CUNEO - Cuneo: via Piave cambia nome, Lauria 'mormora'

La variazione nel centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. Il consigliere di minoranza: 'Un luogo simbolico per migliaia di italiani'.

Samuele Mattio 12/10/2018 15:18

Quest'anno cade il centenario della fine della 'Grande Guerra', il primo conflitto armato che, come tutti abbiamo studiato fin dalle scuole elementari, coinvolse le principali potenze mondiali tra il luglio 1914 e il novembre 1918. “Una ricorrenza che viene celebrata ovunque in Italia, non solo per la valenza storica ma anche e soprattutto perché è uno straordinario momento di unità nazionale”. A parlare è Beppe Lauria, consigliere comunale di minoranza a Cuneo, il quale in un'interrogazione depositata negli scorsi giorni e che troverà risposta nella prossima assemblea cittadina domanda all'amministrazione “Se esistano in cantiere, meglio anche tardive, iniziative a ricordo del sacrificio di migliaia di Italiani caduti nella Prima Guerra Mondiale”. 
 
Ciò che ha contrariato l'esponente storico della destra cuneese e che, probabilmente, lo ha spinto a porre l'accento sul tema è stato il cambio di denominazione di una strada cittadina, da 'Via Piave' a 'Via Nuto Revelli'. “Oltre a non ricordare il nostro glorioso passato l'Amministrazione ha pensato bene di cambiare il nome di una via cittadina dedicata a un luogo che resta simbolico per milioni di italiani”. 
 
Effettivamente il Piave è stato il fronte più importante per l'Italia nel corso della Prima Guerra Mondiale: nel giugno del 1918 l'Impero austro-ungarico organizzò un grande attacco sul fronte del fiume Piave per annientare il nostro esercito, già reduce dalla sconfitta di Caporetto. L'esercito imperiale fu però costretto ad arrestarsi per la piena del fiume e fu così che iniziò la strenua resistenza delle Forze armate del Regno d'Italia, che costrinse gli austro-ungarici a ripiegare.
 
Il 4 luglio del 1918, la 3ª Armata del Regio Esercito Italiano occupò le zone tra il Piave vecchio ed il Piave nuovo. Nella battaglia morirono circa 84 mila militari italiani e 149 mila austro-ungarici. Nell'ottobre del 1918, in seguito alla battaglia di Vittorio Veneto, il fronte del Piave fu nuovamente scenario importante in quanto le truppe italiane di sfondarono la resistenza delle linee nemiche.

L'importanza del Piave nell'immaginario collettivo italiano è talmente forte che 'La Canzone del Piave', un brano dedicato all'impresa, poteva essere oggi l'inno della nostra nazione. E per un breve periodo lo fu davvero. Il celebre motivo patriottico fu adottato come inno nazionale durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 in sostituzione della 'Marcia Reale' e fu poi scalzato a sua volta dall'Inno di Mameli. Curiose le motivazioni che portarono alla soppressione della 'Canzone del Piave'. Pare che l'allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi avesse spinto per la sostituzione dell'inno perché offeso dall'autore dello stesso, che si rifiutò di comporre l'inno ufficiale della Democrazia Cristiana.

Insomma, abbiamo provato a ripercorrere, seppur per brevi cenni, le motivazioni che hanno portato l'ex candidato sindaco Lauria a interrogare il primo cittadino, Federico Borgna, sull'argomento. La risposta dell'amministrazione è attesa nel prossimo Consiglio comunale, in programma il prossimo lunedì 22 ottobre.

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