Domani, giovedì 26 giugno, alle ore 11 presso la sede dell’Università di Torino (Piazza Torino 3, Cuneo) inaugura la mostra I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico, un’affascinante esplorazione del rapporto tra l’uomo e la morte, dalle prime sepolture dell’Uomo di Neanderthal fino all’alba dell’agricoltura. La mostra, presentata dall’Università di Torino con il Sistema Museale di Ateneo e Unita in collaborazione con UniVerso e con il patrocinio della Città di Cuneo, approda al Palazzo ex "Macello" dopo le tappe di Torino (Sala Principe d’Acaia del Palazzo del Rettorato) e Brescia (Palazzo Bettoni). L’esposizione, curata da Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba, accompagna il visitatore in un percorso che attraversa millenni analizzando i riti funerari, le evoluzioni sociali e le prime manifestazioni artistiche legate al culto dei morti attraverso una serie di calchi di sepolture preistoriche. Le pratiche funerarie ci offrono infatti l’opportunità per indagare gli elementi più profondi del pensiero umano dato che i riti della morte non corrispondono a necessità materiali ma a preoccupazioni di natura differente, che riguardano il destino di un individuo - o del suo cadavere - dopo la morte. Proprio per questo, essi rappresentano una tappa importante della storia sociale dell’umanità e forniscono elementi per conoscere la storia del defunto e del suo gruppo di appartenenza. Grazie alle sepolture paleolitiche – che hanno protetto i resti umani dalla distruzione da parte di agenti esterni – sono arrivati fino a noi scheletri completi o quasi di cui i calchi restituiscono lo stato nel momento stesso della scoperta. Un calco realizzato durante lo scavo non è infatti una semplice copia ma riproduce un contesto di rinvenimento che non esiste più e che, anche per questo, diventa testimonianza di straordinaria importanza. Tra i calchi esposti: - La sepoltura della Dama del Caviglione, rinvenuta ai Balzi Rossi, famosa per i suoi ornamenti funerari in ocra e conchiglie. - La sepoltura del Giovane Principe, scoperta nella Caverna delle Arene Candide, che con il suo ricco corredo rappresenta uno dei più straordinari esempi di sepolture paleolitiche europee. - La sepoltura doppia del Riparo del Romito, un toccante esempio di cura e inclusione, con un individuo affetto da nanismo protetto dalla comunità.