CUNEO - Più di mille chilometri attraverso Italia e Francia per dire grazie ai sanitari che hanno combattuto il Covid

Lo spagnolo Bernardo Sagrado è partito da Venezia per raggiungere casa sua, a Caussade: "In molti si sono dimenticati che tanti medici e infermieri hanno perso la vita per tutti noi"

Bernardo Sagrado

Samuele Mattio 19/07/2022 10:21

Un lungo viaggio a piedi da Venezia a Caussade (Occitania, Francia) per ringraziare medici, infermieri e tutto il personale sanitario per il loro contributo nella lotta al Covid: “Alcuni di loro hanno perso la vita per tutti noi, ma oggi in molti se ne sono dimenticati”.
 
A parlare è Bernardo Sagrado, 74 anni, di origini spagnole, che tra il 4 e il 5 luglio ha raggiunto la Serenissima in aereo per intraprendere un percorso attraverso la pianura Padana armato solamente di un trolley, uno zaino e una cartina con il tragitto da compiere evidenziato in giallo.  
 
Ieri, lunedì 18 luglio, ha fatto tappa a Cuneo dove, con il suo entusiasmo contagioso, ha suscitato la curiosità di molti passanti, tra cui quella di Omar, un giovane corriere che ha contattato la redazione di Cuneodice.it segnalando il passaggio del viandante spagnolo.
 
Dopo aver passato la notte in una tenda nei pressi del cimitero di via Basse San Sebastiano, questa mattina Sagrado è ripartito verso il colle della Maddalena, che valicherà per ritornare a casa, a Caussade un piccolo paese nella regione dell’Occitania, soprannominato “la città del cappello” per la lunga tradizione nella produzione di copricapi.
 
Originario di Salamanca, in Spagna, Sagrado ha vissuto per più di quarant’anni anni ad Andorra, dove ha svolto diverse attività: ha gestito un bar e un negozio di elettrodomestici e ha lavorato nei servizi postali.
 
Sul trolley Bernardo ha attaccato un cartello fluorescente, che riporta l'eloquente scritta “Omaggio agli operatori sanitari”, da una parte in italiano e dall’altra in francese, le lingue dei due Paesi che Sagrado sta attraversando.
 
Quando avrà terminato il suo viaggio, e riabbraccerà la moglie e i figli (già adulti), avrà percorso più di mille chilometri. Sul suo percorso ha incontrato moltissime persone e l’impatto con il Belpaese è stato positivo: “Ho trovato gli italiani molto accoglienti, tanti mi hanno aiutato donandomi qualcosa da mangiare o dandomi indicazioni e tutti coloro che ho incontrato si sono detti d’accordo con il messaggio che porto”.
 
L’iberico non è un neofita di questo tipo di avventure. Durante il lockdown, tra aprile e giugno 2020, ha camminato per più di 638 ore, percorrendo duemila chilometri senza mai uscire di casa. La sua impresa è stata raccontata anche dal giornale andorrano “AndrorraDifusiò”.

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