VIOLA - C'è un po' di Granda in una delle birre dell'anno premiate da Unionbirrai

Nella "Strada San Felice" realizzata dal Birrificio artigianale Grado Plato di Montaldo Torinese la componente essenziale è la castagna garessina dell'azienda di Marco Bozzolo

Stefano Bagnasco con la birra premiata e il riconoscimento

Redazione 02/03/2023 10:14

Dal 2005 l’Associazione dei piccoli birrifici indipendenti Unionbirrai premia le migliori birre dell’anno suddivise per 45 categorie. In quella che prevede l’utilizzo di castagne ha vinto il primo premio la “Strada San Felice” realizzata dal Birrificio artigianale Grado Plato di Montaldo Torinese. Ma la birra ha come componente essenziale un prodotto della “Granda”: la castagna garessina “coltivata” ed essiccata, con il metodo tradizionale a fumo, dall’azienda di Marco Bozzolo, nel Comune di Viola, in Valle Mongia. Bozzolo è anche vicepresidente provinciale di Cia Cuneo. Il Birrificio Grado Plato è nato nel 2003 a Chieri e ha ampliato la struttura produttiva quando, dopo alcuni anni, si è spostato a a una manciata di chilometri di distanza, nel Comune di Montaldo Torinese. Gestisce inoltre un’impresa agricola, associata a Cia Cuneo.
 
La “Strada San Felice”
 
La birra alla castagna garessina ha un lungo percorso. Il frutto lo forniva al Birrificio Grado Plato già il papà di Marco. Poi, quando, nel 2017, Marco diventa titolare dell’impresa di famiglia, il legame tra la sua azienda e il birrificio si amplia ulteriormente. La “Strada San Felice” è il traguardo finale del cammino. Dice uno dei titolari del Birrificio Grado Plato, Stefano Bagnasco: “Prima di giungere all’attuale risultato, con il quale abbiamo ricevuto il prestigioso riconoscimento, la ricetta è stata modificata nel tempo e ottimizzata attraverso diverse trasformazioni. Con quest’ultima versione, l’obiettivo era anche di valorizzare il prodotto storico di un territorio”.
 
La “Strada San Felice”  è ambrata, a bassa fermentazione e di 8 gradi alcolici. Perché questo nome? Risponde Bagnasco: “Era la vecchia strada di Chieri che costeggiava i castagneti. Così è stato recuperato un altro pezzo di tradizioni”. Soddisfatti? “Siamo molto contenti di aver vinto il riconoscimento, che premia un lungo lavoro di ricerca e la collaborazione con un’altra azienda. Se si vogliono raggiungere dei traguardi, bisogna sempre di più sviluppare le sinergie”.
D’accordo Marco Bozzolo, il quale sottolinea: “Per valorizzare i territori è fondamentale intraprendere la strada delle collaborazioni tra aziende. In questa occasione, attraverso un prodotto di largo consumo come la birra, si porta il nome della castagna garessina in tutta Italia e non solo. Sono contento per il Birrificio Grado Plato, ma pure per la Valle Mongia”

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