CUNEO - Consiglio comunale: Pittari manda le minoranze fuori dai gangheri

Discussione avanti ad oltranza senza consultare le opposizioni, ma è bagarre. Critiche alla gestione anche dalla maggioranza. Demichelis (PD): ‘Non possiamo continuare così’. Umberto Fino (CPC): 'Chiedo scusa’. Lauria furioso: ‘Cosa veniamo a fare?’

Samuele Mattio 23/10/2018 10:19

Bagarre nel Consiglio Comunale di Cuneo. Alle 22.30 di ieri, una frase fuori luogo pronunciata dal presidente dell’assemblea cittadina ha di fatto bloccato la seduta.  "La maggioranza è d’accordo, continuiamo” ha detto Nino Pittari dopo aver chiesto per sommi capi ai capigruppo se fossero d’accordo a proseguire ad oltranza la discussione degli ordini del giorno data l’assenza del sindaco Federico Borgna nella seduta dell’indomani (stasera n.d.r.).

Qual è stato il problema? L’intervento del consigliere comunale Luca Pellegrino, l’unico a parlare a nome di tutte le liste di maggioranza, dichiaratosi favorevole, è stato considerato sufficiente dalla presidenza per portare avanti la discussione dei documenti rimanenti. Lo ‘stile’ non è piaciuto alle minoranze, che, non interpellate, sono letteralmente andate fuori dai gangheri.

L’intento di Pellegrino, come da lui stesso spiegato in seguito, sarebbe stato quello di andare in direzione opposta: “Ci sembrava rispettoso nei confronti delle minoranze discutere della Fondazione Crc in presenza del Sindaco”. Motivazioni che non hanno convinto gli avversari politici, ma le critiche (anche dalla maggioranza) sono andate tutte al presidente Pittari che non ha ascoltato il parere di tutti.

La prima ad intervenire nella discussione conseguente è stata l’ex candidata sindaco, Maria Luisa Martello: “La convocazione del Consiglio è arrivata da tempo. Organizzazione incongruente”.

Reazione veemente da pare del battitore libero della destra, Beppe Lauria: “Cosa veniamo a fare? A mantenere il numero legale quando fa comodo? Trovo di poco spessore politico che voi riconduciate tutto a colpi di maggioranza. Le regole non possono essere interpretate. Il mantenimento del numero legale in Consiglio comunale e in commissione è spesso garantito dalla minoranza”.

Critiche anche da Massimo Garnero, esponente di Fratelli d’Italia: “Si sa da mesi quali sono i giorni del Consiglio comunale, chiedo rispetto per le persone. Se ve la cantate e ve la suonate da soli possiamo starcene a casa, tanto non contiamo niente".

“Gli impegni istituzionali non sono sorti un’ora fa. Dico quello che penso: quando si parla di Fondazione si cerca sempre di evadere. È una presa in giro. Parlate di ‘discriminazione’, ma siete i primi a commetterla” ha detto l’esponente della Lega Nord, Laura Peano.

Ugo Sturlese, della Cuneo per i Beni Comuni: “Una questione che attiene alla dignità del Consiglio Comunale che è molto povero. Credo sarebbe bene fare ancora un’interpellanza”.

Gianfranco Demichelis, del Partito Democratico si è scagliato, neanche troppo velatamente contro la presidenza del Consiglio, auspicando una gestione diversa : “È evidente che bisogna pensare a una riorganizzazione del Consiglio Comunale, cose come questa accadono quasi tutte le sedute, ma stasera  sono successe cose mai viste: c’è un totale stravolgimento delle regole. Ci troviamo alle 22.48 a discutere degli ordini del giorno. Non possiamo continuare di questo passo”.

Se il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Manuele Isoardi si è detto disponibile a fermarsi ‘anche fino alle due’ pur di vedere discussi i suoi ordini del giorno, il consigliere di Centro per Cuneo, Umberto Fino ha stigmatizzato il comportamento di Pittari: “Questa mezz’ora di discussione è scaturita perché qualcuno non ha usato i dovuti toni. Il presidente non doveva dire che si sarebbe proseguito perché deciso dalla maggioranza. Il motivo di questa discussione parte da lì. Il rimprovero è sullo stile. Mi dispiace doverla rimproverare (rivolto a Pittari n.d.r.) è un suo errore, ma chiedo scusa a nome della maggioranza”.

Pittari ha poi provato a giustificarsi: “Ciò che ho detto è stato inteso male”, ma ormai la frittata era fatta e i lavori sono stati bloccati per oltre mezz’ora. Nel frattempo sono giunte le undici e la seduta è stata rinviata all’indomani (oggi, martedì 23 ottobre n.d.r.).

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