CUNEO - Passatore, nuovo arredo urbano alla rotonda per ricordare l'identità culturale e storica della frazione

Un uomo e il suo cavallo - riprodotti in corten - ricorderanno i tempi in cui il torrente Grana rappresentava un ostacolo (superabile grazie ai 'passatori')

Redazione 14/10/2021 08:39

 
Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato di Frazione di Passatore un'interessante racconto sulla rotonda all'incrocio tra due provinciali.
 
Lunedì 11 ottobre sono iniziati i lavori per l’arredo della rotonda di Passatore antistante la chiesa parrocchiale. Dopo numerosi tentativi e proposte  che, per vari motivi, non hanno potuto concretizzarsi, sollecitati dai frazionisti, abbiamo ripreso in mano la proposta. 
 
L’incrocio delle due strade provinciali di fronte alla chiesa parrocchiale di Passatore è stato recentemente riqualificato  con Il restauro della chiesa parrocchiale,
dell’adiacente parco Bersezio e con  la realizzazione di un centro parrocchiale di particolare qualità architettonica. Questo nuovo ambiente urbano richiedeva quindi anche un adeguamento estetico della rotonda  che si interpone fra gli edifici.
 
Ne avevamo pertanto  parlato con l’architetto Enzo Fina, abitante nella frazione e già progettista del monumento alla missione spaziale Rosetta, recentemente inaugurato, affinchè ci proponesse alcune soluzioni che fossero in grado di costituire un elemento di arredo urbano e, nel contempo fossero capaci di rappresentare in modo pertinente e peculiare la frazione di Passatore.
 
L’idea definitiva è quindi partita da alcune considerazioni storiche. Analizzando la storia di Cuneo era parso interessante il fatto che, fino al 1851, per accedere a Cuneo non esistessero Ponti ma solo guadi. La città era fortificata con mura possenti, abbattute dalla furia napoleonica, ed era circondata dai due fiumi che sostituivano i fossati artificiali realizzati normalmente per difendere le città dal medioevo in poi. 
 
Un guado importante era posto poco a valle del pizzo di Cuneo, un secondo alle basse S. Anna, un altro  a Madonna degli Angeli. I guadi erano punti di attraversamento controllati e gestiti da “passatori” e spesso si  attraversavano con  navette, costituite  da rudimentali zattere.  Questi punti di accesso gestiti  vengono descritti con supporto dettagliato di documentazione storica, da Gian Michele Gazzola nel suo libro “Cuneo città in alto”. 
 
Di qui è nata l’idea.  Il nome della frazione deriva, con molta probabilità , dall’esistenza di un antico guado attrezzato, ( o in certi periodi uno zatterone) per il passaggio di uomini ed animali attraverso il torrente  Grana. Sempre dal libro di Gazzola emerge che  nei pressi dei guadi veniva spesso eretta una appella o una chiesetta e viene citata, ad esempio la cappella di S.Giacomo sul ciglio sinistro del solco dello Stura, sul percorso Cuneo Passatore”.
 
Persino gli statuti  comunali disponevano che i ponticelli ed i guadi  che attraversano  le strade pubbliche fossero realizzati o riparati entro 15 giorni dalla piena .
Va peraltro considerato che un tempo, quando le derivazioni idroelettriche od irrigue non avevano ancora contribuito a sottrarre ingenti quantità d’acqua dall’alveo naturale, i fiumi avevano una portata decisamente superiore a quella attuale.
 
Anche il passaggio del torrente Grana doveva quindi costituire un ostacolo abbastanza impegnativo per il transito  di uomini e merci. L’attraversamento veniva facilitato dai cosiddetti “passatori”. Si trattava di persone che, dietro compenso, mantenevano i guadi transitabili o, in presenza di volumi  d‘acqua importanti, traghettavano i passanti su zatteroni  trainati da funi.
 
E’ quindi molto plausibile che da questi elementi storici derivi  il nome della frazione adiacente al torrente Grana. A seguito di questa ricerca e di queste considerazioni, era stato convocato un incontro con la popolazione a cui erano state sottoposte più ipotesi di intervento. A larga maggioranza l’uditorio si era espresso per la soluzione che prevedeva una rotonda  concepita come un greto dei fiume attraversato da un percorso che ricordasse un guado con al centro un cavallo da soma condotto da un uomo a piedi .
 
E’ stato quindi scelto di realizzare un cavallo da lavoro a grandezza naturale, carico, che desse il senso della fatica ed un uomo che non monta in sella ma lo precede a piedi,  tenendolo per le briglie e condividendone la fatica. Il materiale scelto è il corten tagliato al laser con una serie di  riporti per simulare il rilievo.
L’intento è quello che l’opera, oltre che diventare oggetto di arredo urbano, possa contribuire ad una maggior consapevolezza  dell’identità culturale e storica alla frazione.
 
Comitato di Frazione Passatore

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