Una nuova tappa di un percorso che dal 2022 ogni anno porta a Cuneo i grandi protagonisti della storia dell’arte. Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo inaugurano oggi, venerdì 21 novembre, la nuova mostra allestita nei suggestivi spazi del Complesso Monumentale di San Francesco, dal titolo "La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione”. L’esposizione, svelata stamattina in anteprima, sarà visitabile fino al 29 marzo 2026 ed è organizzata con il supporto di MondoMostre e il patrocinio del Ministero della Cultura.
Il progetto consolida e rinnova, come detto, il ciclo di mostre avviato con “I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese" (2022), "Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto” (2023) e "Canaletto, van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città” (2024), nato dalla collaborazione tra Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo.
La mostra racconta la straordinaria parabola collezionistica del cardinale Scipione Caffarelli Borghese (1577–1633), figura centrale della Roma del Seicento e protagonista assoluto della scena artistica barocca. Mecenate visionario e collezionista instancabile, Scipione seppe dare forma a un modello moderno di collezionismo, fondato su criteri di qualità e coerenza estetica, capace di coniugare gusto personale e legittimazione dinastica. Nipote di papa Paolo V, il cardinale si affermò come uno dei principali promotori culturali della sua epoca: sostenne ambiziose imprese architettoniche, fece di Villa Borghese un museo ideale concepito per accogliere e valorizzare la sua raccolta, e costruì, con metodi spesso audaci, una collezione destinata a diventare una delle più celebri d’Europa. La sua passione spaziava dalle antichità ai maestri del Rinascimento, fino alla più avanzata arte barocca.
La mostra offre così una riflessione sul collezionismo come pratica culturale e politica, in cui l'arte diventa strumento di rappresentazione e di potere, ma anche di dialogo tra epoche diverse.
Il percorso
Gli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco ospitano alcuni dipinti identificativi delle diverse "scuole pittoriche", che contraddistinguono l'arte italiana in epoca rinascimentale e barocca, frutto del collezionismo onnivoro ed eclettico di Scipione Borghese, ma soprattutto del suo giudizio critico nella scelta di opere d'arte, all'insegna della qualità e della bellezza. La raccolta Borghese si configura come un repertorio vivo del cambiamento artistico in atto all'epoca, in cui la selezione delle opere non risponde solo al criterio estetico, ma anche al desiderio di rappresentare una visione del mondo: colta, ambiziosa, moderna.
Accanto a opere di maestri della scuola veneta, come Tiziano, di cui è esposto il “Ritratto di frate domenicano" espressione dello stile più tardo dell'artista, e Jacopo Bassano con Autunno e Primavera, si trovano capolavori della scuola dell'Italia centrale, caratterizzata da rigore disegnativo e costruzione prospettica, esemplificata dal “Ritratto di uomo” (1500 ca.) attribuito a Raffaello. Espressione dei principi pittorici della scuola ferrarese è la “Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e angeli” (1535- 1542 ca.) di Battista Dossi, che unisce lirismo e invenzione.
La transizione verso il Seicento è documentata da un artista come il Cavalier d'Arpino, autore dell'olio su rame raffigurante la “Fuga in Egitto” (1595 ca.). Di particolare rilievo è il “Sonno di Gesù” (1591) di Lavinia Fontana. Artista di incredibile talento, è stata la prima donna a ricevere commissioni pubbliche: in seguito al trasferimento a Roma, dall'aprile del 1604 lavora per i più importanti mecenati romani tra cui proprio papa Paolo V e il nipote Scipione Borghese.
Lungo il percorso si incontra Orbetto con un'opera di estrema raffinatezza eseguita su lavagna, esempio di sperimentazione tecnica tanto apprezzata dal cardinale Scipione. La mostra si conclude con alcune opere dei più grandi maestri e massimi esponenti del Barocco, come Guido Reni, presente con la tela "Danza campestre” che immortala in un paesaggio collinare un gruppo di contadini, dame e signori del luogo intenti a seguire il suono del liuto e della viola.
