CUNEO - Un luogo magico ed emozionante

Storie e ricordi del Nuvolari. Nel 2004 i The Elephant Man suonavano prima dei Three Second Kiss. Cenare insieme e condividere qualche birra fu come essere tra persone che si conoscevano già, sulla stessa lunghezza d'onda

Fotografia: Agata Pagani

Francesca Barbero 12/03/2023 09:05

Una rubrica per raccontare il palco più importante della provincia cuneese, che oggi non esiste più: il palco del Nuvolari. Per rendere eterno un luogo nei ricordi di chi quel palco l'ha vissuto sopra, sotto e nel backstage. Un palco che in 27 anni - il Festival del Nuvolari Libera Tribù durava tutta l'estate - ha dato più di una scossa a una cittadina di provincia immobile e sonnolenta. Non un semplice amarcord per i tanti, troppi, nostalgici ma piccole istantanee dei live, della magia post concerto che, ogni notte, si ripeteva nel parco e di vita vissuta. Prove dell'esistenza di un'epoca in cui la scena musicale era più viva che mai. Un'idea nata per caso che non avrebbe mai preso forma senza le band, che hanno aperto i loro cassetti della memoria, e senza il prezioso aiuto di Andrea Ceraso, musicista, regista e amico. E ovviamente senza il Genius Loci del Nuvolari, con la sua capacità di dare vita a una dimensione particolarmente intima che avvicinava artisti e pubblico in modo unico. A tutti loro va il mio grazie.
 
"Sono venuto in contatto con il Nuvolari ai suoi albori, nel 1993. I primi concerti che ricordo furono quelli di Almamegretta e Africa Unite, oltre quello degli amici fossanesi "Jeden Abend" (che ci suonarono almeno altre sette volte negli anni '90), un gruppo che ha segnato la mia esistenza. Grazie a loro entrai nel mondo della musica rock...e non ne sono uscito ancora adesso. Poi i Mau Mau e naturalmente i Marlene Kuntz. All’epoca non avrei mai immaginato che un giorno, 10 anni dopo, avrei potuto calcare quello stesso palco. Non avrei mai immaginato neppure che avrei iniziato a suonare. I ricordi sono molto confusi, sono passati quasi 30 anni, ma l’importanza che ebbe il 'Nuvo' per me e per gli altri componenti dei The Elephant Man è tantissima". Dante Fiandrino nel '93 aveva 20 anni e il Nuvolari era appena nato, grazie ad altri ragazzi che ridavano vita allo spazio dell'ex tiro a volo, diventato una discarica a cielo aperto, prendendosene cura. Nel '94 il concerto dei Marlene Kuntz, l'anno dell'uscita di "Catartica", il disco che gli avrebbe consacrati nello scenario del rock alternativo italiano. "Il loro concerto fu intensissimo, finalmente la provincia esprimeva un gruppo rock noise non banale che stava avendo successo a livello italiano e tutto il pubblico era fiero di loro". Dante inizierà a suonare soltanto nel '97 ma era già “affamato di musica e di conoscere nuove cose”, con Enrico della band tantissime le musicassette scambiate. Nel 2000 nascevano i The Elephant Man: Dante (basso e seconda voce), Enrico Tauraso (chitarra e voce), e Flavio Panero (batteria). Un noise rock furioso con influenze post rock, slow core e post hardcore e un ufficio nel capannone dismesso dell'ex Cartiera di Fossano come sala prove, “una dimensione post industriale perfetta per noi”. Devil's wing e.p, “l'unico cd autoprodotto dalla band”, sciolta nel 2004, si può ancora ascoltare su YouTube e fare un tuffo in quei "cazzo di anni zero", così urlava rabbioso Vasco Brondi qualche anno dopo, nel 2007, in un verso de "La lotta armata al bar", contenuta in "Canzoni da spiaggia deturpata", disco d'esordio de Le Luci della Centrale Elettrica. Anche Le Luci saliranno su quel palco, durante il tour "Per ora noi la chiameremo felicità" nel 2011, e leggendo tra gli abbracci virtuali che i nuvolariani hanno inviato via Facebook, alla notizia della morte di questo spazio, sembra che anche Brondi si sia goduto il post concerto nel parco sorseggiando pastis e fermandosi a chiacchierare con le persone. I The Elephant Man arrivarono qui vincendo prima le selezioni provinciali di Rock Targato Italia a Le Macabre di Bra e poi quelle regionali all'Hiroshima Mon Amour di Torino, in un percorso che portò la band fino ad Arezzo Wave. La settima prima, il primo luglio 2004, suonavano al Nuvolari insieme ai Three Second Kiss di Bologna. "I ricordi sono tanti ed emozionati, soprattutto per quella magica serata sul palco di fronte a centinaia di persone che erano lì presenti anche per noi, non solo per il gruppo principale. Una bella esperienza anche quella di poter vedere il dietro le quinte e potersi confrontare su strumentazione, suoni e modi di suonare con un gruppo che aveva da poco firmato per una importante etichetta statunitense come fu la Slowdime, e che aveva già calcato palchi importanti in Europa e USA. Fu simpatico stare con i Three Second Kiss, cenammo insieme e poi ci bevemmo una birra alla fine. Erano tipi tranquilli, fu come essere tra persone che si conoscevano già, sulla stessa lunghezza d’onda". Certi luoghi hanno una predisposizione naturale nel mettere in contatto persone affini: è merito del Genius Loci. E non c'è dubbio che quello del Nuvo abbia ascoltato tanta buona musica. "Il Nuvolari è stato fondamentale per la formazione di tantissime persone, per oltre 20 anni quasi l’unico posto in provincia che potesse coniugare musica di qualità di provenienza italiana e internazionale, riuscendo anche a dare spazio a gruppi e solisti della scena locale. Insieme a Le Macabre di Bra e al Capolinea di Entracque, luoghi magici". Luoghi che hanno segnato la storia della musica in provincia, luoghi vivi dove sono nati legami, amicizie e amori, luoghi che non esistono più ma che restano immortali.

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