CUNEO - Nella pianura cuneese il punk...is not dead

Irma Piacenza, studentessa del Liceo Artistico "Ego Bianchi", parla dell'esperienza del "Carnet de Punkage": da un progetto scolastico è nata una fanzine autoprodotta per raccontare la scena locale

Irma Piacenza, studentessa

Francesca Barbero 26/11/2022 08:00

Irma Piacenza, in arte "Insomnia", ha 17 anni e frequenta il corso a indirizzo grafica del Liceo artistico "Ego Bianchi". "Carnet de Punkage", presentato, insieme a una mostra personale, ad un evento punk, al Varco, è la prima pubblicazione grafico fumettistica della giovane artista di Cavallermaggiore. Una fanzine autoprodotta, pubblicata dalla TadcaEdizioni, un viaggio nel mondo del punk locale attraverso due interviste illustrate che mettono a confronto due generazioni. Irma, che sogna di studiare illustrazione e fumetto all'Accademia di Belle Arti di Bologna, gestisce anche una web zine, "Ermeticozine" basata sui principi di "libertà, autogestione e uguaglianza". La fanzine è acquistabile alla distro itinerante presente agli eventi punk della zona Cuneo - Torino oppure tramite il sito tadcarecords.org. Per qualsiasi informazione è possibile contattare Irma tramite la sua pagina Instagram: Insomnias.art.
 
 
"Carnet de Punkage". Un progetto scolastico che è diventato una fanzine. Il nome richiama il carnet de voyage, il taccuino di viaggio che i rampolli dell'aristocrazia realizzavano durante il loro Grand Tour. Un viaggio nella scena punk locale che racconti con due interviste illustrate. Come è nata l'idea e perché proprio il punk?
 
"L'idea di utilizzare la forma del carnet de voyage non risale a una scelta personale ma dal progetto scolastico da cui è nato. Mentre l'idea per i contenuti è nata grazie a Laura Spianelli, che è una delle illustratrici invitate dalla scuola per spiegarci cos'è un carnet durante il corso. Lei ci ha mostrato dei suoi quaderni dove aveva illustrato varie proteste alle quali aveva preso parte, e da lì il mio cervellino ha voluto produrre qualcosa anche di 'utile' e affine al mio spirito: quindi un viaggio attraverso il punk locale. Non so dire perché ho scelto proprio il punk, ma è di sicuro una sottocultura che sento molto mia. La scena è come una famiglia, formata da una solidarietà per l'altro che non ho mai visto in altri ambienti. Il punk è libertà in ogni senso, solo ai concerti o in squat/centri sociali mi sembra di tornare a respirare. Il punk non è solo musica e vestiario: questa sottocultura racchiude insegnamenti, idee, arte, attivismo, smontando tutti i costrutti sociali immaginabili. Il punk mi fa da casa: mi ha cresciuto e insegnato molto, quindi possiamo considerare il "Carnet de Punkage" un piccolo tributo a questa culla".
 
Miriam e A., di 19 e 45 anni, sono i due protagonisti che, portando l'esperienza e il punto di vista del singolo, diventano portavoce delle rispettive generazioni. In un confronto continuo tra passato e presente. Come e perché li hai scelti?
 
“La scelta non è stata molto studiata: volevo sicuramente mettere a confronto due generazioni diverse, ma non ho scelto precisamente Miriam e A. per delle motivazioni precise, diciamo che sono capitati".
 
A quali disegnatori ti ispiri?
 
“Sinceramente non saprei rispondere con precisione a questa domanda. Non ho una figura particolare alla quale mi ispiro, ma mi lascio contaminare da ciò che mi gravita attorno: letture, graffiti, paesaggi, fumetti, locandine, fanzine e soprattutto i tanti piccoli artisti emergenti in cui mi imbatto e mi confronto”.
 
Ascolti musica disegnando? Se sì, qual è stata la colonna sonora di "Carnet de Punkage"?
 
“Sicuramente ascolto musica mentre disegno ma non solo: mi piace sentire molti podcast riguardanti il true crime, cospirazioni, teorie del complotto e anche sull'attualità. Purtroppo non ricordo esattamente cosa stessi ascoltando mentre producevo "Carnet de Punkage". Comunque di solito il genere che ascolto mentre disegno non è correlato al progetto, sono una persona con dei gusti musicali davvero ampi, infatti il mio Spotify è un miscuglio non-sense di generi discutibili”.
 
