MONDOVÌ - Conclusa a Mondovì la prima tappa della mostra “In cammino tra fede e cultura”

Un percorso che invita a riscoprire la bellezza dell’arte del territorio e il profondo legame tra fede, storia e comunità

Valentina Gorreta 27/10/2025 09:12

Si è conclusa ieri al Palazzo Vescovile di Mondovì, la due giorni del 25 e 26 ottobre della mostra “In cammino tra fede e cultura”, promossa dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici in occasione del Giubileo ordinario del 2025 e inserita nel progetto “Nel tuo nome. L’arte parla di comunità”.  Un breve escursus sulla sede della Mostra, il Vescovado di Mondovì, che viene istituito nel 1388 per volere di papa Urbano IV, in un periodo particolarmente complesso, quello dello Scisma d’Occidente, quando la cristianità era divisa tra due papi: uno ad Avignone e uno a Roma. Il Comune di Mondovì, a differenza dei territori vicini – come i marchesati di Saluzzo e del Monferrato e gli stessi Savoia – scelse di parteggiare per il pontefice romano. Urbano IV, riconoscendo questa fedeltà, volle ricompensare la città con la concessione di una diocesi: un riconoscimento di grande rilievo per l’epoca. La sede vescovile fu poi recepita intorno al 1500, consolidando così il ruolo di Mondovì come centro religioso e culturale del territorio piemontese. Il percorso espositivo si apre nella prima sala, detta delle Lauree, poiché proprio qui si trovava l’antica Università di Mondovì, attiva tra il 1560 e il 1566, unica sede universitaria del Ducato di Savoia in quel periodo. Le facoltà erano quelle classiche dell’epoca – diritto e teologia – ma includeva anche la medicina, segno di un ambiente innovativo. L’università rimase operativa fino alla fine del Settecento. Le pareti della sala ospitano una serie di raffigurazioni di monregalesi illustri, volute alla fine del Cinquecento dal vescovo Castrucci per ricordare figure di rilievo del territorio. Nel Settecento fu aggiunta anche l’immagine di Emanuele Filiberto, duca di Savoia, celebrato come il promotore della costruzione del Santuario di Vicoforte, ma non senza ambivalenze nella memoria locale: fu infatti colui che nel 1573 fece demolire la splendida cattedrale rinascimentale di Mondovì, accusata di essere rifugio di eretici, per costruire al suo posto la Cittadella. Sul soffitto della sala spicca la prima delle tre raffigurazioni allegoriche delle virtù teologali – Fede, Speranza e Carità – nelle sale seguenti saranno raffigurate, sempre sui soffitti, le altre. Nella seconda sala, dedicata ai vescovi che si sono succeduti nei secoli, sono esposti i primi due pezzi principali della mostra: due grandi globi lignei, uno terrestre e uno celeste, testimonianza dell’interesse per la conoscenza e la rappresentazione del mondo che caratterizzava il pensiero scientifico e religioso dell’epoca. Tra i vescovi raffigurati spicca anche Michele Ghisleri, che fu vescovo di Mondovì prima di salire al soglio pontificio come papa Pio V. La terza stanza ospita invece una preziosa serie di arazzi realizzati su disegni di Rubens, quattro di una serie originaria di sei, che narrano la storia di Decio Mure, console romano che si sacrificò per la salvezza del suo esercito. Chiude l’esposizione la statua argentea di Sant’Evasio, vescovo e martire, all’interno della quale è custodita una reliquia del suo corpo: un’opera di grande valore simbolico e devozionale, che testimonia il legame profondo tra fede e arte nel territorio monregalese. Eventi come “In cammino tra fede e cultura” rappresentano un’importante occasione per riscoprire la bellezza dell’arte delle nostre radici, riservata spesso agli sguardi più attenti, e per valorizzare un patrimonio che appartiene pienamente alla storia, alla fede e alla vita culturale del nostro territorio.

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