Il 25 maggio ricorre la ventiquattresima edizione della Giornata Nazionale del Sollievo, istituita con direttiva della presidenza del Consiglio dei Ministri allo scopo di “promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione”. In particolare, questa giornata vuole accendere i riflettori su quattro concetti cardine: le cure palliative, la terapia del dolore, l’umanizzazione, lo sviluppo di percorsi formativi.
A pochi giorni dalla Giornata Nazionale del Sollievo, l’Asl CN2, con la sua Cappellania Ospedaliera, ha voluto farsi partecipe della tematica e ha organizzato, il 16 maggio, presso la Sala Auditorium dell’Ospedale Ferrero di Verduno, il convegno “La perdita di una persona, la morte di un paziente: esperienze e vissuti. Il fine vita, il confronto con la morte e le loro implicazioni a livello medico, psicologico, etico e spirituale”. Partendo da un approccio storico, filosofico e socio-culturale, l’evento ha approfondito le tematiche del fine vita, dell’incontro con la morte e le loro implicazioni a livello medico, psicologico, etico e spirituale.
L’impegno dell’Azienda Sanitaria proseguirà con un secondo importante momento: la presentazione alla cittadinanza del progetto “Camere del Sollievo”, con l’inaugurazione delle stanze realizzate nell’area di degenza della S.C. Medicina Interna, grazie al contributo dell’associazione Ho Cura, nell’ambito dei progetti di umanizzazione delle cure selezionati tra i partecipanti all’iniziativa “Ci prendiamo cura di te”, promossa nell’anno 2024 dalla Fondazione Ospedale Alba-Bra. L’appuntamento è per giovedì 29 maggio, alle ore 15, nell’atrio al terzo piano dell’Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno.
L’occasione verrà valorizzata attraverso un incontro di riflessione sul tema dell’accoglienza del fine vita in ospedale e coerentemente al progetto aziendale di potenziamento delle cure palliative sia in hospice che al domicilio. All’evento interverranno professionisti dell’Asl CN2 e di altre importanti realtà sanitarie che, dopo i saluti istituzionali, parleranno dell’approccio al paziente terminale in contesti di Pronto Soccorso e Medicina Interna, dell’assistenza infermieristica, della realtà dell’Hospice e della pianificazione delle cure palliative domiciliari.
Il programma dettagliato, con l’indicazione dei professionisti che si alterneranno durante l’incontro, è presente sul
sito dell’Azienda Sanitaria.
“La Carta dei diritti dei morenti annovera alcuni diritti fondamentali per chi sta attraversando il fine vita: il diritto alla vicinanza dei cari, il diritto a non morire nell’isolamento e in solitudine e il diritto a morire in pace e con dignità. Questi diritti valgono sempre, indipendentemente dal setting di cura in cui si trova il malato, che sia l’Hospice, la casa, una casa di riposo, un reparto di degenza o il Pronto Soccorso. Da queste premesse nasce l’esigenza di un percorso specifico per l’accompagnamento ad una morte dignitosa dei pazienti end-stage, che arrivano in ospedale. Per rispetto nei confronti del fine vita e della dignità delle persone assistite, si è deciso di dedicare due stanze nella degenza di area medica, per pazienti che arrivano in Pronto Soccorso in uno stato di terminalità”, spiega la dottoressa Paola Malvasio, Direttore Generale dell’Asl CN2.
Il dottor Fulvio Pomero, Direttore Dipartimento di Area Medica e S.C. Medicina Interna prosegue: “L’intento è quello di destinare uno spazio, all’interno della Medicina Interna, dove il fine vita possa essere un momento trascorso in modo intimo dai familiari, lontano dal rumore, dal sovraffollamento delle aree di urgenza, dai telefoni che squillano. Le stanze, a basso impatto tecnologico, potranno garantire silenzio, intimità, tranquillità, accudimento e ascolto. L’obiettivo non è solo quello di mettere a disposizione delle persone assistite uno spazio riservato, dove poter rimanere insieme ai familiari/caregivers, ma anche quello di poter contare su un’assistenza mirata principalmente a controllare la loro sofferenza ed i sintomi refrattari, evitando cure sproporzionate e non appropriate”.