CENTALLO - "Live in yurta": una perla dell'underground cuneese

Una piccola rassegna di concerti dentro una tenda mongola montata "in un freddo fine settimana di febbraio" nelle campagne di Roata Chiusani. Prossimo appuntamento il 15 luglio con Giuliano Dottori

Esterina
Roncea
Ghepardi
Stefano Giaccone

Francesca Barbero 13/07/2023 12:47

Un piccolo festival nelle campagne vicino a Centallo che è una perla preziosa dell'underground della provincia. A proteggerla, più che a nasconderla, non è la valva di una conchiglia ma una yurta mongola. Cosa ci fa un'abitazione tipica di alcune popolazioni nomadi asiatiche nel cuneese? É la yurta di Giovanni Risso degli Airportman -band post rock di cui Giovanni è il frontman- e al suo interno si fanno concerti. Arrivata a Roata Chiusani anni fa per una serie di concatenazioni del caso e montata "in un freddo fine settimana di febbraio" nel cortile di una vecchia cascina, oggi ospita "Live in Yurta". Una perla rara sia per la qualità degli artisti proposti sia per l'atmosfera di intimità e di vicinanza che si respira al suo interno. Un bell'esempio di vero underground...libero, sincero, semplice. Un po' come la forma del cerchio della tenda che lo accoglie. Abbiamo fatto qualche domanda a Giovanni per saperne di più di quell'"angolo soleggiato e senza vento" che regala emozioni uniche ad ogni concerto. Dopo i live di Ghepardi, Teres Outes String Band e Roncea, il prossimo concerto, imperdibile, sarà quello di Giuliano Dottori (15 luglio). Seguiranno Diego Origlia (21 luglio), Gang (9 settembre) e Orlando Manfredi con Tommaso Cerasuolo (15 settembre).
 
Una piccola rassegna di concerti dentro quell"angolo soleggiato e senza vento" delle campagne cuneesi, per citare gli Airportman ("La yurta montata" dall'album "Il raccolto"), la band di cui sei il frontman. Mi racconti come è arrivata una yurta mongola nelle campagne centallesi?
"La yurta è arrivata qualche anno fa, era da un po’ che se ne parlava con Stefano Giaccone, mi raccontava del suo amico Philip Wilson (la yurta è sua) che possedeva questa yurta mongola e che per motivi vari non poteva più tenere da lui (Philip vive in Galles)…Un giorno di oramai 6 o 7 anni fa Philip e Stefano sono venuti giù con un furgone e la yurta è stata messa lì a riposo da montare alla Torretta. L’anno scorso spinto dai miei figli e da un gruppo di loro amici, in un freddo fine settimana di febbraio l’abbiamo montata e sistemata nel cortile. E’ stato amore a prima vista, non si poteva lasciare che quello spazio così bello e carico di storia non ospitasse 'musica' e da lì a poco si è organizzato il primo live con Toni Bruna, e la magia è stata immediata, le note, le emozioni, gli sguardi meravigliati del pubblico!"
 
E l'idea del festival "Live in yurta" come è nata?
"Dopo quel primo concerto è stato praticamente inevitabile organizzare un piccolo festival, quella prima serata con Toni Bruna mi ha spinto subito a cercare di organizzare dei live successivi, cercando artisti che sposassero la filosofia di un simile evento, il fatto di essere in un luogo raccolto, magari anche in pochi e quindi necessariamente con piccoli budget, ma tutti hanno risposto in modo entusiasmante all’idea!!!".
 
Ricordo bene il mio primo concerto dentro la yurta: le campagne, la notte, il cielo stellato, la luna, il noccioleto, i gatti e ovviamente la musica. Qual è il segreto di quel cerchio dentro il quale, una volta varcata la soglia, si condivide il respiro di un'atmosfera intima, unica e una vicinanza non solo fisica?
"Penso che il segreto dei live in yurta sia uno spirito di condivisione che aleggia in quel luogo, le persone che vengono a trovarci si sentono forse più amate, io personalmente ho come la sensazione di voler 'più bene' al mondo, sarà la musica che amo, tanti amici intorno, i sorrisi, trovo insomma che questi concerti siano molto 'umani' lontanissimi da tutto quel circo che è anche la musica, fatta di tanto buisness, in yurta si viene per 'sentire' qualcosa di diverso!".
 
Forse tutto è legato alla semplicità, all'armonia e alla perfezione del cerchio...
"Non so dirti quale sia il segreto, ma mai come oggi, ho bisogno che ci sia 'umanità' nelle cose, e questo festival nel suo piccolo rappresenta un po’ questo, ritrovarsi a casa con amici, e tutto la fuori sembra migliore o solamente un po’ più sopportabile!".
 
Il prossimo concerto sarà quello di Giuliano Dottori.
"Sabato abbiamo la fortuna di ospitare Giuliano Dottori che presenterà il suo nuovo bellissimo disco 'La vita nel frattempo', la sua musica vi lascerà senza fiato, il disco ha un suono nuovissimo, unico oggi in Italia a suonare come Bon Iver…I suoi racconti sono semplicemente le cose della vita che appartengono a tutti! Non si può davvero mancare!!".

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