CUNEO - Cuneo, la maggioranza si prepara al vertice di metà mandato con la testa al rimpasto di Giunta

La 'staffetta' alla presidenza del Consiglio comunale (fuori Pittari, dentro Spedale) sposta gli equilibri interni della coalizione. A rischio Guido Lerda e Franca Giordano?

Samuele Mattio 04/10/2019 18:45

 
Tempo di bilanci per il sindaco di Cuneo Federico Borgna, che si sta apprestando al giro di boa di metà mandato. Sabato 5 ottobre è previsto un vertice tra le forze che sostengono il primo cittadino del capoluogo. La location scelta è il 'Saloon' di San Chiaffredo, dove a tavola siederanno assessori, consiglieri comunali e coordinatori delle liste di maggioranza (Partito Democratico, Centro per Cuneo, Cuneo Solidale, Crescere Insieme e Moderati). Una 'full immersion' che durerà dalle 9.30 del mattino fino alle 17, intervallata solo dalla pausa pranzo.
 
Al centro della discussione i temi caldi del dibattito cittadino: l'ospedale unico, il Piano Periferie con la 'patata bollente' del parking sotterraneo di piazza Europa e il bando andato in bianco, ma anche la sicurezza in corso Giolitti e nel piazzale della Stazione, diventate negli ultimi anni zone di spaccio. Tante le questioni programmatiche, ma anche quelle che necessitano di uno sblocco: dal parcheggio sotterraneo di piazza della Costituzione, oggetto di un contenzioso con un privato, fino al mancato versamento dell'affitto da parte della società che gestisce la Tettoia Vinay. Si parlerà di certo anche della fusione tra Cuneo e Borgo San Dalmazzo, che sembra non avere padri, ma su cui, in camera caritatis, in molti sono pronti a scommettere.
 
'Da Alfio' la maggioranza cercherà di serrare le fila in vista della seconda parte di mandato e per farlo, il sindaco Borgna, oltre a decidere la linea sui vari temi, è chiamato a scegliere chi farà parte della squadra che lo accompagnerà alla conclusione della sua avvventura da primo cittadino. Il dubbio, poco amletico, è: confermare oppure cambiare?
 
Su di lui sono tante le pressioni per un rimpasto di Giunta, in particolare dal gruppo dei Moderati, che già nel 2017 aveva reclamato un posto nell'amministrazione cittadina. Oggi lo scenario politico è cambiato: il fondatore e leader della formazione di cui Carla Chiapello è coordinatrice provinciale, Mimmo Portas, ha aderito (seppur da 'indipendente') a Italia Viva dell'ex premier Matteo Renzi e tutto lascia pensare che il raggruppamento consiliare cambierà denominazione nelle prossime settimane. Il consigliere Alberto Coggiola, che oggi fa gruppo a sé stante, incasserebbe l'immediato ingresso di Sara Tomatis, consigliera del Partito Democratico da sempre molto vicina alle posizioni renziane. In questo scenario Portas avrebbe buon gioco a tornare alla carica per un assessore (ad oggi la sua è l'unica lista della maggioranza a non averne), anche se i Moderati/Italia Viva rimarrebbero comunque l'insieme meno numeroso, con due soli esponenti.
 
Se nel PD nulla sembra muoversi, diversa sarebbe la situazione all'interno di Centro per Cuneo, la lista civica artefice di un vero e proprio boom nelle urne due anni or sono. Secondo alcune voci di corridoio, ci sarebbe la volontà di far rientrare nell'amministrazione Valter Fantino, terzo per consensi all'interno della sua lista. Le posizioni dei quattro assessori in quota CDC (Luca Serale, Davide Dalmasso, Cristina Clerico e Franca Giordano) sembrerebbero piuttosto salde, ma in politica nulla è scontato. Nel poker quella più a rischio potrebbe essere l'ex dirigente scolastico, ma se il sindaco decidesse di esautorarla per fare spazio a Fantino dovrebbe comunque ritirare le deleghe un altro assessore per far spazio ad un'altra donna. La legge è chiara: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3 mila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico (sindaco compreso)”. Tradotto per il caso cunese: quattro assessori su nove devono essere di sesso femminile.
 
Al momento l'unico avvicendamento che pare certo è quello alla presidenza del Consiglio Comunale. Sullo scranno più alto dell'assemblea cittadina l'auttuale presidente Antonino Pittari (PD), lascerà il posto ad Alessandro Spedale, attuale capogruppo di Cuneo Solidale Democratica. Si ripeterà lo scenario già visto nel primo mandato di Borgna, quando Giovanni Cerutti subentrò a Beppe Tassone, anche in questo caso il cambio era stato concordato a inizio mandato. L'alternanza dovrebbe concretizzarsi nel Consiglio comunale di dicembre, nell'ultima seduta prima delle vacanze natalizie.
 
Come i più attenti avranno notato, il ritorno di Spedale creerà uno squilibrio in favore di Cuneo Solidale che con tre consiglieri eletti si troverebbe con un Assessore (Guido Lerda) e il presidente del Consiglio Comunale, aprendo una questione politica data da uno scompenso tra i 'piccoli' della coalizione. Crescere Insieme conta tre consiglieri e può contare sul solo assessore Paola Olivero, mentre dei Moderati a zero abbiamo già parlato. La posizione del titolare delle deleghe al Personale pare dunque quella più in bilico in un eventuale rimpasto, almeno stando al manuale Cencelli e agli equilibri interni. Lerda, giunto soltanto sesto nella lista 'Cuneo Solidale Democratica' era entrato in giunta nel 2017 per nomina diretta del sindaco e già all'epoca si era parlato di una sua fuoriuscita legata alla staffetta alla presidenza del Consiglio.
 
Se Borgna decidesse di mettere mano alla composizione della Giunta soddisfando gli appetiti dei renziani, ma senza effettuare altre modifiche, il candidato più accreditato sarebbe l'avvocato Alberto Coggiola. Lo scenario potrebbe però cambiare radicalmente nel caso in cui Borgna prendesse sul serio l'ipotesi di un ritorno di Fantino. In tal caso, come già approfondito, Lerda potrebbe lasciare il posto ad una donna (Tomatis in quota Italia Viva/Moderati?), rimettendo in discussione Franca Giordano e lasciando l'avvocato a bocca asciutta. Chiaramente andrebbero rimescolate le deleghe, ma questo è un aspetto di secondo piano.
 
A questo punto siamo però nel campo delle mere ipotesi. Probabilmente si saprà qualcosa di più concreto dopo il summit di domani, ma non è detto che sia nulla di definitivo. L'esito del vertice non è per nulla scontato: al 'Saloon' sarà un confronto vero. E anche se San Chiaffredo non è il Far West c'è da scommettere che la giornata non sarà una passeggiata di salute.

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