CUNEO - A inizio aprile un migliaio di 'pipistrelle' tornano all’Abbazia di Staffarda per partorire i piccoli

Come ogni anno da diversi decenni il sito secolare torna a popolarsi di una colonia riproduttiva di Chirotteri

Redazione 03/04/2020 10:48

A inizio aprile l’Abbazia di Staffarda, come ogni anno da diversi decenni, torna a popolarsi di una folta colonia di pipistrelli. Si tratta di femmine che si rifugiano in un ambiente caldo e silenzioso della secolare Abbazia per partorire i propri piccoli.
 
"Puntualmente in questo periodo, ogni anno dalla metà del secolo scorso, arrivano a Staffarda ben 1.200 femmine di due specie di chirotteri: – precisa Mara Calvini, tecnico del Parco del Monviso – sono esemplari di Vespertilio maggiore e Vespertilio minore e qui si radunano per partorire e allevare in tutta tranquillità il loro unico piccolo".
 
Proprio la presenza di questa importante colonia di pipistrelli, unitamente alla presenza di lembi di boschi planiziali posti a poca distanza, ha portato la Regione Piemonte a iscrivere nel 2019 i “Boschi e colonie di chirotteri di Staffarda”, nel comune di Revello, tra i Siti di Importanza Comunitaria, affidandone la gestione e la conservazione al Parco del Monviso.
 
Il ruolo svolto dai pipistrelli per l’ecosistema è innegabile e la loro presenza è sinonimo di buona qualità ambientale. A causa delle trasformazioni ambientali e della distruzione dei loro rifugi, molte specie sono in forte diminuzione e per questo tutte le specie europee e italiane sono protette dalle normative vigenti e dalla Direttiva Habitat che consente e impone al personale del Parco del Monviso di monitorare annualmente l’andamento della colonia.
 
"I visitatori dell’Abbazia – spiega ancora Mara Calvinipossono osservare uno scorcio della vita frenetica di questi complessi e splendidi mammiferi grazie ad una videocamera a infrarossi posta in un ambiente attiguo, per evitare di disturbarli: l’invito è quindi quello di programmare una gita a Staffarda non appena l’attuale emergenza sanitaria sarà completamente superata".
 
In questo periodo, tuttavia, i pipistrelli sono stati oggetto di una nuova ribalta mediatica, ben meno lusinghiera: sono stati infatti indicati come possibile origine del virus SARS-CoV-2, causa della pandemia COVID-19 che sta colpendo tutto il mondo.
 
Proprio per questa ragione, Elena Patriarca e Paolo Debernardi della Stazione Teriologica Piemontese hanno sottolineato con una nota del 31 marzo 2020 come, "a causa delle molte informazioni carenti e spesso errate che circolano relativamente all’origine di COVID-19, si sono diffusi nella popolazione timori circa il rischio di contrarre la malattia dai nostri pipistrelli. Tali timori, – continuano Patriarca e Debernardi – che abbiamo potuto constatare direttamente per le richieste di informazioni e aiuto che ci sono pervenute da molti cittadini in questi giorni, potrebbero tradursi in interventi di eradicazione e distruzione di colonie, in violazione delle leggi vigenti e con conseguenze molto negative sotto il profilo ambientale. Episodi di distruzione di colonie per la medesima causa sono già stati segnalati in Europa".
 
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Roma, nella consapevolezza del problema, ha redatto un testo volto alla corretta informazione del pubblico nel quale si legge, tra le altre cose, che "nessun coronavirus potenzialmente dannoso per l’uomo è stato isolato in Italia o in Europa e la prossimità di pipistrelli all’uomo, come ad esempio quella che si realizza in presenza di colonie di questi mammiferi in aree abitate, non pone rischi di trasmissione di SARS-CoV-2. Si ricorda inoltre – conclude la nota dell'ISPRA – che i pipistrelli italiani svolgono un importantissimo servizio ecosistemico sopprimendo insetti effettivamente o potenzialmente nocivi alla salute umana, ai coltivi e ai boschi. Pertanto, la presenza di pipistrelli anche in prossimità di aree abitate costituisce un elemento positivo e non deve causare preoccupazione".
 
 

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