GARESSIO - Luigi Salvatico compie 102 anni: Garessio festeggia il reduce della Cuneense

Nato a Valcasotto nel 1919, l’ex alpino è ospite dell’Opera Pia Garelli. Durante la ritirata russa salvò il fratello, poi fu prigioniero dei tedeschi e dei sovietici

Redazione 01/11/2021 13:55

Venerdì scorso (29 ottobre) l'amministrazione comunale di Garessio - rappresentata dal sindaco Ferruccio Fazio e dall'assessore Pierandrea Camelia - ha fatto gli auguri a Luigi Salvatico per i suoi 102 anni. Ospite dell'Opera Pia Garelli, Salvatico è uno degli ultimi alpini cuneesi reduci dalla campagna di Russia. Con gli amministratori comunali, oltre ai famigliari, erano presenti i rappresentanti del gruppo ANA di Garessio, della sezione ANA di Ceva (tra cui il consigliere della Fondazione CRC Massimo Gula) e della RSA garessina.
 
L’ex “penna nera” è nato nel 1919 a Valcasotto, anzi nella borgata oggi scomparsa di Moscardina, dove ha vissuto parecchio tempo prima di trasferirsi a Garessio. Come artigliere del gruppo “Mondovì” nel IV Reggimento Artiglieria da montagna partecipò alle campagne in Francia, Albania e Grecia, quindi partì con la Divisione alpina Cuneense alla volta della Russia e visse in prima persona la tragedia della disfatta e la ritirata. Nei giorni del ripiegamento ebbe modo tra l’altro di salvare da morte certa il fratello Paolo, che aveva ritrovato insieme a un cugino e a un amico di Pamparato. Paolo stava accusando i primi sintomi di congelamento al piede ed esortò il fratello a proseguire senza di lui, ma lui con l’aiuto del cugino Pierino e del loro amico Andrea continuò a trascinarlo per giorni utilizzando un mulo. Il 4 febbraio il ferito sarebbe stato finalmente caricato su una tradotta per l’Italia a Belgorod.
 
Anche Luigi riuscirà a tornare in patria, dove gli verrà amputata parte dell’alluce sinistro in fase di congelamento. Dichiarato di nuovo abile, venne inviato al Brennero e qui catturato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Gli ex alleati lo spediranno in un campo di lavoro a Vienna e infine a scavare trincee per ostacolare l’avanzata russa. Fatto prigioniero dai sovietici e deportato in Russia, Salvatico rientrerà finalmente a casa alla fine del 1945, dopo sei interi anni di guerra.

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