CUNEO - “Storie di brava gente” di Giovanni Romolo Bignami

Riproponiamo “Nella vita”, il testo con cui l’autore apre il libro pubblicato da “L’Arciere” nel 1992

Redazione 11/02/2023 17:38

Queste pagine, pur narrando di vicende umane, non vogliono avere collocazioni geografiche o temporali definite e il riferimento alla realtà, così come normalmente inteso, non esiste e non va cercato. Non è un problema di nomi, di località, di date degli avvenimenti ricordati, sono racconti veri che non fanno storia secondo il senso corrente, ma per quanti sappiano comprenderli hanno un valore immenso. Insegnano tante cose che vanno scoperte, portate alla luce dal libro non scritto dei ricordi, dalla cronaca dei paesi, tramandata dai nonni ai figli, ai nipoti, dai racconti schivi e avari degli ultimi testimoni che amano il tacere più del parlare. Vogliono essere di conforto, di insegnamento, aiutano a camminare nella pace e nell'amore, tanto necessari anzi indispensabili. Non sono la folgorazione di un momento, ma nascono giorno dopo giorno, attraverso gli anni, le lunghe peregrinazioni, i molti incontri e vengono consegnate al prossimo per essere lette e pensate, particolarmente dai giovani. Non sono un inno alla bontà ridondante, un riassunto mielato del bene, lontano dalla realtà. Queste pagine non cancellano il male, ma non ne parlano direttamente, dato che questo viene già troppe volte, forse senza volerlo, descritto in ogni particolare, quasi esaltato. Leggere questo libro dovrebbe essere come il passare in mezzo ad un grande roseto, con tante foglie, rose fiorite, spine lunghe e acute, ricercando a fatica i boccioli belli e semplici, ma nascosti dal lussureggiare scomposto dell'altra vegetazione. Occorre ricordare che si è viandanti in cammino e la vita è come un grande palcoscenico che viene attraversato nel tempo da tutti, pellegrini su strade diverse, che però hanno la stessa meta finale. Vi sono coloro che camminano a cavallo, con grande clamore e seguito di scudieri più o meno fedeli, altri a piedi in silenzio, semplici, modesti, passano senza lasciare traccia o almeno così pare all'occhio umano o poco attento. Sono uomini e donne, laici o professi, essi portano l'avventura della vita nel rispetto e nell'amore per gli altri, pur se duramente provati, guidando con saggezza le loro famiglie o le intraprese nelle quali devono misurarsi, anche nelle guerre alle quali sono costretti a partecipare. Agiscono per dovere del proprio stato o per scelta volontaria lavorano tra i fratelli poveri, i ragazzi abbandonati, i drogati, gli ammalati di ogni tipo, negli ospedali, nei mille angoli nascosti delle città, fra la gente in giro per le vie del mondo vicino e lontano o nel silenzio del deserto e dei monasteri. Altri ancora, con sacrificio e impegno, svolgono funzioni pubbliche indispensabili, non per apparire, ma per adempiere a un dovere verso la comunità. Gli uomini di vero valore accettano la responsabilità, così come quelli sinceramente umili e la giornata di chi senza tornaconto serve un'idea non ha fine. La storia non è fatta dai falsi protagonisti, da coloro che si espongono, dei quali si sa sempre tutto, ma dai semplici, dai nascosti, portatori in mille modi di un amore capace di far fiorire anche il deserto. Sono loro i veri protagonisti, la coscienza critica dell'umanità, il faro al quale guardare, il verso della medaglia che rende ancora vivibile e accettabile l'andare umano. E’ vero che il male trascina, ma l'esempio dei buoni travolge, purché sia conosciuto, piccolo granello di senape, cellula minuscola di lievito che dà vita alla massa informe, in mille modi, talvolta all'apparenza insignificanti e quasi di routine. Il mondo va avanti per le virtù di tanti autentici testimoni, veri profeti che operando nell'oggi costruiscono il domani e insegnano a credere, ad amare il prossimo e ad avere una grande speranza, senza la quale, pur con quattrini, incarichi ed effimeri onori, si vive nella più atroce desolazione”.
 

Notizie interessanti:

Vedi altro