SAVIGLIANO - Come suona la provincia di Cuneo?

Una chiacchierata tra le bancarelle di un mercatino di antiquariato insieme a William Fazzari, l'ideatore della pagina Instagram Cuneo Sounds Like

Francesca Barbero 06/03/2023 14:35

William Fazzari è il nome del ventinovenne che si nasconde dietro Cuneo Sounds Like, pagina Instagram dedicata alla musica della provincia cuneese. L'ho conosciuto a un concerto, habitat dove non è raro vederlo con la macchina fotografica o il cellulare, intento a creare contenuti per la sua pagina. Ho scelto di incontrarlo a Savigliano, dove attualmente vive (anche se è originario di Torre San Giorgio, paese di circa settecento abitanti ai confini della provincia di Cuneo, con una zona industriale nota per i panettoni che si producono), quando ho saputo della sua passione per i mercatini di antiquariato. William è un frequentatore assiduo e ogni settimana va alla ricerca di cd, vinili, musicassette, mangianastri e vecchie Kodak analogiche. Il nostro appuntamento è alle 8.30: la mattina presto è il momento migliore per iniziare a aggirarsi tra le bancarelle e accaparrarsi qualche oggetto interessante. È la prima regola da rispettare a un mercatino dell'usato, anche se è domenica e sabato notte hai fatto le quattro del mattino. Ed è anche la prima regola che faccio saltare arrivando con circa un'ora di ritardo, dopo una preparazione al volo un po' in stile fantozziano. Diretta a Savigliano, alla guida della mia 500 rossa, osservo la foschia che si alza dai campi. Anche il sole sbiadito sembra essere in ritardo. Viaggiare dentro quel paesaggio malinconico, ascoltando Giorgio Canali, mi fa sentire in un racconto di "Narratori delle pianure" di Celati. Quando finalmente arrivo in piazza Santarosa, William - giacca di velluto marrone, cuffia di lana e le sue immancabili sneakers di colore acceso (oggi azzurre) - mi viene incontro. Saluti, caffè e iniziamo il nostro giro tra le bancarelle. Mentre camminiamo, colpita da un caos generato da proclami di re Vittorio Emanuele, specchi barocchi, macchine da scrivere, manichini, bambole, scacchiere, tarocchi, cartelli della metropolitana di Londra, vecchi telefoni, un cavallino a dondolo naif, un megafono, un pugnale arrugginito e tanti altri oggetti, faccio saltare la seconda regola, quella di procedere secondo un ordine di percorso preciso. All'improvviso, una voce, accompagnata dal suono di una chitarra, richiama la nostra attenzione: è il cantautore fossanese Matteo Castellano. Dopo aver scambiato qualche parola sulla scena musicale locale, io e William proseguiamo e iniziamo la nostra chiacchierata. Una bancarella di cd usati è la nostra prima tappa.
 
Visto che ci siamo fermati qui, potresti iniziare indicandomi qualche cd che ti colpisce.
"These Streets di Nutini (non è il mio preferito ma ha il fascino del primo album), Because of the Times dei Kings of Leon, Terrestre dei Subsonica, MTV Unplugged in New York dei Nirvana, Never Mind the Bollocks dei Sex Pitols...E poi, Cosa succederà alla ragazza di Lucio Battisti!".
 
Battisti l'hai detto davvero con grande entusiasmo.
"Beh, di solito non lo trovo così facilmente. C'è anche il cd dei Selton prodotto dai Calibro 35. Li conosci?".
 
"I Selton no...sarà il mio souvenir della mattinata. Guarda Caramelle & Rock'n'roll della Banda Fratelli.
"Loro sono della provincia. E per restare in provincia ecco Catartica dei Marlene Kuntz! Ce l'hai?".
 
Sì, che domande fai? Un amico acquista doppioni dei libri che l'hanno segnato, regali per persone che deve ancora incontrare. Se facessi la stessa cosa con i cd, Catartica potrebbe essere uno di quei regali. William, perché ami la musica? Domanda banale, forse.
"È molto difficile rispondere. Sarebbe più facile individuare i motivi per cui a qualcuno non piace ascoltarla. Chi è che non l'ascolta? Per me è una cosa naturale che do per scontata, non ho mai riflettuto sul motivo. Ho iniziato a suonare il pianoforte all'età di cinque anni e non ho un ricordo di un periodo in cui non suonassi o non ascoltassi musica. Mio nonno, da sempre il mio fan numero uno, suonava la chitarra e voleva che qualcuno in famiglia facesse il musicista, anche solo per passione. Proprio come faceva lui nel tempo libero. Ho questa immagine molto vivida di quando, a casa, suonava e cantava le canzoni di Battisti, o di altri cantautori, a mia nonna".
 
