L’offerta culturale autunnale in provincia di Cuneo si arricchisce di un’importante inedita mostra, intitolata “La moda, la vita”, un progetto del Comune di Saluzzo e della Fondazione Artea che esplora, per la prima volta, uno dei capitoli meno noti della carriera di Ferdinando Scianna (1943), primo fotografo italiano a essere annoverato tra i membri della prestigiosa agenzia internazionale Magnum Photos e uno dei protagonisti assoluti della fotografia del Novecento: la moda. Un ambito che l’autore affronta con il suo linguaggio da fotogiornalista, scardinando ogni estetica patinata a favore di una narrazione più umana. Scianna porta la moda fuori dalle passerelle e dentro la vita, restituendo immagini che sono insieme documento e poesia, verità e immaginario.
La rassegna, composta da novanta scatti, verrà ospitata dal 24 ottobre 2025 al 1° marzo 2026 all’interno della Castiglia di Saluzzo, antica fortezza e residenza marchionale, oggi spazio museale e luogo del contemporaneo.
Il percorso espositivo, curato da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, si apre con una sezione introduttiva dedicata al legame tra Scianna e Leonardo Sciascia, a partire dagli scatti realizzati insieme, che documentano non solo la loro collaborazione professionale, ma anche l’amicizia e la complicità intercorsa tra due grandi intellettuali siciliani, quindi continua con un serie di dodici fotografie provenienti dalla collezione della Fondazione Arte CRT, in comodato alla GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino; sono immagini realizzate in India, in Francia e in Bolivia, in cui appare evidente il suo occhio da fotoreporter, attento ai luoghi, alle persone, ai dettagli della vita quotidiana. Oltre a evidenziare l'importanza del fondo collezionistico custodito dall'istituzione torinese, probabilmente il più ricco dedicato all'autore, questa sezione offre la chiave di lettura dell'intera mostra. Per Scianna, il reportage resta la matrice stilistica e narrativa, sia che si stia approcciando alle feste religiose siciliane o che realizzi un servizio su commissione per conto di marchi di moda.
L’esordio di Ferdinando Scianna nel mondo della moda è datato 1987 quando Dolce&Gabbana, allora giovani stilisti emergenti, gli commissionano di realizzare le immagini per i cataloghi di due collezioni, dando vita a una delle collaborazioni meglio riuscite nella storia della fotografia. Un compito che l'artista siciliano assolse in modo originale e spiazzante. Scianna, infatti, non rinunciò alla sua natura di fotoreporter, né tantomeno rimase insensibile al richiamo della sua terra, così ricca di tradizioni, di cerimonie, di misticismo, facendo uscire la moda dagli studi di posa per trasportarla nella realtà della Sicilia e tra le strade dei paesi. Le sue fotografie di moda sono frammenti di storie che riflettono la sua visione del mondo, restituendo un ideale di bellezza che va oltre la pura descrizione del prodotto. Fondamentale in questo percorso fu anche la collaborazione con la top model Marpessa, che incarnava la bellezza mediterranea, che lo stesso Scianna scelse come sua musa.
L’esposizione segue tutto il percorso di Scianna nel mondo della moda, durato quasi dieci anni, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta, durante il quale collaborò con importanti brand e numerose riviste L'esposizione segue tutto il percorso di Scianna nel mondo della moda, durato quasi dieci anni, tra la fine degli internazionali, tra cui Vogue, Vanity Fair, Stern, Grazia. Nei suoi scatti si fondono etica e stile, memoria e intuizione, fotografia e letteratura; questo approccio gli ha consentito di interpretare e capovolgere i modelli di rappresentazione comunemente consacrati al glamour delle passerelle, trasformando la fotografia di moda in racconto visivo, mantenendo intatto il legame tra immagine, verità e cultura.
“Forse non ho mai capito bene che cosa significhi moda. Per me è un uomo, una donna, un bambino, vestiti, naturalmente, che attraversano la vita, il mondo. Lo stesso vestito, indossato da persone diverse, può apparire bello o ridicolo, ma anche dalla stessa persona in situazioni diverse cambia totalmente di significato. Per me, dunque non ha senso la definizione di fotografia di moda. Ho fotografato la moda come ho fotografato tutto, per farne un racconto”, dichiara Ferdinando Scianna che nel ricercare una definizione per l’espressione “moda” è riuscito a descriverla come “il mondo che guarda e dà significato agli abiti”.
In contemporanea, il Filatoio di Caraglio ospiterà “Helmut Newton. Intrecci”, monografica dedicata ad un altro grande protagonista della fotografia del Novecento. Le mostre di Ferdinando Scianna e Helmut Newton, concepite per dialogare tra loro, approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati dei due autori, offrendo visioni originali e complementari, due approcci distinti ma convergenti alla moda e al racconto seguito delle della vita. Le carriere di entrambi vivono una svolta sul finire degli anni Ottanta, anche trasformazioni in atto nella società del periodo: da un lato l'avvento delle prime apparecchiature digitali e di Photoshop, che mettono in discussione il valore testimoniale dell'immagine fotografica, dall'altro la caduta del muro di Berlino e la fine dell'Unione Sovietica, che ridefiniscono gli equilibri globali e aprono nuove prospettive di incontro tra culture. Nelle immagini di Newton tutto ciò si traduce in una sempre maggiore teatralizzazione delle scene ritratte, che si fanno più oniriche e complesse. Scianna, invece, chiamato per la prima volta a confrontarsi con il genere della moda, torna alla Sicilia delle sue origini, trasformando le strade e le piazze in set inconsueti dove la verità della vita quotidiana si intreccia con la finzione degli abiti di lusso.
“Siamo alla terza mostra fotografica realizzata dalla Fondazione Artea con la Città di Saluzzo, che quest'anno si arricchisce di nuove collaborazioni e propone un programma di eventi collaterali di approfondimento di grande interesse - precisa Attilia Gullino, assessora alle politiche culturali della Città di Saluzzo -. Un progetto espositivo che segna una crescita e un consolidamento della collaborazione di territorio, mettendo nuovamente in rete e valorizzando spazi di notevole interesse storico come la Castiglia di Saluzzo e il Filatoio di Caraglio, attraverso la realizzazione di un percorso artistico di alto livello e di sicuro richiamo. La ‘mostra autunnale’ che vede in rete Saluzzo e Caraglio va nella direzione di una politica culturale di collaborazione e sinergia che speriamo possa continuare negli anni a venire, diventando un appuntamento consolidato sempre più atteso oltre che occasione di crescita personale e collettiva per tutto il territorio”.