CUNEO - Civici nella rete: ecco la piattaforma del centro che strizza l’occhio a sinistra

Il nuovo soggetto si presenta a Cuneo davanti allo stato maggiore del Pd (e non solo). Dal sindaco di Saluzzo frecciate a Robaldo: “Ma non saremo un partito”

Andrea Cascioli 15/10/2025 07:01

Gettando uno sguardo sul panorama politico, verrebbe da dirlo con una battuta: “Qui una volta era tutto cristiano”. L’aggettivo che per mezzo secolo e più ha connotato la Balena Bianca e le sue innumerevoli filiazioni oggi lascia il posto a un’altra parola-talismano, che non vuol dire proprio la stessa cosa ma a sua volta ha il pregio - e il difetto - di “contenere moltitudini”: quella parola è “civico”. Rispetto ai “cristiani”, i “civici” non sono altrettanto inclini ad ascoltare i consigli del parroco, ma tengono ancora bene in vista il campanile. E dilagano ovunque. Solo a Cuneo ce ne sono in maggioranza e in tutte le opposizioni, nel centrodestra, nel centro e basta, nel centrosinistra e finanche nella sinistra sinistra. In provincia l’emanazione più consistente è il Patto Civico di Luca Robaldo, impegnato proprio in queste settimane in un tour nei territori che prelude al lancio ufficiale. Il debutto in società lo ha fatto, intanto, la Rete Civica guidata da Marco Bertone, ovvero quell’operazione che poco più di un anno fa era stata preannunciata come una federazione tra Cuneo Civica (l’ex Crescere Insieme) e Cuneo Solidale Democratica. Per dirla in poche parole, sapendo di scontentare tutti i diretti interessati, si potrebbe sintetizzare così: se il Patto Civico è il centro che guarda a destra, la Rete Civica è quello che strizza l’occhio a sinistra. Bertone (ex Forza Italia, e prima ancora promotore della “lista dei giovani”) lo dice in modo abbastanza chiaro: “La nostra è una cultura riformista, democratica, solidale ed europeista”. Se da una parte stanno i sovranisti e dall’altra gli europeisti, aggiunge, la scelta di campo è chiara: “Per noi civico non significa ‘neutro’, ma ‘responsabile’”. Allo Spazio Varco, per il battesimo ufficiale, accorrono in molti. C’è tutto lo stato maggiore del Pd provinciale a cominciare dal consigliere regionale Mauro Calderoni e dal segretario Davide Sannazzaro, la sindaca Patrizia Manassero (pochissimo incline a queste uscite, di norma) con quattro dei suoi assessori, più ovviamente tutti i consiglieri e i padri nobili delle due liste civiche “federate”. Molti gli osservatori, Giulia Marro per Avs, gli Indipendenti e Azione. Brillano per assenza gli esponenti di Centro per Cuneo, come già era accaduto al varo di Cuneo Civica. L’unico ambasciatore è Enrico Collidà, seduto proprio di fianco alla sindaca: i maliziosi sono liberi di vederci la fotografia di un futuribile ballottaggio alle comunali del 2027. Fa pensare anche il richiamo insistito - in negativo - al programma: “Un programma - dice Bertone - è un elenco di punti che, per quanto degni, fanno sì che al loro raggiungimento non ci sia più il motivo di base per stare insieme. Noi, oltre al programma, siamo insieme per un’idea”. Tutto bene, non fosse che “la realizzazione del programma” è il mantra evocato da chiunque, nell’amministrazione cuneese, per spegnere ogni vagito di polemica o dissidio più o meno sotterraneo. “Spesso - continua ancora Bertone - ci viene chiesto, ma voi di chi siete? Noi con semplicità rispondiamo: non siamo di nessuno, non abbiamo bisogno di prendere ordini da Roma o da Torino”. Parole, queste, che non entusiasmano la truppa piddina a fondo sala. “Quello che abbiamo fatto in quest’anno è un lavoro di tessitura di una rete civica partendo dalle esigenze dei territori” spiega la capogruppo dei “solidali” Stefania D’Ulisse: “Una rete ampia che può accogliere chiunque si senta rappresentato dai nostri ideali, non dalle ideologie”. Il modello è una sorta di Monviso in Movimento 2.0, non a caso in platea siede il principale ispiratore di quell’esperienza, l’ex sindaco e assessore regionale Alberto Valmaggia. A testimoniare il radicamento già raggiunto nei territori, sul palco salgono la fossanese Mirella Brizio (consigliera comunale dell’opposizione di centrosinistra) e il braidese Stefano Bergesio (già coordinatore di Italia Viva, animatore di Civicamente alle ultime comunali). Ma soprattutto il sindaco di Saluzzo Franco Demaria che evoca ricordi di altre epoche: “Essere a Cuneo e parlare di politica mi porta indietro di tanti anni, quando si andava all’inizio di viale Angeli in un partito che contava il 40%”. Era la vecchia Dc. “Ieri - prosegue - ho sentito una frase che mi è piaciuta moltissimo: si parla alle curve e si svuotano le tribune. In questo momento in politica c’è questo clima, il risultato è che in Toscana l’astensione ha toccato il 54%”. L’obiettivo del suo “cantiere” è rappresentare l’antidoto a tutto questo, ma anche - si potrebbe dire - il contrappeso al Pd radicalizzato di Schlein: “Non sarà un partito, sarà qualcosa che vuole lavorare per il sociale e per il territorio e magari per affollare un po’ le tribune”. Una risposta che potrebbe piacere allo stesso Robaldo, evocato polemicamente proprio da Demaria: “Sono stato un po’ bacchettato dal presidente della Provincia: come è possibile che a Saluzzo abbiate le mense a 4 euro e 30 per pasto? Non gli ho detto che è per chi ha l’Isee sopra i 25mila euro”. Schermaglie tra civici: perché anche chi non si “sporca le mani” con la politica, qualche gomitata può assestarla.

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