DRONERO - Roghi senza fiamme: il paradosso della censura nel ventennio fascista

A Dronero il dialogo con Anna Ferrando: "I libri stranieri nel regime erano più diffusi. Il corto circuito? Chi venne censurato trovò grande fortuna nel dopoguerra"

Piero Coletta 09/11/2025 13:18

La censura, un argomento antico, recente e quanto mai attuale. Nel dizionario Treccani il significato che vi si trova è il seguente: "Esame, da parte dell’autorità pubblica (c. politica) o dell’autorità ecclesiastica (c. ecclesiastica), degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare e sim., che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione, ecc., secondo che rispondano o no alle leggi o ad altre prescrizioni". Tipico dei governi di stampo autoritario, non si tratta di un qualcosa cronologicamente arretrato, come molti possono erroneamente pensare. È un argomento quanto mai attuale.  Un tema che è stato approfondito nella penultima serata di Ponte del Dialogo di Dronero grazie all'intervento di Anna Ferrando, professoressa presso l'Università di Pavia e originaria della zona dronerese. Un viaggio che ha una sua collocazione temporale ben precisa, quello del ventennio fascista, dal titolo: "Roghi senza fiamme. Censura, libri stranieri e autori ebrei nel ventennio fascista".  "A me piace guardare la storia dei libri per guardare al contesto storico e capirne la sua evoluzione", inizia così il viaggio temporale di Anna Ferrando, facendo riferimento a Fahrenheit 451 di

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