Ora capisco  perché il cd di Battisti ti ha colpito in modo diverso. Ma torniamo alle nostra intervista: Matteo Castellano, il cd della Banda Fratelli e Catartica dei Marlene Kuntz. Come suona la provincia di Cuneo?
"Diciamo che suona in modi in cui non pensavo suonasse due anni fa. Quando ho iniziato con il mio progetto conoscevo a dir tanto venti artisti, tra gruppi e cantautori, nonostante fossi un musicista da tempo. Se penso che la playlist dedicata da quei primi pochi artisti è arrivata ad averne oltre cento, beh, allora sì, la provincia suona in modi in cui non pensavo suonasse. E suona molto bene, nonostante non sembri perché non c'è molto spazio per la musica dal vivo. È difficile sentirla suonare ma ci sono davvero tanti progetti musicali attivi".
 
Quando è nata Cuneo Sounds Like?
"Nell'estate del 2020, in pandemia. Il momento più difficile per la scena musicale della provincia cuneese perché, se già era quasi deceduta, con il Covid si è completamente spenta. In quel momento ero fermo con il mio gruppo (gli Astral Plane) e ho pensato fosse una buona idea creare una community musicale per provare a fare rete tra gli artisti: una pagina con alla base una playlist Spotify per raccogliere la musica della provincia già pubblicata sulla piattaforma. Oggi le playlist sono molto diffuse ma fino a qualche anno fa gli artisti indipendenti  facevano fatica a promuoversi sulle piattaforme digitali da soli. Così sono partito con il mio progetto e musicisti che non conoscevo hanno iniziato a scrivermi. Poi, visto che la cosa piaceva molto anche a chi la seguiva, ho creato la pagina Instagram. Con il passare del tempo la pagina è cresciuta, arrivando a parlare in modo più completo degli artisti e portando all'idea e alla creazione di Cuneo Sounds Live".
 
Che cos'è Cuneo Sounds Live?
"È un side project nato da un'idea dell'amico e fonico Alessio Casula, che mi ha proposto di fare una versione live di Cuneo Sounds Like. Sono coinvolti anche Alberto Costa nella parte audio, Stefano Alicandri nell'ambito di fotografia e video e Michael Infantino nella parte relativa alla grafica. Abbiamo iniziato nel 2021, anno in cui era ancora complicato fare un evento dal vivo per le questioni legate alla pandemia, contattando alcuni artisti che ci piacevano e chiedendogli di scegliere un luogo naturale a cui fossero affezionati per andare a registrare una piccola esibizione senza pubblico. Con un registratore a batteria (non avevamo corrente) e pochissimi microfoni siamo riusciti a registrare tutte le session. La prima è stata quella di Roncea al Castello di Vezza D'Alba. Siamo ripartiti lo scorso novembre con il chitarrista Andrea Rinaudo, al Magda Olivero di Saluzzo, e prossimamente pubblicheremo altre live session già registrate. Nel frattempo anche il progetto madre si è evoluto e ho deciso di seguire alcuni eventi musicali in provincia, come il festival Atipico di Savigliano, e di seguire e parlare di quello che accadeva live quando finalmente, nel 2022, sono ripartiti anche concerti e eventi".
 
Shhh. Ascolta: il suono di un carillon: è la musica del lago dei cigni.
"Sarà passato qualcuno che ha comprato un carillon".
 
No, io lo sento ancora.
Scopriamo che il suono proviene da un carillon di una bancarella poco distante. Un grammofono, un violino, una carrozza, ce ne sono tanti dalle più svariate forme (n.d.r)
 
Scusami, ti ho interrotto ma era un suono bellissimo. Mi stavi dicendo che il progetto di Cuneo Sounds Like si è evoluto.
"Sì, siccome parlare di eventi e concerti della provincia è la cosa più importante per gli artisti, e per il pubblico, ho dato una nuova impostazione alla pagina suddividendola in una serie di rubriche: la playlist, gli eventi settimanali e i talk. I talk nascono dalla proposta di Pietro e Vittorio Brero, i ragazzi della band I Boschi Bruciano, di intervistare gruppi e cantautori che suonano a 'La domenica brucia', format di concerti che organizzano in Birrovia. Quindi le interviste non sono legate solo ai musicisti cuneesi ma anche a chi viene a suonare in provincia".
 
Cuneo Sounds Like è nata per far conoscere gli artisti e creare connessioni. Secondo te da cosa dipende questa mancanza di una rete?
"Il fatto che molti artisti fra di loro non si conoscano, o che le persone non siano consapevoli di quanti progetti musicali esistano in provincia, credo rispecchi la geografia della provincia stessa. La Granda è, per definizione, molto vasta nella conformazione del territorio e non è raro attraversare paesi che nemmeno sapevi esistessero, anche se qui ci sei nato. Succede un po' la stessa cosa con gli artisti perché sono distanti. E poi è anche un discorso legato alla cultura delle persone perché, diciamocelo, non siamo la provincia con le persone più aperte del mondo. Siamo al nord e siamo pure cuneesi. Lo sai meglio di me".
 
