ed era possibile accedervi grazie a una scala che poteva essere rimossa in caso di pericolo. Al piano terra era probabilmente presente una piccola prigione. Tutti questi elementi risultano però oggi impossibili da vedere, poiché il terreno è stato sopraelevato di circa due metri rispetto al livello originario, nascondendo buona parte del basamento dell’antica struttura e trasformando le sommità delle mura in una balconata con parapetto. L’ultima “disavventura” del castello nel 1966, quando lo sfruttamento di una cava di quarzite situata nelle vicinanze provocò un cedimento del terreno e mise a rischio la stabilità del torrione centrale, con il movimento franoso che minacciava le case e la ferrovia sottostanti. Nel mese di febbraio, così, l’amministrazione comunale - nel frattempo diventata proprietaria della struttura - decise di procedere alla demolizione del torrione, dopo alcuni tentativi di stabilizzazione andati a vuoto. L’abbattimento tramite una doppia carica di dinamite avvenne nel mese di marzo: il torrione fu poi parzialmente ricostruito e ripristinato. Ad oggi si possono ammirare, oltre al mastio, i resti delle antiche mura e di una delle tre torri, nonché un'altra torre che apparteneva ad un sistema difensivo più esterno. Il muro che si affaccia sulla valle è un rifacimento che risale al 2000. Nel 2018 la Tourusela divenne anche protagonista di un video di “PIT - Paranormal Investigation Team”, gruppo di “cacciatori di fantasmi” molto popolare sui social e su YouTube, che sostenne di aver registrato all’interno del torrione il canto di Beatrice Lascaris di Tenda, che visse nel castello e che fu giustiziata nel 1418, accusata di adulterio nei confronti del marito, il duca di Milano Filippo Maria Visconti.
 

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