BRA - Bra, l’esule istriana Luciana Rizzotti al 'Caffè Letterario' per fare memoria del grande esodo

Appuntamento online giovedì 21 gennaio, alle ore 21, sul gruppo Facebook ‘Bra. Di tutto, di più’

c.s. 19/01/2021 08:16

Per non dimenticare. Giovedì 21 gennaio il Caffè Letterario di Bra propone un incontro online dal titolo ‘Il grande esodo. Memorie di un’esule istriana’. Ospite del salotto virtuale di Silvia Gullino ed Enrico Sunda, in programma alle ore 21 sul gruppo Facebook ‘Bra. Di tutto, di più’, sarà Luciana Rizzotti, classe 1937, residente a Bra dal 1954, ma originaria di Cittanova d’Istria, che ha impresso sulla pelle il dramma degli esuli, costretti a lasciare forzosamente le loro terre e a tagliare i legami con le loro radici.
 
Una pagina angosciosa che ha vissuto il nostro Paese nella prima metà del Novecento. Una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica, per usare le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per fortuna esiste una Legge dello Stato (n. 92 del 30 marzo 2004), approvata a grandissima maggioranza dal Parlamento, che ha istituito il Giorno del Ricordo: una solennità civile, celebrata il 10 febbraio, per osservare “La memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati, nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
 
Con il vocabolo ‘foibe’ si indicano delle grandi cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che furono gettati, vivi e morti, quasi 20mila italiani. Una tragedia in tre tempi: prima ondata all’indomani dell’8 settembre 1943 (data dell’armistizio) con la rappresaglia dei partigiani slavi contro fascisti ed italiani non comunisti, la seconda dal 25 aprile 1945 con l’arrivo delle truppe del Maresciallo Tito ed infine nel 1947 con la ratifica del trattato di pace e la cessione di Istria e buona parte della Venezia Giulia alla (ex) Jugoslavia. 350mila persone si trasformano in esuli.
 
Oggi Luciana Rizzotti è una nonna in pensione, ma anche un pezzo di Storia vivente. In lei, il ricordo di quei giorni, è più che mai vivido. La mente è lucida. Mentre gli occhi, di un verde cristallino, si bagnano ancora nel rammentare quel dolore che è stato sì di un popolo, ma anche e soprattutto di una bambina violata nell’infanzia. Nonostante l’età non si sottrae però al compito di portare ogni anno la sua personale testimonianza durante le cerimonie istituzionali. Ma anche un messaggio, che è di ‘pace e libertà’.

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