Lo so e lo condivido. Ma tu sei consapevole che qualcuno si offenderà quando scriverò: "E siamo pure cuneesi"?.
"Non importa, se qualcuno si sente chiamato in causa si faccia delle domande".
 
E per quanto riguarda la scena musicale, ne esiste ancora una? Che idea ti sei fatto in questi due anni?
"Va detto che negli ultimi vent'anni la scena musicale dal vivo è quasi del  tutto scomparsa e ci sono state poche occasioni per i nuovi arrivati di farsi conoscere, un ulteriore discrimine per la mancanza di connessione. Non siamo a  Torino, o a Milano, e se è vero che modo di fruire eventi culturali, musica dal vivo e locali è cambiato tanto, è anche vero che in una grande città comunque ti salvi. La scena musicale classica è complicata perché moltissimi locali che erano sparsi per la provincia sono morti, portandosi dietro i loro palchi. Tra quelli rimasti non tutti vogliono far suonare e, alla fine, per un musicista, restano sempre i soliti posti in cui poterlo fare - luoghi sacrosanti e che ringraziamo - senza che ce ne sia mai qualcuno di nuovo. Nonostante ciò, gli spazi stanno tornando ma in maniera differente: non sono più i classici luoghi dove eri abituato a ascoltare un concerto e spesso devi cercarli".
 
Quindi la scena sta rinascendo? Se guardo al passato, penso a realtà come il Nuvolari Libera Tribù, il Ratatoj, il Condorito o il Mezcal, punti di riferimento che oggi non esistono più.
"Sì, credo stia rinascendo. È solo molto diversa da prima e non tutti gli artisti sono ancora entrati nell'ingranaggio di questa nuova scena. Oggi è fondamentale conoscere gli altri musicisti per entrare nella rete di posti non convenzionali, situazioni, house concert, eventi di etichette indipendenti e studi di registrazione come quelli organizzati da Brigante Records, Vollmer Industries, Mana's Diner, i live di Spazio Varco. Cercare di suonare in un locale dal vivo è più complicato e tra i punti di riferimento restano lo storico Cinema Vekkio, il Magda Olivero (gestito dall'associazione Ratatoj Aps) e la Birrovia. E chissà che con il NUoVO, il progetto di riqualificazione dell'ex Nuvolari, quest'estate non nasca una nuova realtà in cui si darà spazio ai concerti, come è stato detto alla conferenza stampa di presentazione. Quindi è anche una questione di abituarsi a spazi nuovi perché non credo che in passato ci fosse un maggior interesse per la musica. Semplicemente le persone andavano nei luoghi abituate a frequentare di solito e lì c'era della musica. Chi è interessato ai concerti continua ad esserci come c'era un tempo, e la serata la trova facilmente (mentre tutti quelli che si trovavano lì per caso adesso devono cercarsela)".
 
Guarda un gruppo che suona. Li conosci?
"No, non posso conoscere tutti".
 
Ci presentiamo. Sono i 12038, giovanissimi buskers saviglianesi (n.d.r)
 
Ma William di Cuneo Sounds Like che musica ascolta?
"Seguo tantissimi artisti ed è difficile dire un nome perché passo le giornate a sondare le loro uscite e a scoprirne di nuovi. Negli ultimi anni uno dei miei generi preferiti è questo ritorno della new wave anni '80. Una retrowave che mi piace molto perché credo siano gli anni '80 a un livello massimo, senza i limiti di produzione dovuti all'epoca. L'ultimo album di The Weeknd è davvero una sublimazione degli anni '80. Se devo cercare un macro genere in cui navigo bene direi il rock elettronico e quindi anche elettronica e rock presi separatamente. Se vuoi sapere il mio gruppo preferito invece, quello che scegli da piccolo e non cambia mai, direi i Muse".
 
E tra i cuneesi?
"Tra i cantautori Leandro, il suo progetto lo seguo molto da vicino, e Roncea. In generale, credo che la provincia abbia molto da dare con il cantautorato, ci sono cose molto interessanti anche di chi non sta pubblicando. Per quanto riguarda le band apprezzo molto il progetto di Regno, alfiere in provincia di quel ritorno della synthwave anni '80 di cui parlavo prima, e l'alternative rock de I Boschi Bruciano (che stanno per uscire con un nuovo disco). Poi ci sono parecchi ragazzi giovani che collaborano insieme e hanno dato vita a una scena rap e trap floridissma, ascolti che ho approfondito ultimamente anche se non sono proprio nelle mie corde".
 
Voglio chiudere l'intervista facendoti una domanda ispirata a quelle dei tuoi Talk. Se adesso potessi passeggiare con un musicista, invece che con me, chi sceglieresti?
"Probabilmente Paolo Nutini".
 
Perché?
"Beh, me lo vedo bene qui a passeggiare in mezzo a tutti questi oggetti. Una birra a colazione e poi un giro al mercatino".
 
Perché io e te non abbiamo bevuto una cosa prima di iniziare il giro?
"Perché sei arrivata in ritardo...".
 
Risate (n.d.r)

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