CUNEO - SI o NO?

Italiani chiamati alle urne domenica 4 dicembre

Rubero Fabio 03/12/2016 10:05

Nella giornata di domani, domenica 4 dicembre, saremo chiamati ad esprimerci con un SI o con un NO sul cosiddetto “referendum costituzionale” che nient’altro è che un parere positivo o negativo alla “riforma Boschi”. Come sempre, a prescindere da ciò che si ha intenzione di votare, inutile dirlo, è di fondamentale importanza ciò per cui si va a votare dunque cerchiamo di capire meglio su che cosa siamo chiamati ad esprimerci. Intanto trattandosi di referendum costituzionale non sarà importante in quanti andranno a votare. Per questo tipo di quesiti, infatti, non è richiesto che il 50%+1 degli aventi diritto si rechi alle urne affinchè la consultazione sia valida come avviene invece per i referenda abrogativi. Dunque, all’indomani di domenica 4 dicembre, se la maggioranza degli italiani che si saranno recati alle urne avrà votato NO la Costituzione resterà come ora. Qualora dovessero invece prevalere i SI verrebbero modificati molti articoli della Costituzione Italiana con inevitabili ripercussioni politiche e non solo. La questione più importante sulla quale siamo chiamati ad esprimerci è la modifica del Senato e dunque l’abolizione del cosidetto “bicameralismo paritario”, ovvero il fatto che in Italia le leggi, per divenire tali, devono essere approvate da entrambi i Rami del Parlamento. Se una delle due Camere modifica anche una sola parola della legge, questa deve tornare nell’altra Camera per essere nuovamente approvata. Qualora la “riforma Boschi” venisse approvata si avrebbe la rottura di questo meccanismo con Camera e Senato chiamati a compiti diversi. Sarebbe in pratica solamente più la Camera dei Deputati a legiferare tranne su alcune questioni delle quali invece si occuperebbe Palazzo Madama. Senato che tra l’altro, in caso di vittoria del SI, vedrebbe drasticamente diminuire il numero dei suoi componenti che, dagli attuali 315, diventerebbero 100 e non sarebbero più eletti dai cittadini; sarebbero infatti sindaci e consiglieri regionali. Se dovesse vincere il SI inoltre verrebbe abolito il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e cambierebbe la normativa sulle leggi di iniziativa popolare per le quali servirebbero 150.000 firme e non più 50.000 come con la legge attuale con la garanzia però, al contrario di quanto avviene ora, che la legge verrebbe sicuramente discussa in Parlamento. Con la vittoria del SI, infine, ci sarebbe l’introduzione del referendum propositivo; ricordiamo che attualmente è possibile proporre solamente referenda abrogativi. Queste, molto schematicamente, le cose che potrebbero cambiare con la vittoria del SI al referendum del prossimo 4 dicembre. Se vincerà il NO, naturalmente, tutto resterà come ora. Buon voto a tutti!

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