CUNEO - Cuneo, tutto pronto per "La Lunga Notte delle Chiese"

Cultura, arte, musica, teatro, in una chiave di riflessione e spiritualità. Le attività avranno inizio stasera alle 20.30 al Museo Diocesano in contrada Mondovì

Redazione 04/06/2021 09:11

Giunge alla sua sesta edizione “La Lunga Notte delle Chiese”, la grande notte bianca che si svolge all’interno dei luoghi di culto, in cui si fondono insieme cultura, arte, musica, teatro, in una chiave di riflessione e spiritualità. Nata nel 2016 nella Diocesi di Belluno-Feltre per iniziativa dell’associazione di promozione sociale BellunoLaNotte, su ispirazione dell’omonimo format austriaco “Lange Nacht der Kirchen”, in questi anni ha visto una notevole crescita e partecipazione a livello nazionale. L’ultima edizione (2020) si è svolta in digitale causa Covid-19 ed ha contato la partecipazione di 120 Diocesi in tutta Italia con oltre 150 chiese coinvolte.
 
A Cuneo, l’ultimo appuntamento dal vivo era stato a giugno del 2019 con le visite al buio al Museo Diocesano San Sebastiano. Nel 2020 – a causa della situazione sanitaria – le attività si erano spostate online, con la presentazione della mostra “Re-velation” di Carla Iacono. Finalmente, il 4 giugno 2020 “La lunga notte delle chiese” torna in città con gli eventi in presenza, se pure con numeri limitati. 
 
Il progetto dell'associaizone di promozione sociale Bellunolanotte 
 
In questi mesi, abbiamo ragionato molto su come portare avanti questo nostro progetto comune: quello che abbiamo passato e che tuttora stiamo attraversando è un periodo difficile e ancora da interpretare. Il Covid ci ha travolti, sconvolti, consegnandoci l’immagine di una società convulsa, disordinata, mobile, complessa, variegata e imprevedibile. Allo stesso tempo si è generata tanto improvvisamente quanto repentinamente una crisi sociale ed economica di proporzioni immense, producendo un impatto immediato e catastrofico nella collettività e che trascinerà a lungo i suoi effetti. Come porci allora di fronte a questi accadimenti, come reagire? All’inganno del “tutto va male” del “tanto nessuno può aggiustare le cose” l’allora Cardinale Jorge Mario Bergoglio rispondeva così ai suoi interlocutori: “E tu che fai?” - ”E noi che facciamo?”
 
Il tema della sesta edizione
 
Nei mesi estivi, successivi alla prima ondata del virus, abbiamo pensato molto a quale tema potesse ispirarsi il festival e poi a inizio ottobre ci è venuta in aiuto la nuova Enciclica del Santo Padre "Fratelli tutti" basata sulla fraternità e sull’amicizia sociale. Ci ha chiaramente indicato la via: la "cura del prossimo". Non poteva esserci momento migliore per proporre questa meditazione visto quello che sta accadendo nel mondo a causa del virus e non solo.
 
Il tema ufficiale della sesta edizione avrà dunque come parola chiave “FRAGILI” e l'interrogativo attorno a cui proporremo una riflessione sarà "Ed io avrò cura di te?". 
 
Cosa ci ha insegnato quindi il Covid? Sicuramente ci ha permesso di capire che non possiamo essere egocentrici, che, come dice Papa Francesco “nessuno si salva da solo, che siamo tutti sulla stessa barca”, che la strada è l’incontro con l’altro, il costruire un cammino comune. C’è bisogno di una via d’uscita positiva dalle difficoltà globali. 
 
Arte e fragilità
 
Anche l’arte vuol dire prendersi cura, non solo della fragilità di opere e monumenti, ma anche dell’anima. Perché l’incontro con la bellezza è sempre una cura per l’anima. Non per niente colui che lavora a stretto contatto con la bellezza si definisce curatore d’arte.
 
Da una parte curiamo la bellezza e dall’altra la bellezza cura noi. Così come Umberto Eco diceva del libro, cioè che è compito del lettore completarlo e riempirne gli spazi vuoti, così possiamo dire che l’arte, che, come la letteratura, è un linguaggio, ha bisogno di sguardi per vivere. Le mascherine possono bloccare i sorrisi e a volte le parole ma non gli occhi che continuano a guardare l’arte e di conseguenza il prossimo: com’è bello guardarsi negli occhi dopo esserseli riempiti in una tela colorata? Si crea una linea di comunicazione che apre ad un nuovo dialogo, ad una vicinanza che prima non c’era, frutto di un’esperienza comune.
 
 
La lunga notte delle chiese di Cuneo
 
Il tema della fragilità ha dunque molti risvolti, nella serata al Museo Diocesano San Sebastiano saranno fornite diverse letture e suggestioni per grandi e piccini.
 
Enrico Manassero – direttore di Caritas Diocesana – introdurrà la serata con video e riflessioni sul significato della parola fragilità in questo particolare momento e sulle azioni che Caritas ha intrapreso per farvi fronte a livello locale e nazionale. 
 
Laura Marino – direttrice del Museo Diocesano – accompagnerà i partecipanti in una visita tematica sul tema della fragilità nelle collezioni del museo; sarà anche l’occasione per dar conto dei progetti promossi negli anni con persone anziane fragili, disorientate, con demenze, come il percorso “Ri-trovarsi al Museo” realizzato nel 2019 in collaborazione con la Residenza Casa Famiglia e con il sostegno del Rotary Club 1925.
 
Per i più piccoli (età 5 – 10 anni) è previsto un laboratorio creativo condotto dai servizi educativi del Museo, sul tema della fragilità che può essere superata dalla forza dell’azione comune. 
 
Caritas e Museo – parte della Fondazione Opere Diocesane Cuneesi – collaborano in diverse iniziative in cui il mondo della cultura e quello della carità si completano per portare aiuto, cura e attenzione in un’ottica inclusiva e aperta.
 
Modalità di partecipazione
 
Le attività avranno inizio alle ore 20.30 presso la sede del Museo Diocesano in Contrada Mondovì. La partecipazione è gratuita, ma è richiesto di portare un libro o un giocattolo usato (in buone condizioni) per famiglie con bambini in difficoltà: i materiali, adeguatamente igienizzati, saranno poi distribuiti a cura di Caritas. 
 
L'accesso sarà consentito ad un numero contingentato di persone ed è necessaria la prenotazione. Durante la serata sarà necessario mantenere il distanziamento fisico; è richiesto l’utilizzo della mascherina e lungo il percorso saranno disponibili dispenser di gel igienizzante per le mani. L’uso dell’ascensore sarà riservato a persone con disabilità motoria e un accompagnatore. 
 

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