CUNEO - Una vetrina per le band locali

Storie e ricordi del Nuvolari. Il palco del Nuvo dava la possibilità di esibirsi prima di artisti affermati: nel 2013 i Window Shop For Love aprivano il live de I Ministri nell'abbraccio del pubblico

Francesca Barbero 28/01/2023 09:01

Una rubrica per raccontare il palco più importante della provincia cuneese, che oggi non esiste più: il palco del Nuvolari. Per rendere eterno un luogo nei ricordi di chi quel palco l'ha vissuto sopra, sotto e nel backstage. Un palco che in 27 anni - il Festival del Nuvolari Libera Tribù durava tutta l'estate - ha dato più di una scossa a una cittadina di provincia immobile e sonnolenta. Non un semplice amarcord per i tanti, troppi, nostalgici ma piccole istantanee dei live, della magia post concerto che, ogni notte, si ripeteva nel parco e di vita vissuta. Prove dell'esistenza di un'epoca in cui la scena musicale era più viva che mai. Un'idea nata per caso che non avrebbe mai preso forma senza le band, che hanno aperto i loro cassetti della memoria, e senza il prezioso aiuto di Andrea Ceraso, musicista, regista e amico. E ovviamente senza il Genius Loci del Nuvolari, con la sua capacità di dare vita a una dimensione particolarmente intima che avvicinava artisti e pubblico in modo unico. A tutti loro va il mio grazie.
 
Dopo due anni di silenzi, di concerti da seduti e norme di distanziamento, il ritorno ai veri live, in piedi e condividendo sensazioni e emozioni, è un'esperienza forte e di rinascita. Il concerto da sempre è un rito catartico che coinvolge i suoi partecipanti, sopra e sotto un palco, un momento di empatia e connessione particolare tra le persone, riunite per l'amore degli stessi  suoni e parole, che si può comprendere solo sperimentandolo. Nei concerti  "della ripartenza", dopo due anni di distanza sociale, tutti questi elementi sono amplificati non solo per il pubblico. Si potrebbero citare, tra i tanti, I Ministri, che in un'intervista su Rockit, a proposito della performance di aprile 2022 all'Hiroshima Mon Amour di Torino, hanno parlato di "sentimento da prima volta". Al Nuvolari si sono officiati molti di questi riti dalla dimensione intima e sacrale, tipica di un luogo con un palco strutturalmente più basso e vicino, che connetteva spettatori e artisti in modo unico. Un luogo con un ruolo essenziale anche per la formazione dei musicisti locali perché era "una palestra in cui misurarsi e un modo di vedere da vicino concerti e artisti di portata nazionale e internazionale, in una provincia così isolata come la nostra. L'assenza di quel palco negli ultimi anni e la pandemia hanno di fatto azzerato le opportunità di espressione per i nuovi artisti, impoverendo culturalmente il nostro territorio". É il parere di Fabio Berardo e Maurizio Brodero, rispettivamente chitarra e voce dei Window Shop For Love, band saluzzese piuttosto nota nella scena musicale di qualche anno fa. Attivi dal 2003 al 2006, con sonorità che mischiavano grunge e punk e testi in inglese, e dal 2013 al 2016, con un orientamento verso un indie rock più maturo e testi anche in italiano, i Window Shop For Love si sono esibiti al Nuvolari tante volte prima dello scioglimento dopo l'ultimo concerto nel 2016, seguito dalla nascita degli Arabel. C'è stato un momento in cui fiorivano le band in provincia e il Nuvolari ha avuto un ruolo essenziale nell'offrire uno spazio in cui esibirsi e nel metterle in relazione favorendo confronti e collaborazioni. Senza dimenticare la possibilità di salire sul palco prima di una band affermata, occasione di crescita importante per un gruppo agli inizi: "Percorrere quei 4 gradini di lamiera era una sensazione unica, adrenalina pura: sentivi il peso e l'importanza di quel palco e ne avevi rispetto, quasi un timore reverenziale per la sua storia e per quello che rappresentava". I momenti di condivisione nascevano già nel backstage e proseguivano dopo le performance. "Dalle partite a calcetto con i Tre Allegri Ragazzi Morti alle bevute con Marlene Kuntz o I Ministri, di cui siamo stati la band di apertura nell'agosto 2013 in una data sold out che non scorderemo mai. I Ministri erano all'apice del loro tour di maggior successo. C'era un calore incredibile da parte del pubblico e un caldo infernale" ricordano Fabio e Maurizio. Indimenticabile, per Fabio, da chitarrista degli Schneeflock, altra band locale, l'apertura dei Verdena nel 2011: una serata di "diluvio universale" e la chitarra dispersa nel backstage e salvata dalle acque di una pioggia che aveva allagato tutto, appena in tempo per salire sul palco "davanti a un pubblico immenso, lì nonostante il diluvio". Perché a rendere il Nuvolari un luogo "con un'energia particolare, elettricità e tensione positiva, dove si aveva l'impressione che potesse succedere qualcosa di speciale ogni sera" erano anche tutte le persone che ne facevano parte e attendevano tutto l'anno il momento in cui sarebbe iniziato il miglior rituale estivo della città. L'augurio dei Window Shop For Love è che lo spirito del vecchio Nuvolari possa reincarnarsi nella nuova generazione di artisti, spettatori e organizzatori senza essere schiacciato da interessi politici o comitati di quartiere.

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