Continuano gli appuntamenti di “Ma cosa dici?”, pensati dall'associazione cuneese FormicaLab Aps, nell’ambito del bando “Educare in Terrazza” finanziato della Fondazione CRC, con incontri gratuiti al Rondò dei Talenti dedicati a studenti, genitori, insegnanti, educatori e a tutti coloro interessati ad approfondire la potenza delle parole. Il prossimo sarà martedì 4 novembre, alle 17 nello Spazio Relazioni del Rondò dei Talenti, con il giornalista ed esperto in comunicazione sanitaria Salvo Anzaldi che indagherà sul tema "Le parole della salute sono in prognosi riservata. Medici, referti e media: a pazienti e lettori serve il traduttore”. Incontri liberi, preferibile l'iscrizione sul sito del Rondò dei Talenti dove sono prenotabili anche gli altri incontri del progetto previsti per l'11, il 17 e il 24 novembre.
Il focus
"Il tempo di comunicazione è tempo di cura". Lo dice anche una Legge (la numero 219 del 2017), ma non sempre medici e pazienti si capiscono dato che i primi parlano la loro lingua, che è diversa da quella dei secondi. E altrettanto spesso i media non aiutano, utilizzando formule e linguaggi che banalizzano le situazioni ingannando lettori e ascoltatori.
Per comprendere il referto di una semplice radiografia non ci basta conoscere l’italiano. Molti si sorprenderanno del fatto che il cavo orale e la bocca siano la stessa cosa. La cosiddetta “scrittura istituzionale” rende difficile la prenotazione di un semplice esame del sangue.
Allo stesso modo, nel racconto quotidiano dei nostri media, continuiamo a leggere che "oggi l'autopsia chiarirà le cause del decesso", quando è noto che per un referto autoptico attendibile servono settimane, se non mesi. Oppure apprendiamo del "paziente in prognosi riservata" come di una persona al confine tra la vita e la morte, mentre la formula indica solo l'impossibilità di una previsione certa sul suo decorso.
Eppure, proprio perché riguardano noi tutti, senza eccezioni, le parole della salute - quelle dei medici e quelle dei media - dovrebbero essere chiare, semplici e precise.
Salvo Anzaldi
Salvo Anzaldi, 56 anni, è un giornalista professionista torinese dalla lunga esperienza in testate nazionali e locali. Autore di diversi libri, nel 2005 si è aggiudicato il prestigioso “Premio Saint-Vincent” di giornalismo con un reportage sull’ultimo soggiorno valdostano di Papa Giovanni Paolo II. Dal 2007 si dedica alla comunicazione istituzionale, soprattutto in ambito sanitario, con alta specializzazione nella gestione della comunicazione di crisi e lavorando per alcuni dei maggiori ospedali del Nord Ovest di Italia. In ambito formativo, ha svolto docenze universitarie su temi di comunicazione e giornalismo ed è stato titolare di corsi di formazione riservati a giornalisti, editori, imprese pubbliche e private, scuole di ogni ordine e grado.