Accanto al maestro bolognese fa il suo ingresso in mostra Gian Lorenzo Bernini con “Autoritratto in età matura”, una delle più significative rappresentazioni che l'autore produsse di sé stesso. Di Bernini è esposta anche la “Capra Amaltea” (1615), che si pensa possa essere una delle prime opere in marmo eseguite dall'artista. Insieme testimoniano la sua versatilità e padronanza nell'arte della pittura e della scultura.
Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio della ex chiesa di San Francesco, riutilizza e adatta le strutture create per le precedenti mostre, con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni.
La mostra è curata da Francesca Cappelletti ed Ettore Giovanati ed è accompagnata da un catalogo edito da Allemandi, con contributi scientifici a cura dello stesso Giovanati, con la partecipazione di Lucia Calzona e Antonio Iommelli.
Come le scorse edizioni, l’esposizione sarà arricchita da un ricco programma di eventi complementari fuori e dentro la mostra, conferenze e momenti di approfondimento, visite guidate per il pubblico, attività e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado, per le famiglie e i visitatori di ogni età. Sarà inoltre possibile visitare la mostra in autonomia grazie alle audioguide gratuite in italiano e inglese, con un percorso dedicato agli adulti e uno ai bambini. Nell’ottica dell’accessibilità, i contenuti saranno integrati inoltre da materiali audio-video, disponibili anche in lingua LIS.
Le dichiarazioni
Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo, dichiara: “Intesa Sanpaolo interpreta da sempre il proprio ruolo di grande banca per il Paese come promotore di progresso culturale e sociale, non solo economico. Collaborare nuovamente con la Fondazione CRC in questo ambito, dopo quello della sanità rinnovato a settembre, significa coltivare una visione che ci accomuna: un impegno a favore del territorio che negli scorsi anni ha portato a Cuneo capolavori straordinari e migliaia di visitatori. Questo successo conferma che la cultura genera sviluppo, rafforza le comunità e apre al dialogo”.
Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC, commenta: “Questo nuovo appuntamento conferma e rinnova la collaborazione in ambito culturale nata quattro anni tra Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo: il Complesso monumentale di San Francesco torna ad essere palcoscenico di un evento unico a livello nazionale, che porta a Cuneo i capolavori dei grandi maestri del Rinascimento e del Barocco italiano, messi a disposizione dalla Galleria Borghese. Come ormai tradizione, l'evento espositivo sarà affiancato e arricchito, durante tutto il periodo di apertura, da un fitto programma di iniziative e attività aperte a tutti: la bellezza diventa leva per generare partecipazione e coinvolgere tutta la comunità”.
Spiega Francesca Cappelletti, direttrice di Galleria Borghese e curatrice della mostra: “Scipione Borghese è stato il primo grande collezionista con ambizioni europee, proponendo un concetto espositivo rivoluzionario: le opere non erano solo rare e belle individualmente, ma formavano un insieme organico pensato per stimolare la conversazione e accrescere il valore culturale della collezione. La nostra mostra non presenta solo capolavori, ma racconta questa storia fondamentale di committenza, un vero e proprio 'microcosmo' di bellezza e complessità. Portare questa storia fuori dal museo è essenziale per attivare la conoscenza e la riflessione su come il nostro patrimonio culturale si sia formato a partire dall'esperienza del collezionismo privato dal Rinascimento in poi”.
“Nell'apparente disordine della collezione di Scipione Borghese - racconta il curatore Ettore Giovanati - si può riconoscere la chiave interpretativa di un insieme artistico eterogeneo, privo di un criterio unificante, ma capace di incarnare una delle più compiute espressioni del collezionismo moderno, dominato dalla bellezza che nasce dal libero dialogo tra le arti”.
“La Galleria Borghese: da Raffaello a Bernini”
Dal 22 novembre 2025 al 29 marzo 2026
Martedì – venerdì: 15.30 – 19.30 (al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi);
Sabato – domenica: 10 – 19.30 con orario continuato.
Lunedì 8 dicembre la mostra è aperta dalle 15.30 alle 19.30
Visite guidate alla mostra
Ogni sabato e domenica, alle 15:30 e alle 18
INGRESSO GRATUITO – I possessori del biglietto di ingresso alla mostra avranno diritto ad accedere con tariffa ridotta alle Gallerie d’Italia di Torino, Milano, Vicenza e Napoli, fino al 30 giugno 2026.