Dopo aver lavorato alla fanzine, come definiresti l'"attitudine punk"? Quali "affinità e divergenze", per citare i CCCP, emergono dalle parole di Miriam e A.?
 
"Ho capito che 'l'attitudine punk' è quasi un mito: i tasselli che vanno a formare questa sottocultura sono così disparati e non conformi che è impossibile categorizzarli. In fondo il punk è questo, rifiutare di essere classificati, schedati, omologati. Miriam ed A. appartengono a due generazioni differenti ma dalle loro interviste appare come "l'attitudine punk" rimanga sempre la stessa: i valori dell'autogestione, solidarietà, antifascismo, antirazzismo, transfemminismo sono gli stessi, forse perché purtroppo il sistema è rimasto lo stesso. Anche 'gli usi e costumi' della scena alla fine sono sempre gli stessi: festival, occupazioni, zine, distro ecc ma soprattutto voglia di fare, creare, condividere e di dare una voce a chi non ne ha più una".
 
A Cuneo c'era il Centro Sociale Occupato "Kerosene". Ne parla anche A. Risuona ancora la sua eco?
 
"Essendo un giovine punk cuneese vivo nell'eco del Kerosene, ascolto i racconti di chi l'ha vissuto e posso solo immaginare. Ogni tanto ci passo davanti con gli amichetti e fantastichiamo sul ri-occuparlo guardando i murales purtroppo sbiaditi. Osservarlo provoca un mix di curiosità e nostalgia, e anche rabbia verso le istituzioni che hanno distrutto per l'ennesima volta uno spazio autogestito (e anche rabbia verso quella svastica provocatoria sulla facciata)".
 
Punk is not dead? Com'è la scena cuneese oggi?
 
“A Cuneo e in provincia Granda, mi riferisco in particolare a Caramagna, Racconigi, Saluzzo e Alba, ci sono diversi gruppi che suonano alcune declinazioni del punk, come l'hardcore, lo street-punk, il grind-powerviolence, il garage punk. Se si va ad alcuni dei loro concerti si respira quello che c'è nella scena attuale. I nomi dei gruppi attivi ora che mi vengono in mente sono: Occhi Pesti, Fukuoka, Zio Tibia, Il Complesso, Middle Finger, Quarantena, Fire Glass, Rice X Filth ,Botaoshi, Ape Unit e metterei anche i Cani Sciorrì, perché sebbene facciano noise-stoner-rock potente sono sicuramente vicini a tutto l'ambiente punk-hardcore. A Cuneo ci sono sporadiche occasioni di feste private o piccoli concerti in bar, ma a Caramagna hanno sempre organizzato grossi concerti con nomi di richiamo internazionali, come Agnostic Front, Exploited, GBH e altri, grazie alla associazione Last One To Die e Il Complesso. Loro sono più vicini allo street-punk-oi, genere che adesso è esploso grazie a gruppi di spessore come i torinesi Bull Brigade, i romani Gli Ultimi e i Plakkaggio di Colleferro, e a tutti i gruppi e gruppetti che ascolta Zerocalcare (ma so che anche Max Pezzali ha un background simile, forse più metal...), gruppi che sono maturati sull'onda dei bolognesi Nabat. Ovvio che Torino è la meta preferita perché ci sono diversi squat storici. Noi a Cuneo infatti suoniamo sull'onda lunga dell'hardcore anni 80 e 90 torinese, quello di Negazione, Nerorgasmo e Frammenti insomma. Sono solo sfumature, ma chi è dentro al giro attuale le riconosce in modo lampante".
 
Oltre ad aver realizzato "Carnet de Punkage" gestisci una webzine, "Ermeticozine".
 
"Ermeticozine è nata dall'idea che l'arte è libera, e proprio per questo motivo dovrebbe essere sia accessibile a tutti (uno dei motivi per cui utilizzo la distribuzione in digitale), sia ogni artista, indipendentemente dalla sua bravura, status sociale o condizione economica, dovrebbe avere la possibilità di condividere con il mondo la sua arte. Al suo interno contiene materiale artistico di ogni genere: l'importante è che l'artista lo riconosca come arte. Il tutto è accompagnato di solito da una presentazione dell'artista e della sua opera scritta in totale autonomia. Io cerco di dare delle linee guida sui contenuti ma lascio ognuno libero di scrivere ciò che ritiene rilevante. In conclusione, Ermeticozine si basa sui principi della libertà, autogestione ed uguaglianza, portando quasi a cadenza mensile la possibilità di immergersi nel mondo di tanti piccoli artisti".

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