CUNEO - Carmelo Noto lascia il Consiglio. Grana per il Pd cuneese: chi farà il capogruppo?

Dopo ventidue anni il leader storico dei Blu Brothers si fa da parte. L’assunzione in Comune lo rende incompatibile con la carica di consigliere

Andrea Cascioli 29/06/2023 19:27

Cinque legislature e ventidue anni da consigliere comunale, gli ultimi sei come capogruppo del Partito Democratico di Cuneo: non è esagerato affermare che con l’addio - o l’arrivederci - di Carmelo Noto per i dem del capoluogo si chiude una pagina di storia.
 
Motivi di lavoro alla base della scelta, già confermata ma non ancora formalizzata. Il leader storico dei Blu Brothers, la tifoseria del volley cittadino, ha passato il concorso da collaboratore amministrativo a tempo indeterminato del Comune di Cuneo. L’assunzione lo rende incompatibile con la carica di consigliere, che ora si vede costretto a lasciare, sia pur con un po’ di comprensibile rimpianto.
 
Ha già pensato a tutto, in modo da minimizzare l’incomodo per i colleghi: presenterà le dimissioni dall’assemblea civica a una settimana esatta dalla prossima seduta di luglio. Da regolamento, infatti, è richiesta la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per la surroga dei dimissionari. In questo modo la surroga verrà a coincidere con la seduta già programmata.
 
Noto è il secondo consigliere più “anziano” in termini di mandato sui banchi di via Roma (il primo è Beppe Lauria, l’amico-nemico di sempre, presente ininterrottamente dal 1995). Negli anni da capogruppo, coincidenti con il secondo mandato di Borgna e il ritorno del Pd in maggioranza, ha svolto senza “sgomitare” un lavoro oscuro ma prezioso per il partito, giovandosi di una conoscenza profonda - e fin troppo zelante, secondo le opposizioni - dei regolamenti comunali. A subentrargli come consigliera sarà la prima degli esclusi del Pd, Sara Manassero, che aveva ottenuto 116 preferenze.
 
Ma la vera questione è chi prenderà il posto di capogruppo: una grana di non poco conto per i dem e per tutta la maggioranza, reduce da un primo anno di mandato con parecchi scossoni, buon ultimo il “caso” piazza Europa. Dopo il fragoroso addio di Nino Pittari l’estate scorsa i componenti del gruppo sono rimasti in sei, cinque escludendo la subentrante Manassero (nessuna parentela con l’omonima sindaca, ndr). In termini di esperienza il più “papabile” sarebbe Erio Ambrosino, assessore con Valmaggia all’epoca in cui militava in Cuneo Solidale, nonché consigliere comunale per un altro decennio: a suo favore giocano anche un bell’eloquio e una riconosciuta preparazione, specie sui temi sociali. Ambrosino però non è organico al partito e, soprattutto, ha una certa fama di indipendenza anche a scapito della ragion di governo. Non proprio le credenziali migliori per un ruolo in cui si richiede, sovente, la carabinieresca attitudine all’essere “usi obbedir tacendo”. L’altro ex assessore nel quintetto, Domenico Giraudo, è rimasto finora molto defilato ed è improbabile voglia caricarsi questa croce. Restano Santina Isoardi, Carlo Garavagno e Claudia Carli, con quest’ultima forse più avvantaggiata nelle dinamiche interne. Chi vivrà, vedrà.

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