CUNEO - Bergesio come Stakanov, Costa il parlamentare più “bogianen” tra i cuneesi

Il leghista di Cervere totalizza il 100% delle presenze in Senato, record assoluto. Alla Camera Ciaburro vince il “derby” con Gribaudo, che però ha un 59% di missioni

Andrea Cascioli 20/08/2025 08:04

Presenze: 7.595. Assenze: 0. Il ruolino di marcia del senatore Giorgio Maria Bergesio, rieletto con la Lega nel 2022, fa impallidire quello del mitico Aleksej Stakanov, l’operaio sovietico che nelle miniere di carbone del Donbass divenne un simbolo di efficienza sul lavoro tale da riflettersi in un aggettivo, appunto “stakanovista”. Il leghista di Cervere, a palazzo Madama già nella scorsa legislatura, non ha mancato una votazione in quella attuale, presentando anche quindici disegni di legge come primo firmatario di cui uno - quello sull’istituzione della giornata nazionale dell’agricoltura - approvato da entrambi i rami del parlamento. Se al Senato un cuneese porta a casa il record nazionale di presenze (condiviso con un’altra piemontese, la torinese di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio), alla Camera chi si allontana di meno da quei numeri - tra le due elette nella circoscrizione di Cuneo - è Monica Ciaburro. La sindaca di Argentera e parlamentare di FdI - prima firmataria di dieci disegni di legge - è stata presente nel 93,4% delle votazioni (12.825), assente in altre 757 (il 5,5%). Si aggiunge un 1,1% di “assenze giustificate”, quelle legate alle missioni: con questo termine si designano le attività del parlamentare che non partecipa al voto perché occupato in compiti istituzionali, di solito corrispondenti agli incarichi nell’ufficio di presidenza o nelle commissioni. Proprio alle missioni sono legate le assenze di Chiara Gribaudo, l’altra deputata cuneese, in 8.105 votazioni: il 59% del totale. La vicepresidente nazionale del Partito Democratico, ideatrice di 13 ddl e neomamma, è presidente della commissione d’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro. Presente a 4.954 votazioni dall’inizio della legislatura (il 36,1%), è stata assente non giustificata in altre 674 (il 4,9%). Più alto in quest’ambito il dato del quarto cuneese in parlamento, benché eletto in Lombardia: Enrico Costa, transitato da Azione a Forza Italia, totalizza 2.244 assenze (il 16,3%) a fronte di 6.652 presenze (48,4%) e di altre 4.837 missioni (35,2%). L’ex presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere (è rimasto in carica fino al novembre scorso, lasciando dopo il passaggio in maggioranza) è primo firmatario di tredici disegni di legge ed è anche il detentore tra gli eletti della Granda di un curioso primato, evidenziato da Openpolis, quello dei “voti ribelli”. Si tratta delle occasioni in cui il parlamentare - che non ha vincolo di mandato - si è espresso in modo difforme rispetto al gruppo di appartenenza: per Costa queste occasioni sono state ben 231, contro le 48 di Gribaudo, le 24 di Bergesio e le 15 di Ciaburro, la cuneese più ligia alle indicazioni di partito. Certo, si dirà, finché si discute di presenze i parlamentari non fanno nulla di più del loro dovere. Tant’è che nei regolamenti di Camera e Senato si menziona l’obbligo di presenza proprio in questi termini: “È dovere dei deputati partecipare ai lavori della Camera”, “i Senatori hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’assemblea e ai lavori delle commissioni”. C’è una questione ulteriore, sollevata in un articolo di Pagella Politica. Riguarda la lacunosità dei dati in base ai quali è possibile monitorare l’effettiva partecipazione ai lavori. Nelle due aule le presenze sono registrate solo durante le votazioni elettroniche e in modo difforme. La Camera conteggia tra i presenti anche i membri “in missione”, cosa che non avviene al Senato. Minuzie, tanto più che in altri Paesi - la Spagna e la Germania, per esempio - i dati sulle presenze non vengono diffusi, ed è possibile conoscere solo i voti espressi sulle proposte di legge. Più rilevante è l’opacità legata ai lavori delle commissioni, perché i siti ufficiali di Camera e Senato su questo non riportano informazioni dettagliate: alla Camera si è registrati solo quando si vota, con il metodo elettronico. In Senato si richiede la firma e la presenza è legata all’effettiva partecipazione alla seduta. 

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