RITTANA - Il 2 giugno in Borgata Paraloup la prima tappa del festival [Oltre]passare il confine

L'evento itinerante dell’estate della valle Stura parla di confini nei diversi linguaggi contemporanei

Redazione 25/05/2021 12:45

 
Il progetto [Oltre]passare il confine trae origine dalla mostra [Oltre]passare il la frontiera esposta presso l’Ecomuseo della Pastorizia di Pontebernardo (Pietraporzio) nell’estate del 2020. 
 
La mostra, che raccoglie una serie di scatti del fotografo cuneese Luca Prestia, verrà spostata e inaugurata il 2 giugno nella Borgata Paraloup di Rittana, e sarà il punto di partenza di un festival itinerante, che propagandosi lungo tutto il territorio della Valle Stura, continuerà a parlare di montagne e di patrimonio naturale, di confini e di frontiere naturali, della storia e dell’identità della Valle Stura, da sempre luogo di transito e scambio e quindi di fermento culturale.
Il progetto dell’Unione Montana Valle Stura, in partenariato con la Fondazione Nuto Revelli e la Borgata Paraloup, i Comuni di Moiola, Demonte e Vinadio, vuole - attraverso proiezioni cinematografiche, escursioni musicate, passeggiate illustrate, incontri e dialoghi tra storici, sociologi, antropologi e giornalisti - mostrare il territorio di confine nei diversi linguaggi contemporanei. 
 
Gli scatti di Luca Prestia hanno infatti portato alla necessità di una riflessione più ampia sul tema dei confini, nel passato e nel presente. Nel corso dei secoli, lungo le strade e le antiche mulattiere, hanno transitato pastori, pellegrini, artisti, mercanti, contrabbandieri ed eserciti. Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, le difficili condizioni di vita in montagna portavano a oltrepassare le frontiere, a emigrare stagionalmente o per sempre, in cerca di una vita migliore. Questi costanti movimenti di uomini, donne, bambini e animali hanno reso le frontiere del tutto relative. Da entrambi i lati del confine, le comunità condividono le stesse fondamenta culturali, la stessa lingua. E le montagne e i percorsi per attraversarle, sono ancora oggi rappresentativi della forte identità di un territorio e ne disegnano il paesaggio. La tematica scelta, e sulla quale si vuole riflettere, è di grande attualità e trova le sue radici nel passato e nell'identità del territorio. La frontiera italo-francese della Valle Stura è sempre stata storicamente una linea fluida, molto transitata. Per le genti della valle l'emigrazione era vista come qualcosa di normale, chi non era emigrato non era un uomo: l’esperienza migratoria era come una prova per entrare nella vita adulta. Sin dal passato, quindi, sono vive “la cultura della mobilità” e questo istintivo ed irrefrenabile desiderio di Francia, di partire e di migrare, e il desiderio di ascesa sociale. 
 
Oggi sul confine non ci sono più gendarmi e carabinieri come un tempo, e risulta ancor più evidente che le zone di frontiera sono luoghi in cui si confondono realtà diverse e le contraddizioni sembrano annullarsi. Lo sguardo dell’osservatore oggi non ha ostacoli se non quelli naturali, in un abbraccio visivo che restituisce il giusto ordine alle cose e riconosce alla natura il ruolo che le spetta, facendo apparire l’azione esercitata dall’uomo e dalla sua volontà di controllo e delimitazione, come qualcosa di effimero. Il festival, che toccherà vari comuni della Valle Stura, inizierà il 2 giugno e terminerà il 22 agosto 2021, e nello specifico prevederà: una mostra fotografica, una mostra itinerante, sei incontri, una passeggiata musicata, una passeggiata illustrata, un'escursione, sei serate di cinema inerenti al tema.
 
Nel corso della prima giornata del 2 giugno alle 16 a Paraloup, il fotografo Luca Prestia e l’antropologo Adriano Favole dialogheranno sull’immagine e la rappresentazione del confine, a seguire l’inaugurazione della mostra fotografica (ore 18). In serata, alle 21, verrà proiettato il film “Biserta. Storia a spirale” di Michele Coppari e Francesca Zannoni, una produzione Cosenude Media Projects. Il film, che verrà proiettato in collaborazione con l’associazione culturale Contardo Ferrini di Caraglio, parla dell’ultima città dell’Africa, la più a Nord, un porto dove la terra africana si getta ripida nel Mediterraneo. L’ultima città dell’Africa, la più a Nord, a soli 250 km dall’Italia. Un porto strategico. Una città di basi navali, di prigioni, la “Petit Paris”, una città dal 2011 presa in ostaggio da gruppi di islamisti radicali, salafiti e takfiriti. Biserta è “la città davanti”, un punto di vista per noi vicino ma altrettanto distante su questioni che ci investono come individui, prima ancora che come società: la paura, il fanatismo, la violenza, la voglia di cambiare.
 

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