CUNEO - Credito Cooperativo, Bergesio: 'Imporre moratoria per evitare disastro'

Il senatore leghista, firmatario della mozione che chiede al governo una sospensione di 18 mesi per evitare la costituzione dei nuovi gruppi bancari cooperativi

r.c. 02/05/2018 16:17

"Non possiamo stare immobili e subire passivamente l’imminente approvazione della legge che stravolgerà il  sistema del credito cooperativo italiano. La ‘riforma’ voluta da Europa e Pd avrà conseguenza pesantissime sulle piccole medie imprese nel loro rapporto con il sistema bancario il che significa ricadute nefaste per i territori. Attualmente le BCC in provincia di Cuneo sono otto con oltre 100 mila soci attivi e rappresentano ampiamente il tessuto economico e sociale della nostra realtà. I patrimoni di queste banche sono dei soci e non possono essere oggetto di operazioni di accentramento che porterebbero a un inevitabile scollamento con la nostra terra, come già visto per altre realtà bancarie”
 
Così Giorgio Bergesio senatore leghista e firmatario della mozione che chiede al governo una moratoria di 18 mesi per evitare la costituzione dei nuovi gruppi bancari cooperativi. La legge ha fissato il termine per la costituzione al 3 maggio prossimo. 
 
È incredibile come gli altri paesi europei abbiano fatto di tutto per evitare che le loro piccole e medie banche finissero sotto la penalizzante vigilanza della Bce, in Italia invece, con la riforma, i nascenti gruppi di Bcc assumono dimensioni tali da imporre la vigilanza  europea.  È chiaro quindi che la legge sia nettamente in contrasto con l’interesse nazionale. Se questo non bastasse, la storia recente - spiega Bergesio - non ci ha insegnato nulla penso a MPS o alle Popolari che hanno dimostrato che la dimensione è tutt’altro che un requisito utile ad agevolare il controllo da parte degli enti preposti. Oppure abbiamo visto com’è finita con la crisi americana dei subprime con le grandi banche che condizionano la politica e sono state considerate troppo grandi per fallire. Torniamo con i piedi per terra - conclude Bergesio - abbiamo gli strumenti per fermarci e rivedere una legge che non riforma solo le banche ma l’intero tessuto economico e sociale delle nostre realtà territoriali”.

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